I vini siciliani finiscono su quotidiano irlandese Il Nero d’Avola viene presentato come calabrese

Consapevoli che le possibili conseguenze della Brexit non dovrebbero riguardare il proprio Paese, se non in un rilancio della questione unionista con il Nord, in Irlanda si guarda con interesse ai vini siciliani. È il quotidiano Indipendent che lo fa presentando alcuni tra i migliori rossi dell’Isola. Con tanto di indicazione di prezzo e consigli per abbinarlo. 

In molti casi, vengono citate produzioni che comprendono il Nero d’Avola. Il vitigno siracusano, però, viene descritto come «calabrese». Non si tratta, tuttavia, di un banale errore geografico, quanto della italianizzazione – quella sì errata – del nome originario del celebre Nero, conosciuto in dialetto come calaulisi.  A sua volta derivante da calea (uva) e aulisi (avolese). Il rimando alla vicina regione, tuttavia, ha ragioni anche economiche. Nei secoli passati produttori ed esportatori siciliani per attirare maggiormente il mercato internazionale, su tutti quello francese, più affascinato dalle bottiglie provenienti dal sud della penisola parlavano del Nero d’Avola come di un vino, appunto, calabrese. 

Oggi, comunque, il Nero d’Avola viene apprezzato con il suo nome e delizia il palato anche di chi, per tradizione, è più avvezzo ai sapori della birra. 

La prima bottiglia presentata dalla testata irlandese è il Nerello mascalese & Nero D’Avola (2014, Il Passo, Terre Siciliane Igt), da bere accompagnato a uno stufato di carne con peperoni e timo. Si passa poi al Sherazade Nero D’Avola (2014, Donnafugata, Sicilia Doc), che per l’Indipendent si sposa perfettamente con una pizza ai peperoni; e al Nero D’Avola (2014, Zabù, Terre Siciliane IGT) da gustare con l’agnello. Spazio poi al Cabernet Sauvignon (2014, Mandrarossa, Sicilia Doc) e Nero D’Avola (2013, Baglio del Sole, Terre Siciliane Igt), da associare alle lasagne. Chiude la lista il Nero D’Avola (2014, Inycon, Sicilia Doc), che andrebbe sorseggiato accompagnandolo a una lombata. I prezzi? Si va dai 12,95 ai 19,99 euro. Nella speranza che il vento della Brexit non soffi sul mare d’Irlanda. 


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