I ‘Forconi’ assediano Palazzo Reale

Le stime ufficiali dicono che ieri, a Palermo, alla manifestazione dei ‘Forconi’ c’erano 10 mila persone. Anche se per gli organizzatori, questa, è una stima in difetto. Ma, al di là dei numeri, resta il significato politico di una giornata particolare. Con i rappresentanti del Movimento che, nel primo pomeriggio, sono stati ricevuti a Palazzo Reale, la sede dell’Assemblea regionale siciliana.
E’ proprio in piazza del Parlamento che, ieri, il corteo dei ‘Forconi’ si è diretto e fermato, dopo aver attraversato via Libertà (previa sosta davanti alla sede della Serit, dalle parti dell’Ucciardone), i quattro Canti di città, Corso Vittorio Emanuele fino ad arrivare, per l’appunto, a Palazzo Reale o dei Normanni.
Nel primo pomeriggio, sempre di ieri, come già ricordato, una delegazione del Movimento, composta da una quindicina di persone, è stata ricevuta dal presidente dell’Ars, Francesco Cascio, e dai capigruppo. Ai rappresentanti del Parlamento dell’Isola i ‘Forconi’ hanno presentato la piattaforna con le richieste che si articolano nei seguenti punti:

1) blocco del trattato con il Marocco “ratificato – si legge nel documento stilato dal Movimento – con i voti favorevoli dei deputati europei italiani del Pd e del Pdl”;

2) dichiarazione dello stato di crisi di “tutto il comparto produttivo”;

3) riduzione del prezzo del carburante;

4) sospensione dei pignoramenti e rifinanziamento delle aziende per due anni con prestiti agevolati;

5) eliminazione di Ici e Imu sui fabbricati rurali e sui terreni;

6) blocco delle cartelle esattoriali e del fermo amministrativo dei mezzi da lavoro;

7) modifica dell’articolo 36 dello Statuto siciliano;

8) riduzione dei pedaggi sui traghetti per le merci siciliane da esportare al Nord;

9) utilizzo dei fondi comunitari non ancora spesi per finanziare le aziende;

10) blocco delle importazioni di grano, olio d’oliva e ortofrutta in attesa di una riforma della politica agraria comunitaria;

11) obbligo per le mense ospedaliere e scolastiche della Sicilia di rifornirsi di prodotti agricoli siciliani, possibilmente biologici;

12) riconferma delle giornate lavorative per i braccianti agricoli;

13) ripristino e finanziamenti delle leggi sulle calamità naturali.

L’aspetto positivo della giornata di ieri – e, in generale, del Movimento dei ‘Forconi’ – è che le proteste e le richieste si vanno sempre più legando alle reali esigenze della Sicilia. Non a caso nella manifestazione, accanto a tante bandiere azzurre, c’erano anche tante bandiere della Sicilia, cioè dell’Autonomia siciliana, ovvero di quei movimenti che, da qualche tempo a questa parte, si battono per il rilancio dello Statuto.
La presenza importante e significativa sotto il profilo culturale e politico è data anche dalla piattaforma rivendicativa, nella quale non troviamo soltanto i motivi cari al Movimento dei ‘Forconi, ma anche rivendicazioni che danno l’idea di una genuina voglia di rilancio delle vere ragioni dell’Autonomia siciliana, dalla richiesta di modifica dell’articolo 36 dello Statuto alla tutela delle nostre produzioni agricole, oggi messe in ginocchio da una globalizzazione criminale e demenziale.
E poi? La strada è ancora lunga. E il fatto che i ‘Forconi’ si siano piazzati a Palermo, a Palazzo Reale, chiedendo segnali precisi alla politica è un fatto nuovo e positivo. Come si legge nel documento-volantivo che ieri i ‘protagonisti del Movimento distribuivano per strada, “nessuno dei punti all’ordine del giorno ha avuto risposta: niente di niente!”. Alla luce di ciò, aver stabilito un canale con la politica siciliana è importante. Soprattutto perché questo canale è rappresentato dal Parlamento siciliano.
E’ chiaro che la protesta, per avere effetti, non si deve fermare qui. E infatti i ‘Forconi’ hanno deciso di presidiare Palazzo Reale. “Non ci fermeremo fino a quando non avremo riguadagnato la nostra dignitàdi uomini e di saremi ripresi nelle mani l’orgoglio di essere siciliani”. Vedremo cosa succederà oggi.

 


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