A quanto pare, il commissario dell'azienda ospedaliera, giacomo sampieri, avrebbe scoperto alcuni 'altarini'. Ora i potenti della sanita' siciliana temono un effetto domino negli altri ospedali pubblici dell'isola
I retroscena (e gli affari) del ‘caso’ Villa Sofia Cervello: dall’Alpi ‘extralarge’ alle Sdo ‘gonfiate’
A QUANTO PARE, IL COMMISSARIO DELL’AZIENDA OSPEDALIERA, GIACOMO SAMPIERI, AVREBBE SCOPERTO ALCUNI ‘ALTARINI’. ORA I POTENTI DELLA SANITA’ SICILIANA TEMONO UN EFFETTO DOMINO NEGLI ALTRI OSPEDALI PUBBLICI DELL’ISOLA
In questi giorni le cronache di quasi tutti i giornali siciliani si stanno occupando dell’Azienda ospedaliera ‘Villa Sofia-Cervello’ di Palermo. E, precisamente, del Commissario straordinario, Giacomo Sampieri, e del primario di Chirurgia plastica, Matteo Tutino. Improvvisamente, Sampieri e Tutino sono diventati i ‘cattivi’ da punire.
Al di là del lavoro che farà la magistratura, verso la quale nutriamo il massimo rispetto, noi abbiamo cercato di capire che cosa c’è dietro questo tam tam mediatico. Proviamo descrivere, per sommi capi, che cosa abbiamo scoperto.
Abbiamo scoperto, per esempio, che il Commissario Sampieri ha messo mano ad uno dei settori che, di solito, non riceve particolari attenzioni dai manager della sanità pubblica: l‘Alpi allargato.
L’Alpi è un acronimo che sta per Attività libero professionale intramuraria. Si tratta dei medici ospedalieri – in questo caso degli ospedali Villa Sofia e Cervello di Palermo – che svolgono la propria attività di medici pubblici anche fuori dall’Azienda. Questi medici, secondo la legge, devono riconoscere all’Azienda – in questo caso all’Azienda ‘Villa Sofia-Cervello’ – una parte dei soldi che introitano con le visite.
Bene, il Commissario Sampieri ha ricondotto tutte le attività di Alpi cosiddetta ‘allargata’ ad Alpi pura. Detto in parole semplici, i medici di Villa Sofia e Cervello che svolgono tale attività, adesso debbono svolgerla dentro le ‘mura’ dei due ospedali: cioè nei locali di Villa Sofia e del Cervello.
Perché il Commissario Sampieri ha fatto questo? Perché, nella confusione, alcuni medici finivano per visitare pazienti che non arrivavano attraverso il Cup, sigla che sta per Centro unico di prenotazione.
Inoltre, c’era anche il dubbio – sempre a causa di questa maledetta confusione – che molti medici, per fare bene il proprio lavoro, potevano dimenticare di rilasciare la fattura. Cosa, questa, che metterebbe a rischio i medici per lavoro nero. Facendo venire meno, là dove ciò si fosse verificato, le entrate per l’Azienda ospedaliera…
Insomma, c’è il rischio, ormai sventato, che l’Alpi allargata fosse un po’ troppo ‘larga’: come certi pantaloni o certe gonne che, provati e provate in negozio, risultano piuttosto larghi e larghe: in questi casi si ricorre a misure più strette…
Un altro settore dove l’attuale gestione dell’Azienda ospedaliere ‘Villa Sofia-Cervello’ ha messo mano è quella delle Sdo: acronimo che sta per Schede di dimissioni ospedaliere. Molte di queste Sdo, a quanto pare, non erano corrette.
Nella vecchia gestione del reparto di Chirurgia plastica di Villa Sofia – quella precedente alla gestione Tutino – queste Schede sarebbero state gonfiate. Per essere precisi, il 43 per cento circa delle Schede della Chirurgia plastica del 2012 sarebbero risultate alterate.
A questo punto servono alcune precisazioni per i nostri lettori. Quando le Sdo sono elevate, l’Azienda ospedaliera che le presenta incassa di più, perché il fatturato aumenta. Chi presenta Sdo più ‘pesanti’ può spendere di più in acquisto di attrezzature.
Questo passaggio è fondamentale. Se le Sdo sono elevate perché il lavoro di un reparto è stato maggiore, la maggiorazione degli acquisti di attrezzature risulta giustificata. Ma se le Sdo sono ‘gonfiate’, beh, il reparto ospedaliero acquista attrezzature in più.
Il dubbio è che al reparto di Chirurgia plastica di Villa Sofia ci possano essere stati acquisti di attrezzature in eccedenza. Di fatto, un danno per la collettività. E un guadagno in più per chi ha venduto tali attrezzature, risultate in parte non utilizzate.
Alcuni di questi acquisti, tra le altre cose, sarebbero stati effettuati senza l’autorizzazione dei vertici dell’Azienda.
Sempre per la cronaca, questa maggiorazione delle Sdo, come già ricordato, gonfiava il fatturato dell’Azienda ospedaliera. Anche questo particolare è importante. Una volta scoperto questo meccanismo – che rendeva più competitiva quest’Azienda ospedaliera, comunque a spese della collettività – il fatturato della stessa Azienda si è abbassato. Proprio in questo caso, è un fatto positivo, perché ha ridotto gli esborsi a carico della collettività. Qualcuno, chissà perché, l’ha scambiato come un fatto negativo per l’Azienda ospedaliera. Ma, in realtà, dal punti di vista dell’interesse pubblico, è vero l’esatto contrario.
Un’altra questione che abbiamo riscontrato leggendo le ‘carte’ riguarda gli acquisti di attrezzature. La nostra attenzione, in particolare, è stata calamitata dall’acquisizione del “Robot Da Vinci”: in pratica, chirurgia robotica. Questo robot è stato acquistato nel 2012, presso un’azienda di Milano.
Un’operazione chirurgica con questo robot costa, in media, 6 mila e 500 euro in più rispetto alla laparoscopia. E ha tempi di preparazione del paziente più lunghi. Insomma, il dubbio è che questo robot, alla fine, non sia stato un grande affare. Anzi.
Un altro elemento degno di nota è un Decreto dell’assessore regionale alla Sanità che autorizza l’Azienda ospedaliera ‘Villa Sofia-Cervello’ a dare vita a un reparto per la Procreazione medicalmente assistita e alla Banca dei tessuti. Cosa, questa, che potrebbe creare qualche problema ai tanti privati che operano in questi settori.
A questo punto ci chiediamo e chiediamo: che cosa succederebbe se tutte le Aziende ospedaliere siciliane avviassero dei controlli a tappeto sull’Alpi allargato e sulle Sdo? Siamo così sicuri che l’ ‘extralarge’ sull’Alpi allargata sia un’anomalia che riguarda solo Villa Sofia e il Cervello? Siamo sicuri che le operazioni sulle Sdo siano una prerogativa di quest’Azienda ospedaliera?
Oppure si sta cercando di sviare l’attenzione fal vero problema, evitando che la ‘crepa’ che si è aperta al’Azienda ‘Villa Sofia-Cervello’ si estenda, come un effetto domino, in altri ospedali pubblici della Sicilia?
Le nostre, è chiaro, sono solo domande.
Villa Sofia-Cervello: si è dimesso il Commissario Giacomo Sampieri