Dagli Usa alla Francia, il blog emerge come la nuova realtà che collega cittadini/elettori e politici. LItalia cerca di adeguarsi, ma è ancora lontana dal livello dei cugini francesi ed americani
I blog sono i nuovi strumenti della comunicazione politica
«In questultimo periodo il rapporto tra cittadini e politica sta degenerando. Internet può essere un collante, può essere un luogo di dibattito, ma in Italia non viene sfruttato nel giusto modo». A parlare è Francesco Pira, docente di Comunicazione pubblica e sociale e Relazioni Pubbliche allUniversità di Udine a Gorizia, che studia da anni il rapporto della politica con larena web. Il numero dei blog, luoghi virtuali dove possono incontrarsi persone lontanissime per scambiare opinioni sugli argomenti più disparati, è cresciuto enormemente negli ultimi anni e adesso nemmeno il mondo della politica sembra poterne fare a meno. I politici diventano blogger, si sviluppano nuove forme di interazione tra cittadino e politico attraverso il web, che convivono con le modalità storiche con cui i partiti comunicano.
«Lo dimostra il ruolo che Internet ha giocato e gioca nelle due campagne per le presidenziali in Francia e negli Stati Uniti», ci chiarisce il professor Pira che, nel suo articolo Presidenziali: dalla Francia agli USA. Tutti a caccia del navigatore-elettore, parla proprio dellimportanza della rete nelle due campagne elettorali. «La Francia scrive Pira nelarticolo – è il primo paese europeo per numero di blog aperti: oltre 2000 blog politici hanno animato la sfida per le presidenziali 2007 e i tre candidati allEliseo, Segolène Royal, Bayrou e Sarkozy, li hanno avuti. Negli USA, invece, la lotta allinterno del partito democratico tra Hillary Clinton e Obama si combatte a colpi di spot su Youtube e siti web, nei quali è data al navigatore-elettore lopportunità di entrare a far parte delle sharing community dei due candidati, attraverso facebook per Obama e myspace e facebook per la Clinton».
Anche i politici italiani hanno aperto le porte alla comunicazione web mostrando curiosità e spirito di innovazione, come dimostra la ricerca di monitoraggio sui siti e sui blog dei politici italiani che il Professor Pira svolge da diversi anni «per cercare di capire dice il professore – qual è il rapporto che esiste tra i cittadini, la politica e la Rete in Italia». Lavvicinamento ad Internet nasce sicuramente da un adeguamento ai tempi moderni che richiedono un rapporto sempre più attivo con le nuove tecnologie. In Italia esso si è reso necessario anche per il concreto bisogno di stabilire un contatto diretto con lelettore per colmare la distanza che si è rafforzata negli ultimi anni. Secondo il professor Pira, inoltre, «avendo perso la possibilità di relazionarsi direttamente con i loro rappresentanti e con i partiti, i cittadini cercano un luogo in cui poter discutere e rapportarsi attivamente con i politici. Il blog, e Internet in generale, rappresenta questo luogo di confronto e una nuova forma di dialogo capace di attrarre anche i giovani sempre più disaffezionati nei confronti della politica».
Dal monitoraggio 2006-2007, svolto con la collaborazione di Vania Pistolozzi, è emerso un generale sforzo al miglioramento dei blog da parte dei politici, anche se cè ancora un ampio margine di sviluppo. Dallanalisi, effettuata focalizzando la navigazione sugli aspetti di impatto comunicativi e interazione con gli utenti, risulta che i blog dei parlamentari della Margherita superano per qualità e quantità quelli di Forza Italia. I blog più aggiornati sono di Antonio Di Pietro e Antonio Palmieri, quello più originale di Willer Bordon, e i più obsoleti e non curati quelli di Maria Elisabetta Alberti e Teresio Delfino.
Cè però una costante nelle ricerche svolte da Francesco Pira, quella che in Italia, come dice lo stesso professore, «i politici ancora oggi non sanno utilizzare Internet come accade in altri paesi». Il problema che ne risulta è che gli italiani non trovano sul web quello che cercano: un contatto con chi li rappresenta e la possibilità di rapportarsi col potere in maniera attiva e responsabile. I nostri politici devono ancora lavorare molto per far sì che la rete rappresenti, come in altre nazioni europee o negli Stati Uniti, uno strumento di dialogo costante con i cittadini/elettori.
È possibile trovare le ricerche complete del prof. Pira sul sito www.francescopira.it