I nodi della formazione professionale secondo Crocetta

La formazione professionale necessita di un cambio di atteggiamento prima che marcia. Una nuova direzione, a cominciare proprio da chi eroga l’informazione a tutto tondo. Basta con gli attacchi, le critiche feroci e le denuncie di sprechi ed irregolarità. A questo si dedicano ogni giorno le autorità preposte. La politica e le parti sociali hanno il dovere di mettere mano ad un’agenda dei lavori con l’obiettivo di ripristinare certezza delle regole e qualità del servizio.

Per farlo appare opportuno prendere le mosse proprio dalle parole pronunciate da Rosario Crocetta oggi a Sala d’Ercole, sede dell’Aula all’Assemblea regionale siciliana (Ars). Il presidente della Regione siciliana ha più volte ribadito la necessità di volere ripristinare le regole nel settore della formazione professionale. E per farlo occorre che si eliminino le stranezze e le irregolarità, almeno dal punto di vista normativo ed amministrativo. Su eventuali risvolti di altra natura la magistratura farà il suo seguito.

Veniamo al ragionamento del governatore. “Nella Formazione – ha detto Crocetta – sono accadute cose strane. Come l’azienda alla quale la Regione ha dato 20 milioni per gli stipendi dei lavoratori, ma quei lavoratori non li hanno ricevuti. Chiedo ai lavoratori di non farsi strumentalizzare: il Governo li tutelerà. Ma verrà eliminata ogni forma di privilegio e malaffare. Verranno eliminate poi le forme di incompatibilità: la moglie di Cesare deve essere la più severa di tutti”.

E’ chiaro che il presidente Crocetta dimostra di conoscere le vicende legate agli ultimi due anni di vita della formazione professionale siciliana. “Nella formazione professionale – ha aggiunto – spesso non si ha nemmeno contezza sul numero certo degli alunni, se i locali sono gli stessi, ma vengono pagati due volte, o di dipendenti che si fanno versare i soldi nei loro conti corrente. Non vogliamo fare macelleria sociale: una cosa sono i formatori stabili, che hanno un contratto stabile, un’altra cosa i formatori occasionali. E perché devono essere pagati così tanto?”.

Diversi i profili toccati. Argomenti nei mesi scorsi sviscerati dalle pagine di questo giornale in tema di costi sostenuti per le spese generali degli Enti formativi non sempre chiari. Così come più volte abbiamo sostenuto le ragioni dei lavoratori vessati dalla mancata applicazione delle leggi regionali di settore. Adesso è il momento di voltare pagina, parlare in positivo, mettere in sicurezza i lavoratori e restituire serenità al settore.

Diverse sono le ipotesi al vaglio. Intanto riorganizzare il settore intorno ad un’agenda Crocetta che parta dalla ricognizione delle risorse regionali, nazionali e comunitarie. Introdurre strumenti di sostegno e garanzia per la platea dei lavoratori, oltre 10 mila addetti. Accelerare l’ingresso nel sistema di incentivi alla fuoriuscita volontaria di parte dei lavoratori. Introdurre lo strumento del prepensionamento volontario per chi è già in possesso dei requisiti minimi. E per farlo diviene indispensabile avviare il “Piano Barca” in Sicilia, che prevede anche la ristrutturazione degli Enti formativi.

Valutare anche l’opportunità di ritornare ad un sistema sovvenzionato dove gli Enti formativi, senza finalità di lucro, possano, nella qualità di Enti strumentali della Regione siciliana, attuare l’offerta formativa istituzionale (di base e sociale). Lasciare libero l’accesso anche agli Enti gestori operanti con la forma giuridica di società di capitali per la formazione specialistica erogata con gara di appalto pubblico. Una netta demarcazione tra diverse offerte formative che mirano ad obiettivi diversificati. Rivedere il procedimento di accreditamento degli Enti. Introdurre il principio della territorialità specialistica dell’offerta formativa per evitare l’erogazione dell’identica formazione da diversi Enti.

Sono solamente alcuni degli spunti raccolti da diversi operatori che abbiamo riportato nel presente articolo. Intendiamo sostenere ogni iniziativa finalizzata a supportare idee e proposte migliorative per scardinare ogni ombra e illegalità nel settore della formazione professionale. Settore che resta strategico nelle politiche di rilancio del mercato del lavoro.

 


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