Iacp, processo a rischio prescrizione Libera: «Sarebbe una ferita intollerabile»

Uno scandalo su assegnazioni di alloggi popolari che risale nel tempo fino a sei anni fa, un danno erariale stimato in più di 30 milioni di euro e un ex direttore generale accusato di falso ideologico, truffa e abuso d’ufficio che è ancora a capo della direzione contabile dell’ente che si è costituito parte civile nel procedimento nei suoi confronti. Sono le premesse del processo sulla presunta cattiva gestione dell’istituto autonomo case popolari (Iacp) di Catania, che comincia oggi a carico di 12 imputati tra cui l’ex direttore Santo Schilirò Rubino, il figlio Ettore – accusato insieme ad altre sette persone di aver beneficiato di immobili dell’istituto senza averne i requisiti – e  i tre dipendenti Giuseppe Caruso, Anna Tusa e Adele Fiorello.

La prima udienza arriva dopo un anno dal rinvio a giudizio e, a causa dei ritardi processuali, il procedimento rischia la prescrizione. Per scongiurarla l’associazione catanese Libera – Nomi e numeri contro le mafie ha rivolto un appello al tribunale di Catania, alla Corte dei conti ed alla regione Sicilia, affinché con la massima rapidità si faccia chiarezza sulla vicenda. «Una prescrizione in questo processo – si legge in una nota dell’associazione – costituirebbe un’altra intollerabile ferita alla nostra città», perché «lo scandalo Iacp – continua – colpisce i diritti della fascia più debole della popolazione, alla quale la cattiva gestione dell’ente nega l’accesso alle abitazioni a basso costo».

Nell’attesa che cominciasse il processo, molte sono state le polemiche che hanno coinvolto non solo l’ex direttore generale, ma anche l’attuale commissario dell’ente – l’ingegnere Antonio Leone – e la regione Sicilia, che ha il compito di vigilare sull’operato dell’istituto. Ma andiamo con ordine. Santo Schilirò Rubino, dipendente Iacp dal 1972, lo ha diretto per 16 anni, dal 1998. É accusato di aver gestito l’ente pubblico in maniera personalistica e poco trasparente. In una relazione del 2009, redatta dagli ispettori inviati dalla Regione, si legge infatti che Schilirò ha «accentrato a sé numerose cariche gestionali dell’istituto giustificando tale operato con la mancanza di figure dirigenziali idonee». E attribuito «incarichi ad alcuni dipendenti a lui legati da vincoli di parentela o di semplice amicizia personale». Come la moglie e la nuora. Secondo l’accusa, tra gli anni 2006 e  2010, avrebbe falsato gli atti dell’istituto, coinvolgendo i tre dipendenti imputati, e assegnato immobili a persone non idonee, come il figlio Ettore. Eppure, nonostante le accuse e il processo, è ancora il responsabile dell’area contabile dell’ente.

Anche dopo il rinvio a giudizio del dicembre 2011 e i dubbi sulla validità del suo incarico, che risultava scaduto a ottobre, Schilirò rimane seduto alla sua poltrona, senza alcuna intenzione di dimettersi dal ruolo di direttore generale e dichiarandosi «vittima dei sindacati e delle denunce». Fino a quando la Regione, nella persona dell’assessore regionale alle Infrastrutture Pier Carmelo Russo, dopo settimane di silenzio, si pronuncia contro il mantenimento dell’incarico e lo denuncia alla procura. Parte contemporaneamente una segnalazione anche per il commissario straordinario dello Iacp etneo, Antonio Leone. L’ingegnere, unico soggetto autorizzato a sospendere il direttore generale, chiedeva del tempo per decidere, per via di «un problema tecnico»: il dubbio sul fatto che il contratto valido per giudicare la posizione di Schiliro dovesse essere quello regionale, che impone la rimozione dall’incarico dei dipendenti rinviati a giudizio, o quello locale, per cui non vale quella norma.  «Così l’ingegner Leone frappone ulteriore tempo rispetto agli atti dovuti. Il suo atteggiamento è certamente dilatorio. Ad accertare se sia anche omissivo sarà la procura. E in quel caso si agirà di conseguenza», denunciava con forza Russo.

Ma la pace tra i due è presto fatta. Ad aprile Leone è stato riconfermato come commissario dell’ente – per cui non ha ancora nominato un nuovo direttore generale – su indicazione proprio di Russo, «al fine di evitare soluzioni di criticità nella gestione dell’istituto», si legge nella delibera di conferma a firma dell’allora governatore Raffaele Lombardo.  «Dopo la mia segnalazione Leone è rinsavito», si giustificava l’assessore, interpellato dal nostro giornale. E di fronte alla forte perplessità suscitata dal vedere chi è indagato per truffa lasciato a capo della funzione che si occupa proprio della gestione dei conti, spiegava che «è in corso un’attività ispettiva e fino a quando non si concluderà, tutti devono essere ritenuti innocenti».

In attesa del processo, il lavoro dell’istituto è stato rallentato, non solo dalla mancata nomina di un direttore generale, ma anche da nuovi problemi e denunce, legati all’attribuzione del posto di dirigente dell’area legale. L’assegnazione per titoli ed esami del ruolo all’avvocato Vincenzo Martines è contestata da un’altra concorrente che ha fatto ricorso al Tar, Daniela Castronovo. Secondo cui il vincitore non sarebbe in possesso dei requisiti di partecipazione indicati nel bando. Ma questa è un’altra storia, e un altro procedimento. Oggi sul banco degli imputati salirà Santo Schilirò Rubino, che un anno fa non voleva dimettersi perché pensava alla pensione. «L’anno prossimo andrò in pensione, dovrei rovinarmi la pensione? Chiedo solo di essere lasciato in pace un altro anno», diceva. E con il rischio della prescrizione dietro l’angolo per il processo, il suo desiderio sembra sempre più vicino a diventare realtà.

[Foto di Guido Andolfato]


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Comincia oggi il procedimento nei confronti dell'ex direttore generale e di tre dipendenti dell'Istituto autonomo case popolari di Catania, accusati - a vario titolo - di abuso d’ufficio, truffa e falso ideologico. Le vicende, per cui sono stati rinviati a giudizio nel dicembre del 2011, risalgono al 2006. «Chiediamo rapidità e chiarezza», dichiara l'associazione Libera che alza la voce contro il rischio della prescrizione

Comincia oggi il procedimento nei confronti dell'ex direttore generale e di tre dipendenti dell'Istituto autonomo case popolari di Catania, accusati - a vario titolo - di abuso d’ufficio, truffa e falso ideologico. Le vicende, per cui sono stati rinviati a giudizio nel dicembre del 2011, risalgono al 2006. «Chiediamo rapidità e chiarezza», dichiara l'associazione Libera che alza la voce contro il rischio della prescrizione

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]