Nella classifica del Sole24Ore, tra i siciliani bene i primi cittadini di Caltanissetta e Siracusa. Agli ultimi posti Damiano (Trapani), Accorinti (Messina) e Piccitto (Ragusa). Secondo Antonio La Spina, docente della Luiss, «il fatto che il migliore sia quello di Lecce, dimostra che le emergenze si superano, se si lavora bene»
I sindaci più amati, primo l’agrigentino Firetto «Le difficoltà non precludono l’apprezzamento»
Nella classifica sul gradimento degli amministratori siciliani, realizzata dall’Ipr Marketing per il Sole24 ore, Lillo Firetto, sindaco di Agrigento conquista il miglior piazzamento dei siciliani. Firetto, che era stato già sindaco di Porto Empedocle al suo primo mandato nel capoluogo, ha fatto registrare un gradimento del 57,7 piazzandosi al ventesimo posto nella classifica nazionale.
Dal 1993, anno in cui entrò in vigore l’elezione diretta dei sindaci, è cambiato il mondo. Dal partito dei sindaci che doveva costruire piccoli leader in erba in grado di monetizzare elettoralmente una proiezione di valore nel tempo, si è passati alla terra di nessuno in cui i problemi nei territori sono diventati molteplici e i minori trasferimenti sempre più consistenti. I tagli ai Comuni siciliani da parte della Regione quest’anno vanno oltre i 120 milioni di euro. Secondo Antonio La Spina, docente di Sociologia del diritto e Analisi e valutazione delle politiche pubbliche alla Luiss di Roma, «ci sono alcuni sindaci che hanno un piglio più manageriale ed interventista rispetto ad altri, e perciò riscuotono gradimento. Il fatto – continua – che il primo a livello nazionale sia risultato il sindaco di Lecce, del profondo Sud, riflette il dato che le emergenze e le difficoltà non precludono l’apprezzamento, se si lavora bene. Il sindaco oggi ha molte risorse, leve non economiche che può e che deve toccare, perché di quelle economiche ce ne sono sempre di meno. Riscontrano favore quelli che compiono scelte audaci e diverse».
Anche la scelta del primo cittadino, la figura istituzionale più prossima ai cittadini, ha subito gli effetti della sfiducia nella politica. «Dove si è registrato un elevato astensionismo – spiega La Spina – ci sono stati sindaci eletti con il 30 per cento del voto degli aventi diritto, che però sono poi riusciti a ottenere più del 50 per cento di gradimento. Questo significa che hanno avuto un incremento anche forte. Poi bisogna considerare che ci sono sindaci al secondo mandato e altri al primo. Chi amministra per molti anni è più usurato quanto a consenso, ma si potrebbe anche permettere scelte impegnative, essendosi assestato. Invece chi è stato eletto da poco è seguito dalla gente, ma magari deva ancora consolidarsi». Il sondaggio si fonda su un campione rappresentativo di tutti gli elettori, per ciascun Comune capoluogo sono state intervistate 600 persone. Secondo l’ex primo cittadino di Enna, Paolo Garofalo, invece «molte di queste rilevazioni tendono a crescere nella prima fase del mandato successivo alle elezioni, e in ogni caso il calo diventa fisiologico nel tempo. Più sono alte le aspettative, più alto è il potenziale effetto boomerang».
Un rapporto delicato dunque fatto di percezione e di aspettative tra un sindaco e la sua città. Nella lista dei siciliani ancora in evidenza il primo cittadino di Caltanissetta Giovanni Ruvolo, 33esimo, poco più giù, 38esimo, il sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo. Al 63esimo posto, a pari merito, Maurizio Dipietro, di Enna, ed Enzo Bianco, Catania; Leoluca Orlando, primo cittadino di Palermo, si piazza 77esimo. Gli ultimi tre sono il sindaco grillino di Ragusa, Federico Piccitto, 86esimo; Renato Accorinti a Messina, 89esimo e Vito Damiano, sindaco di Trapani, 97esimo.