Domenica in Piazza Europa liniziativa del social network 40xCatania per progettare la primavera di questa città: fantocci con parei e costumi in mezzo al normale degrado urbano . E la prima tappa di un percorso nato dallo scambio di idee in rete
I catanesi? Non sono manichini
“Siamo un gruppo di catanesi, donne, uomini e famiglie di tutte le età che vogliono progettare la primavera di questa città”: così Salvo Grillo, uno dei numerosi membri del social network 40xCatania presenti domenica in piazza Europa, alla manifestazione ‘Azioni Manichini’ prima tappa di un chilometro per la città. “Il social network non intende schierarsi politicamente, ma essere un laboratorio di idee” spiega Simone Di Stefano, creatore del sito.
E infatti la manifestazione è nata per sensibilizzare i cittadini alla civiltà. Come? Attraverso il posizionamento, effettuato dai volontari del network, di numerosi manichini sui simboli della vergogna catanese. L’idea è nata proprio da un’idea che ha preso vita sul web: “Questa è la nostra prima azione reale di denuncia e proposta per infondere nei catanesi un nuovo senso di normalità” spiega Lino Villardita, anche lui membro del network.
La prima tappa della protesta è stata piazza Europa dove i fantocci, posizionati su una piazzola distrutta e davanti alle ‘barricate’ del cantiere di quello che dovrebbe diventare il parcheggio Europa, hanno incuriosito i conducenti d’auto e i centauri che si trovavano a passare di là. A scatenare la curiosità hanno contribuito anche tre giovani percussionisti che si sono prestati a vivacizzare, con la loro musica, l’atmosfera. Molti sono stati i conducenti ignari che si fermavano, rallentando il traffico, per chiedere informazioni. Altri invece sono rimasti indifferenti, infastiditi dal ritardo della ‘solita passeggiatina’ domenicale al lungomare. Per mettere ordine sono persino intervenuti i vigili urbani!
I manifestanti si sono poi spostati, a ritmo di musica, proprio verso il lungomare per sistemare i manichini all’interno degli spartitraffico di plastica: ‘fioriere di rifiuti’ dove prima c’erano delle voragini:“Ci hanno fatto credere che la normalità sia questa. In questa maniera stiamo dimostrando che invece potrebbe essere un’altra” continua Lino Villardita. La protesta ha sostato per un po’ anche a San Giovanni Li Cuti. Le bambole, abbigliate con costumi e parei, sono state posizionate sulla spiaggia come se stessero prendendo il sole. Un modo, questo, per denunciare la presenza di bottiglie di plastica, borse di immondizia e tutto il resto lasciato a marcire, per inciviltà, tra la sabbia e gli scogli. “Sono un cittadino depresso e represso. Dopo dieci anni sono ritornato a Catania e mi sono reso conto che nulla è cambiato. In altre città è molto forte il senso di collettività e il rispetto altrui. Cosa che invece manca qui. Per questo motivo odio e amo allo stesso tempo la mia città. Purtroppo il sole e il mare non bastano” afferma Villardita.
L’indifferenza della gente, accomodata all’interno delle terrazze dei vicini ristoranti, non ha fermato i componenti di 40xCatania, e non solo. Infatti, lasciata la spiaggia, hanno proseguito fino al Monumento dei Caduti all’interno del moderno anfiteatro di cemento armato: esposizione permanente di graffiti e scritte con varia sporcizia a fare da contorno. “Ottocento sono le firme che sono state presentate al comune per suggerire dei referendum. Il documento non è stato ancora vagliato. Se ciò accadrà, finalmente potremo farci sentire” grida Claudio Mauceri alla discreta folla seduta sugli spalti dell’anfiteatro. Accanto al monumento, affiancata da tre manichini – uno spiccava con una parrucca rosa – una violinista ha intrattenuto i dimostranti con una sinfonia di Johann Sebastian Bach: Sarabanda. E un’attrice ha declamato dei versi di un componimento dal titolo “Per dimenticare”. Prima di dare l’avvio allo spettacolo Salvo Grillo ha sottolineato: “Non deve finire qui la nostra ansia di protesta. Proprio per questo motivo il prossimo mese ci riuniremo in piazza Verga. Spero che saremo in tanti a difendere il bene comune che di diritto ci appartiene”.