I giochi di guerra NATO-Russia tra Calabria e Sicilia

IN UN CONTESTO DI ALTA TENSIONE INTERNAZIONALE LA FLOTTA DI SCORTA ALLE ARMI-CHIMICHE SIRIANE RIMANE NELL’AMBITO DELL’INTESA NATO-RUSSIA. INTANTO LA GIOVANE MINISTRA DEGLI ESTERI ITALIANA CERCA CONTATTI

 

di Gabriele Bonafede

Una decina di giorni fa, quando la tensione era già altissima in Ucraina, NATO e Russia hanno diramato una curiosa notizia passata quasi sotto silenzio. Lo hanno fatto concedendo un’esclusiva all’agenzia tedesca Reuters, debitamente pubblicata nella pagina internazionale dell’autorevole organo di stampa il giorno di San Valentino.

Cape Ray

Dal titolo “Russia e Nato programmano operazioni congiunte per le armi chimiche siriane” è leggibile in inglese a questo indirizzo: http://www.reuters.com/article/2014/02/14/us-syria-crisis-russia-nato-idUSBREA1D0Y120140214.

Per chi non può leggere in inglese, riassumiamo: la Reuters dice che in occasione del trasporto delle armi chimiche a Gioia Tauro e la successiva neutralizzazione a largo delle coste siciliane e calabresi, NATO e Russia avranno modo di cooperare in una missione che sembra essere anche una specie di esercitazione congiunta.

Nave da guerra russa “Pietro il Grande”

Come abbiamo scritto qualche settimana fa, e come confermato anche da questa notizia, la flotta di scorta delle navi-cargo danese, norvegese e americana che si occuperanno del trasbordo e distruzioni delle armi chimiche siriane,  è composta da quattro fregate e un incrociatore nucleare russo molto potente, con a bordo 350 missili. Le quattro fregate sono una cinese e tre dell’alleanza NATO (Gran Bretagna, Danimarca e Norvegia).

La NATO, nello stesso comunicato, fa capire di aver accettato la cooperazione russa a scopo distensivo e proprio per un’occasione storica di cooperazione, non perché avrebbe avuto bisogno di un incrociatore: “la protezione può essere assicurata dagli USA da soli”, si legge. E infatti sono molte e potenti le navi da guerra e le flotte USA e NATO al momento nel Mediterraneo. Nei giorni scorsi altre navi da guerra sono approdate nella base spagnola di Rota (sull’oceano atlantico vicino al Marocco), dove dovrebbe esserci ormai anche la Cape Ray, la nave-laboratorio per la distruzione delle armi chimiche, in attesa.

Nave da guerra danese Esbern Snare

Forti e potenti sono anche le flotte di stanza nel Mediterraneo che non fanno parte della NATO, in particolare la flotta russa, che al momento conterebbe altri incrociatori della stessa classe del  “Pietro il Grande”, quello scelto per l’operazione armi-chimiche tra Calabria e Sicilia. In pratica, tre di questi incrociatori contengono più di mille missili e possono recarsi vicino alle coste siciliane e calabresi in tempi relativamente brevi, per giunta facilitate dalla decisione del precedente governo italiano di rendere disponibile il porto di Gioia Tauro per il trasbordo delle armi chimiche siriane.

Portaerei USS Harry Truman

Nel quadro delle tensioni internazionali che attraversano l’Europa in lungo e in largo, gli unici che si sono opposti a questo tipo di decisioni, prese senza consultare né sindaci né popolazioni calabresi e siciliane, sono proprio i 33 sindaci dell’area di Gioia Tauro, sostenuti da gran parte dei preoccupati cittadini che ivi risiedono.

Dall’estate scorsa, oltre alla “Piotr Veliky “ (“Pietro il Grande”) sarebbero almeno undici le navi da guerra russe nel Mediterraneo: la ‘Yamal’, la ‘Aleksandr Shabalin’, la ‘Admiral Nevelskoy’, la ‘Peresvet’, la ‘Novocherkassk’, la ‘Minsk’ e  la ‘Nikolay Fylchenkov’; la grande nave anti-sottomarini  ‘Admiral Panteleyev’; la nave-scorta ‘Neustrashimy’; nave da pattuglia di scorta  ‘Smetlivy’ e  l’incrociatore missilistico ‘Moskva’.

Forze navali attorno al Mediterraneo estate 2013.

Tra le navi USA ci sarebbero le portaerei  ‘Nimitz’ and ‘Harry S. Truman’; gli incrociatori missilistici  ‘Gettysburg’e  ‘San Jacinto’ e altre navi da guerra, oltre a numerosi aerei militari di stanza nelle basi in Sicilia e altrove.  Ci sarebbe anche la fregata francese  ‘Chevalier Paul’, specializzata in operazioni anti-missili e ovviamente le unità della marina italiane.

Il nuovo Ministro degli esteri, la giovane e poco conosciuta Federica Mogherini (39 anni, nella foto), non avrebbe rilasciato dichiarazioni in merito, tranne questa visibile nel sito del Ministero:

Federica Mogherini

“Il Ministro degli Esteri Mogherini ha avuto in queste ore una serie di colloqui telefonici con l’Alto Rappresentante per la Politica Estera europea Signora Ashton, il Segretario di Stato americano Kerry, il Ministro degli Esteri russo Lavrov, il Ministro degli Esteri francese Fabius e con Venizelos, Ministro degli Esteri della Grecia, Paese che detiene la Presidenza dell’Unione Europea. Con tutti i suoi omologhi, che hanno colto l’occasione per farle i migliori auguri per il nuovo incarico, il Ministro Mogherini ha toccato i principali temi dell’agenda internazionale, con particolare riguardo agli ultimi sviluppi politici in Ucraina, allo scenario post-2014 in Afghanistan e alla situazione in Siria e Libia. Gli stessi Ministri hanno confermato la loro partecipazione alla Conferenza sulla Libia che si terrà a Roma il 6 marzo prossimo.”

Nel dibattito sulla fiducia, un intervento della Lega Lombarda non ha mancato di criticare la scelta di questo ministro che “deve ancora fare tirocinio” in un momento  internazionale molto difficile. Il comunicato dello stesso Ministero sembra ahimè confermare questa valutazione insieme al profilo del Ministro, reso pubblico nello stesso sito ufficiale (alla pagina http://www.esteri.it/MAE/IT/Ministero/Ministro/), dove si evince che l’esperienza della Mogherini  nella diplomazia internazionale è valutabile in termini di pochi mesi, se non di poche settimane. Forse va aiutata.

Difficilmente su questo giornale ci troviamo con un’opinione non lontana da quella di esponenti leghisti. Ma tant’è, e con l’ennesima speranza di sbagliarci.


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