Il video ritrae uno dei momenti con cui i catanesi hanno ormai familiarità. L’autocompattatore Dusty si è fermato, come ogni sera, in via Braille accanto ai cassonetti della spazzatura, vicino all’incrocio di via Vittorio Emanuele da Bormida. Una sera di quest’afosa estate catanese. Da un balcone lì vicino, un cittadino filma lo svuotamento dei contenitori, come norma di colore diverso e ciascuno destinati alla propria frazione. I rifiuti, al contrario di come il cittadino comune dice di aspettarsi, finiscono però tutti insieme nella pancia del mezzo meccanico, sotto la supervisione degli operatori ecologici.
«Come volevasi dimostrare», è il breve commento di chi sta al di qua dello smartphone. Perché anche l’opinione dietro la frase è assai comune in giro per la città. «Ok, facciamo la differenziata, ma che senso ha se poi mettono tutto assieme?». Parole che chiunque almeno una volta ha sentito pronunciare. Sia che si parli dei quartieri dove il porta a porta fa si che, al calar della sera, i marciapiedi siano invasi da sacchi, cartoni e altro; sia nelle ampie zone della città servite ancora dai cassonetti croce e delizia di gestori e utenti. Comodo, in fondo, ritrovarsi il caro vecchio contenitore sotto casa, si direbbe, se non fosse che, nella maggior parte dei casi, quello stesso oggetto è destinato a trasformarsi nella testa di ponte di una discarica abusiva.
Da una parte, dunque, il catanese che deve cimentarsi con la differenziata, in un quadro in cui sembrerebbe che qualsiasi sforzo sia destinato ad essere vano. Dall’altra il Comune di Catania e l’azienda Dusty, gestore del servizio in forza dell’appalto ponte. Pronti a ribaltare la questione. Rossella Pezzino De Geronimo, amministratrice delegata della società, prova a spazzare via ogni retropensiero. «Cosa avremmo dovuto fare? Se il contenuto di ogni cassonetto fosse stato corretto, conferito in maniera differenziata dai cittadini – spiega a MeridioNews – avremmo effettuato la raccolta differenziata». Ma così non era. Dunque l’azione del gestore era praticamente obbligata. Pezzino rilancia ulteriormente: «I cittadini allora potrebbero anche andare a filmare il contenuto dei cassonetti alla Playa». E allega riscontro fotografico alla provocazione. I cassonetti gialli della plastica esplodono di materiale indistinto. Spuntano pezzi di wc, vecchie tv a tubo catodico, sgabellini Ikea.
«Un po’ dappertutto è così, i rifiuti sono mischiati ma non è di certo Dusty a farlo». Il gestore, insomma, interverrebbe suo malgrado a fatto compiuto. «Purtroppo i cittadini vanno controllati e sanzionati, ma ciò non avviene», sottolinea Pezzino De Geronimo senza timore di tirare in ballo il Comune. «La raccolta differenziata con i cassonetti non funziona, devono semplicemente sparire dalla città». Speranza che passa dal futuro appalto settennale, slittato ancora dopo gli annunci sulla fine di marzo come data ultima per il varo, ma i cui faldoni sarebbero già stati passati ai raggi X dall’Autorità nazionale anticorruzione.
Servirebbero più vigili urbani, oltre allo sblocco degli impianti che trattano inerti e ingombranti. «Moltissimo del materiale che raccogliamo, essendo contaminato, non possiamo nemmeno conferirlo in discarica – ricorda Pezzino – perché tutti dovrebbero sapere bene che da marzo siamo in emergenza rifiuti a causa dei criteri più restrittivi adottati dagli impianti di smaltimento». Ma una soluzione chiavi in mano Dusty la indica, avendola peraltro già sperimentata: «Per un mese abbiamo messo in campo 30 guardie ambientali volontarie. Il risultato è stato che nei punti monitorati le discariche abusive non si formavano più». Rossella Pezzino vorrebbe che anche a tali figure, grazie a un intervento del Comune, si dessero dei poteri sanzionatori. «Noi lo sforzo lo facciamo 24 ore su 24, prova ne è l’aumento della differenziata che si è comunque registrato negli ultimi mesi».
«Se i contenitori sono pieni di materiali diversi non possiamo farci nulla», dichiara Fabio Cantarella, assessore all’Ecologia, supportando le affermazioni di Pezzino. «La ditta dice che è così». E a chi obietta che, detta in questi termini, sembrerebbe quasi una questione di fiducia tra il Comune e l’impresa, Cantarella replica: «Abbiamo 33 sorveglianti che verificano quanto sostengono loro. Se i rifiuti sono già mischiati, gli operai non possono mettersi certo a separarli uno a uno con le mani – continua – Ci sono zone in cui i cassonetti funzionano: vuol dire che, nei fatti, quei cittadini differenziano. Sono più virtuosi e rispettosi». In altre aree di Catania, invece, sarebbe l’inciviltà a farla da padrona. Se il problema è unicamente questo, però, non è chiaro come a risolverlo, secondo le promesse, dovrebbe bastare la gara settennale.
Asacom, cioè Assistente specialistico all'autonomia e alla comunicazione. Si tratta della persona che, dalla scuola…
Cosa ne sarà del processo Università bandita sul presunto sistema di favoritismi all’interno dell’ateneo di…
La procura di Palermo ha aperto un'indagine sui contributi regionali, a una serie di associazioni…
Sono stati individuati e denunciati per lesioni dalla polizia di Sciacca due giovani accusati di avere aggredito…
Uno stabilimento di trasformazione clandestina dell'uva è stato scoperto e sequestrato nel Trapanese dai carabinieri…
Furto nel negozio di abbigliamento New Form in via Maqueda a Palermo. I ladri hanno spaccato…