Il tribunale amministrativo regionale del Lazio ha accolto il ricorso presentato dalla legale Katia La Barbera. A ottobre la commissione centrale del Viminale aveva ritenuto di ritirare le misure di sicurezza perché nell'ultimo anno non si erano verificati fatti che hanno fatto temere per la sua incolumità
Ignazio Cutrò, Tar annulla la revoca della protezione Per ministero ex imprenditore non correrebbe rischi
Buone notizie per Ignazio Cutrò. Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dall’imprenditore di Bivona, in provincia di Agrigento, contro la revoca dello status di testimone di giustizia ottenuto cinque anni prima. La decisione era stata presa a ottobre dalla commissione centrale presso il ministero dell’Interno e implicava il ritiro della protezione nei confronti di Cutrò, che oggi con un comunicato ha dato la notizia, ringraziando gli agenti che in questi anni si sono occupati della sua incolumità e di quella dei propri cari.
Le dichiarazioni dell’imprenditore avevano portato all’inchiesta Face-Off, che fecero luce sulla mafia e il racket della Bassa Quisquina. Denunce che negli anni gli hanno creato problemi di sicurezza, per le quali il ministero aveva deciso di garantirgli la protezione. Tuttavia, tali esigenze sarebbero venute meno nell’ultimo periodo, con la commissione che a fine 2016 scriveva: «Non consta si sia verificato nel corso degli ultimi quasi dodici mesi alcun fatto indicativo di elementi di rischio», si leggeva nel documento.
Tra le motivazioni che avevano portato alla revoca dall’elenco dei testimoni di giustizia anche l’impiego nel Comune di Bivona. Dove l’ormai ex imprenditore, dopo essere stato costretto a chiudere la propria azienda edile, è stato assunto così come previsto dalla legge. Secondo la commissione, infatti, «quell’impiego lo ha messo in contatto con situazione extra-familiari e soggetti terzi». Motivi che per ora, però, non hanno convinto i giudici del tribunale amministrativo regionale che hanno annullato il provvedimento in sede cautelare.