I politici in Sicilia alzano un muro

Mi accingo a fare parte della cittadinanza attiva che ha diritto a esprimere il proprio voto sulla scheda elettorale avendo compiuto da qualche giorno 18 anni. L’idea che mi sono fatta è che la gente ama prendersi in giro da sola eleggendo rappresentanti che non li sapranno né vorranno rappresentare degnamente.
Quanti politici pensano veramente al bene del popolo? In ogni azione politica il cittadino della strada ha la sensazione che gli “onorevoli” intravedano un espediente per guadagnare e ciò ingenera un forte clima di sfiducia negli uomini e conseguentemente nelle istituzioni dove questi operano.
La sensazione che appare a chi sta dall’altra parte del “muro della politica” è che ci sia anche qualche “padre di famiglia” che cerchi di affermare le proprie idee in favore del popolo, ma che non sia mai realmente convinto di poter far cambiare qualcosa.
Così abbocchiamo alle belle parole di qualche bravo oratore che vuole solo prendersi gioco di noi. Noi Siciliani, poi, abbiamo pure un governo e un parlamento regionale, ma a che pro? Come ci rappresenta? E’ un governo quasi inesistente ai nostri occhi, un governo che non ci fa capire che ci ama, che non sembra fare nulla concretamente per i giovani siciliani.
La Sicilia potrebbe essere la Florida del Mediterraneo e, invece, niente! E’ di certo un’attrattiva turistica, ricca di verde, circondata dal mare, e non meno ricca di storia.
Porto l’esempio del mio paese – Balestrate – un piccolissimo paese dove soltanto il porto potrebbe rappresentare una fonte di sviluppo e di turismo, una struttura costata parecchi miliardi delle vecchie lire e che potrebbe ospitare circa settecento imbarcazioni; ma nonostante l’opera sia stata realizzata da diversi anni è tutto bloccato. Non funziona. Cosa fa la il governo regionale per risolvere la questione? Tutto sembra immobile. L’unica cosa certa è che non abbiamo notizia di azioni da parte dei Dipartimenti regionali competenti. non abbiamo notizia delle cosiddette “conferenze di servizio” che potrebbero portare – una volta per tutte – a risultati tangibili.
A nessuno sembra interessare Balestrate: che i cittadini restino lì a marcire nell’abbandono e nel sottosviluppo: sembra questo il sottofondo di un’eco che rimbomba nelle orecchie degli abitanti del posto. Neanche le “quattro” barche dei pescatori attraccate potrebbero stare lì attraccate; e allora i pescatori, marinai e tutti coloro che vorrebbero intraprendere attività turistiche con le loro imbarcazioni nel loro porto si trovano sanzionati e multati.
Pesca, pesca sportiva, diving e tante altre attività potrebbero partire da questo piccolo porto. E invece… siamo condannati dalla politica che non ama questa terra a restare nell’oblio e nel sottosviluppo economico.
Magari dietro c’è una prassi complicata da attuare che non conosco. Ma abbiamo politici e burocrati così inesperti come me, diciottenne che si affaccia al mondo “dei grandi” per la prima volta? Eleggiamo politici così incapaci di fare il proprio dovere? Il loro lavoro non dovrebbe essere quello di rendere semplici prassi e situazioni di cui noi, normali cittadini, non abbiamo le competenze?
Mi chiedo quante situazioni simili a quelle del porto del mio paese ci siano in tutta la regione. Ma forse la risposta è un’altra: i nostri politici non ci amano. Non amano il popolo di cui dovrebbero sentirsi custodi. Non amano niente e nessuno eccetto, credo, i propri interessi personali e il danaro, come dimostrano anche i lauti compensi che riservano a se stessi.
Dovrebbero essere come buoni “padri di famiglia” di una grande Sicilia e dovrebbero considerare noi, popolo siciliano, come tanti figli in funzione dei quali vivere e agire. Ma, evidentemente, non ci considerano neanche figliastri, piuttosto mi sembra che assomiglino di più alla figura dei lenoni sempre più in cerca di vittime da sfruttare.

 


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