LATTENZIONE DELLESECUTIVO REGIONALE SU TRE ENTI FORMATIVI STORICI E DIVERSA. PERCHE?
Ci sono tre enti di formazione, cosiddetti storici, con problemi gestionali che subiscono però diversi destini: lo Ial Sicilia, lEfal di Messina e lEnaip di Ragusa. Tre esempi eclatanti di come il Governo del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, si comporti in maniera difforme.
Nel caso dello Ial Sicilia lesecutivo ha deciso la chiusura senza fronzoli prima ancora di attendere il giudizio di merito nel procedimento amministrativo in corso. Una scelta puramente politica e non basata sul rispetto delle regole, una forzatura che ha messo fine al più grande ente formativo della Sicilia.
Nel caso dellEfal di Messina, lente nonostante lavvio del procedimento di revoca, la diffida accertativa, i debiti certificati, le attività finanziate con le risorse del Piano giovani mai avviate ed il finanziamento accordato dallamministrazione regionale di oltre un milione di euro è rimasto in piedi. Anzi circolerebbero voci che lEfal metterebbe in liquidazione tutte le sedi in Sicilia. Se così fosse sarebbe la conferma di molte cose che non vanno e la certezza che lesecutivo regionale che avrebbe potuto fare non ha fatto nulla.
E poi cè lEnaip di Ragusa, al centro di diverse inchieste giudiziarie, con debiti certificati, un buco da 380 mila euro accertato e un finanziamento di circa un milione e 200 mila euro assegnato dallamministrazione regionale nel marzo 2014.
Le regole dellaccreditamento come si applicano? Comportamenti difformi tra enti, chissà perché!
Il quadro che emerge è preoccupante perché i fatti testimonierebbero che le regole non sarebbero uguali per tutti. Attendere poi che la magistratura faccia eventualmente pulizia su possibili gestione allegre di alcuni enti formativi è una cocente sconfitta per il ruolo del Governo regionale. Il ruolo di controllo e vigilanza che la legge assegna allesecutivo regionale non viene esercitato. E quando lo si fa lascia sconcerto per i risultati prodotti.
Il ‘caso’ Ial Sicilia
Lo Ial Sicilia ha in corso una vertenza dai toni aspri con lamministrazione regionale per via della nota vicenda che ha visto prima revocato laccreditamento dalla Regione siciliana e poi restituito dallordinanza del Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) della Regione siciliana.
Dalle colonne del nostro giornale a più riprese è stato raccontato del motivo politico che avrebbe spinto il Governo del presidente Rosario Crocetta a definanziare lente. Una guerra tutta interna al Partito Democratico che continua a tenere in bilico la vicenda.
Da un lato lente riaccreditato dalla magistratura amministrativa e dallaltro la dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale del dipartimento Formazione professionale della Regione siciliana, che avrebbe trovato altri motivi per tornare a revocare laccreditamento allente.
Lelemento che avrebbe portato il citato ente a subire il provvedimento di revoca dellaccreditamento sarebbe stato incentrato su una fantomatica Pec che lamministrazione regionale avrebbe inviato, dettando allo Ial termini perentori di 30 giorni per rispondere adeguatamente a rilievi posti in sede ispettiva su presunte gravi irregolarità amministrativo-contabili. Mail alla quale i vertici dellente non hanno risposto per un motivo semplice: perché dicono di non averla mai ricevuta, come ha sostenuto il legale rappresentante dello Ial.
Sia dalla perizia, promossa dallente di formazione, sia dai controlli effettuati da Poste italiane emergerebbe che la mail non sarebbe mai stata ricevuta dallente nella giornata oggetto di contestazione da parte della Regione siciliana.
Decadrebbe così limpianto accusatorio, alquanto strampalato per la verità, messo in piedi dal dipartimento Formazione professionale, volto a dimostrare che lo Ial non è ente credibile e quindi fiduciario dellamministrazione regionale. Elementi che giustificano, poi, la revoca dellaccreditamento.
Il Cga, accogliendo il ricorso presentato dallIal Sicilia ha smontato, difatti, la tesi dellinaffidabilità dellente per mancato riscontro alle richieste istruttorie avanzate dallamministrazione con la nota trasmessa via Pec il 19 luglio 2013. Per i giudici amministrativi, il ricorso di primo grado si presenta assistito da sufficienti elementi di fumus laddove censura il provvedimento di revoca adottato senza che, in quel momento, vi fosse certezza (per quanto allo stato documentato) della conoscenza della richiesta del 19/07/2013.
Il ‘caso’ Efal di Messina
LEfal è un ente che ha subito lavvio del procedimento di revoca dellaccreditamento nellaprile del 2013. Posizione successivamente aggravata da una diffida accertativa dellispettorato provinciale di Messina che ha contestato oltre cinquecento milioni di euro per stipendi non pagati. E non basta perché lente continua a dichiararsi in regola.
Il motivo, quasi sempre lo stesso: arretrati nel pagamento degli stipendi che nel caso dellEfal di Messina le mensilità non riconosciute ai dipendenti riguarderebbero un periodo compreso tra il gennaio del 2011 ed il maggio del 2012. Però allente messinese nellorbita del Movimento cristiano lavoratori nessuno ha mai fermato lattività.
Nel dicembre del 2013 lEfal ha ottenuto un finanziamento da parte della Regione siciliana di oltre un milione di euro. Proprio così, lEfal, pur in una condizione debitoria disastrosa sia verso i dipendenti che verso i fornitori, come dimostrato dalla diffida accertativa. Con laggravio di una situazione non proprio chiara nei confronti dellInps emersa in ordine allutilizzo della Cassa integrazione guadagni in deroga. Pare che dalle indagini condotte dagli uffici dellInps di Messina sarebbero emerse ore libere presso lo sportello dellente. Ore mai coperte e dallaltro lato i dipendenti sarebbero stati posti in Cigd dallente.
Da indiscrezioni ci risultano, inoltre, molte denunce presso lUfficio provinciale del Lavoro, lispettorato e lassessorato dal 2010 fino ad oggi, anche sulla Cigs dellanno 2011. Cosa succede in questi uffici? E la dottoressa Francesca Garoffolo, dirigente del Servizio ufficio provinciale del Lavoro (Sulp) di Palermo con linterim allUnità di Staff 1 Monitoraggio e Controllo Fondi Comunitari del dipartimento regionale del Lavoro, che tra il 2003 ed il 2004 ha ricoperto lincarico di capo dellUfficio del Lavoro di Messina che iniziative ha inteso intraprendere, rispetto alle denunce, alla diffida accertativa ed alle indagini in corso?
Dalle citate indiscrezioni ci risulta che il dipartimento Lavoro oltre a quello della Formazione professionale, entrambi coordinati dalla dottoressa Anna Rosa Corsello abbia ricevuto relazioni dallispettorato, denunce dei lavoratori, molti dei quali si sono presentati presso il Supl di Messina. Di tutto questo è al corrente al dottoressa Corsello? E comunque non si è fatto nulla
Di più: un presunto uso distorto delle integrazione extra budget per via di assunzioni post trentuno dicembre 2008 avrebbe avviato un autonomo filone di accertamento.
Tutto questo quadro di irregolarità però non sarebbe sufficiente a dimostrare la gravità dello status economico dellEfal, al punto da ottenere un finanziamento che non sarebbe servito vista le decisione di chiudere comunque lente.
Il ‘caso’ Enaip di Ragusa
LEnaip di Ragusa, ente fondato dalle Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli), nel mirino della magistratura sarebbe interessato da unindagine della Guardia di Finanza sulla gestione, su possibili sui corsi fantasma pare presso le sedi di Comiso e Vittoria e sui ritardi dei pagamenti agli allievi, ai lavoratori ed ai fornitori.
Le indagini sarebbero iniziate circa un anno e mezzo. Sembra certo che, da alcune settimane, le Fiamme Gialle avrebbero presentato linformativa preso la Procura della Repubblica. Indagini che avrebbero portato allemissione di alcuni avvisi di garanzia. Tra le irregolarità ravvisate dagli inquirenti, lapposizione di firme false nei registri di classe anche di persone che risultavano a lavorare in alcune aziende del Ragusano. Ritardi nei pagamenti degli stipendi del personale, delle indennità degli allievi e dei fornitori.
Tanti sono i decreti ingiuntivi da parte dei dipendenti, dei fornitori e degli allievi. Alcuni con sentenza esecutiva e relativo pignoramento delle somme. I citati dirigenti dellEnaip di Ragusa pare siano chiamati a rispondere di truffa aggravata, associazione a delinquere, falso e indebita percezione di fondi pubblici ai danni della Regione siciliana. Pare anche che sia stata inoltrata una richiesta di sequestro preventivo dellEnte per evitare che la dirigenza possa accedere ai fondi pubblici fino a quando non saranno chiuse le posizioni.
Intanto lEnaip di Ragusa ha ricevuto il finanziamento complessivo di circa un milione e duecentomila per il Piano giovani nel marzo 2014, di cui percepito già il 25 per cento che è servito a pagare solamente due stipendi al personale dipendente.
Ciò che lascia perplessi è che, nonostante il gran casino, lente continua ad operare senza che allassessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra e alla dottoressa Corsello sia passato per la mente di sospendere, se non addirittura revocare, laccreditamento allEnaip di Ragusa.
Il quadro non è confortante, perché oltre alle indagini in corso vi sono i controlli ispettivi dellAmministrazione regionale, effettuati molti mesi addietro su richiesta di un gruppo di lavoratori, che avrebbero fatto emergere un ammanco di 380 mila euro.
Anche la situazione sul versante degli allievi appare poco chiara: in molti attendono dal 2005 di percepire lindennità di frequenza. Così come per i dipendenti le spettanze maturate e non percepite, dal 2009 ad oggi, vanno da un minimo di sette ad un massimo di diciotto. E poi vi sarebbe la vicenda, tutta da chiarire, dei licenziamenti di sette lavoratori che hanno fatto opposizione al provvedimento dellente considerato dagli interessati illegittimo. Si attende nei prossimi giorni la decisione del giudice del lavoro. La questione resta aperta e ingarbugliata ma nessun provvedimento è stato assunto.
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