L'anno scorso il giovanissimo siracusano ha viaggiato dalla sua città fino a Milano in sella alla sua handbike per portare un messaggio: «La disabilità è una condizione trasformata in difficoltà da alcuni ostacoli che sono soprattutto le barriere mentali». Ieri è stato premiato dal presidente Sergio Mattarella al Quirinale
Il 17enne Samuel Marchese Alfiere della Repubblica «La vita è una, la disabilità è negli occhi di chi guarda»
«La disabilità di per sé non esiste, è negli occhi di chi guarda, non è legata alla persona ma è una condizione trasformata in difficoltà da alcuni ostacoli che sono soprattutto le barriere mentali». È questo il messaggio del 17enne siracusano Samuel Marchese, affetto da spina bifida sin dalla nascita, che ieri mattina è stato premiato al Quirinale con il riconoscimento di Alfiere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella.
E quel messaggio Samuel, lo scorso anno, lo ha portato in sella alla sua handbike – una bicicletta a tre ruote a spinta manuale – da Siracusa fino all’Expo di Milano. Un percorso durato diciotto giorni per percorrere circa 850 chilometri e quindici tappe lungo l’Italia fra cui «Matera – ricorda il giovane – città che ho condiviso con l’amico atleta paralimpico di handbike Antonio Trevisani; Roma dove ho incontrato papa Francesco e Imola con la visita al centro di riabilitazione spinale di Monte Catone».
Ottenuto solo da 44 giovani da quando è stato istituito dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2010, l’attestato d’onore che attribuisce il titolo di Alfiere della Repubblica è riservato ai minorenni che si sono distinti eccellendo nello studio, in attività culturali, scientifiche, artistiche, sportive e nel volontariato o che hanno avuto comportamenti ispirati all’altruismo, alla solidarietà e al coraggio nell’affrontare difficoltà personali o ambientali. «Sono molto contento, onorato ed emozionato di aver ricevuto questo importante riconoscimento, anche perché quella impresa era nata dal fatto che io mi sono messo in testa che la vita è una e, nonostante le difficoltà, io mi voglio mettere in gioco e voglio entrare nella vita anche attraverso lo sport».
Dal basket all’arrampicata e dallo sci al paraciclismo, sono molti gli sport che pratica il giovane siracusano che da circa un anno si è trasferito a Lucca con la sua famiglia. «Io amo lo sport – afferma Samuel – innanzitutto perché è una grande palestra di vita. Ti insegna che la sconfitta non deve essere un motivo di sconforto, ma anzi una spinta per migliorare perché si vince ogni volta che si supera un proprio limite». Fra i prossimi obiettivi del giovane atleta c’è il Giro d’Italia, in programma per aprile 2017. Mentre il sogno nel cassetto che Samuel sta già coltivando è quello di fare il prossimo viaggio in handbike partendo da Mosca per attraversare tutta l’Europa fino ad arrivare al parlamento europeo di Strasburgo.
«La cosa importante – ribadisce – non è la forza fisica ma è quella della volontà». E a Samuel la forza di volontà certo non manca. «Dei nostri quattro figli – racconta papà Giacomo – lui è il più sportivo. Ha una gioia di vivere inarrestabile e noi non lo mettiamo mai dentro una campana di vetro».