“I tempi che cambiano”. Ottima l’accoppiata Deneuve-Depardieu

Titolo: I tempi che cambiano (Les temps qui changent). Regia: André Téchiné. Soggetto e Sceneggiatura: André Téchiné, Laurent Guyot, Pascal Bonitzer. Fotografia: Julien Hirsch. Musica: Juliette Garrigues. Montaggio: Martine Giordano. Interpreti: Catherine Deneuve, Gérard Depardieu, Gilbert Melki. Produzione: Gemini Films, France 2, Canal +. Origine: Francia 2004. Durata: 90’.

In mezzo ad una programmazione di fine-inizio stagione non esaltante, oltre che alle solite McProduzioni americane da fast food cinematografico, si riesce comunque a trovare qualcosa di valore e di interesse da andare a vedere nelle sale. Ad esempio “I tempi che cambiano” del molto dotato regista francese André Téchiné (Niente baci sulla bocca, L’età acerba). Nella Tangeri dei giorni nostri gli incroci amorosi, sessuali ed esistenziali di una famiglia franco-marocchina persa tra il romantico ricordo di un passato ormai andato, un presente confuso ed incomprensibile ed un futuro carico di speranza. In apparenza un semplice film sentimentale, “I tempi che cambiano” è in realtà un’opera estremamente complessa dove vari piani tematici si incrociano ripetutamente all’interno di un plot tutto collaudato.

Ambientato nella città che può essere considerata il cancello di uscita e di ingresso dell’Europa e dell’Occidente (quella Tangeri della storica colonizzazione francese e del protettorato statunitense), la pellicola mette in risalto in maniera forte, ma al tempo stesso non invasiva, le varie problematiche di una società ormai smarrita dentro le contraddizioni di una incomprensibile moderna esistenza. I personaggi si muovono nelle loro peregrinazioni sentimentali in mezzo a situazioni in cui bucolici paesaggi boschivi si mischiano a realtà emigrative sud-nord di estrema drammaticità sociale. Il valore del film è infatti racchiuso tutto qui: cioè nella capacità di mediare con estremo equilibrio tra i vari incroci narrativi, creando una perfetta sintesi tra il personale e l’universale esistenziale, tra il serio ed il faceto, fra egoismo ed altruismo, tra riflessione ed evasione. Similarmente, in pratica, con quanto accade quotidianamente nella vita di tutti noi fuori dalla celluloide.

Tecnicamente non una pellicola molto complessa che si appoggia completamente sulla bravura recitativa dei suoi interpreti (su tutti la coppia Deneuve-Depardieu) e sulla bravura del regista dietro la macchina da presa nel creare originali movimenti di inquadratura e di situazioni. Molto bella anche la colonna sonora (soprattutto il pezzo sui titoli di testa-coda) basata su musicalità di affascinante e narrativamente calzanti atmosfere africane. Se riuscite a resistere all’attrattiva dei blockbuster preconfezionati presenti in massa in questo periodo nelle nostre sale, “I tempi che cambiano” è certamente un’opera che vale la pena vedere.

 

davidefbrusa

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