Un film - autoprodotto dall’associazione Sicilia Risvegli onlus - per raccontare la battaglia del catanese morto nel 2013 in seguito alla sindrome di locked in. «Per testimoniare la sua voglia di vivere», spiega il fratello Pietro, e con l'obiettivo di realizzare un centro a Trecastagni in un lotto di terra donato una famiglia etnea
Ho voglia di vivere, un film su Salvatore Crisafulli «Un centro risvegli contro l’eutanasia e pro-Stamina»
«È la storia di mio fratello, il racconto della sua lotta contro ogni forma di eutanasia e un’opportunità per la Sicilia». Con queste parole Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore – il 47enne catanese scomparso il 21 febbraio del 2013 che, risvegliatosi dal coma dopo un incidente stradale, ha rivelato di sentire e vedere tutto durante lo stato vegetativo – ha aperto la conferenza stampa di presentazione dei casting per la pellicola dal titolo Ho voglia di vivere. Il progetto cinematografico, che nasce dalle pagine del libro Con gli occhi sbarrati – scritto da Salvatore con l’aiuto della giornalista Tamara Ferrari – è prodotto dall’associazione Sicilia Risvegli onlus, fondata da Pietro e Salvatore. Il film sarà girato a Catania, Palermo, alcune città del nord Italia e in Austria con la partecipazione gratuita di personaggi noti al piccolo e al grande schermo come Alfredo Li Bassi, Luigi Maria Burruano, Costantino Comito e Gianni Franco. A prendere parte alle riprese nel ruolo di sé stesso sarà anche Pietro Crisafulli. Che ha affermato: «Lo spazio per i momenti di sofferenza vissuti dal protagonista saranno pochi perché questo progetto è un tributo alla sua voglia di vivere, come del resto testimonia il titolo della pellicola».
Salvatore aveva 37 anni quando, in seguito a un incidente stradale, è entrato in uno stato di coma irreversibile. Risvegliatosi due anni dopo ha raccontato, grazie alla mediazione di un comunicatore, di aver visto e sentito tutto quello che accadeva intorno a lui durante il suo lungo sonno. In uno stato di piena lucidità cognitiva ha quindi spiegato ai familiari di essersi sentito imprigionato coscientemente all’interno del proprio corpo. «È una cosa atroce, non ci sono parole che possano descrivere una simile condizione – ha commenta attraverso una lettera aperta l’attore romano Franco -, ma Salvatore come un eroe del dolore ha scelto di vivere e, anche se è morto, sono certo che vede e sente ancora tutto». Ed è per tramandare il suo esempio che il fratello ha deciso «di non lasciare cadere nel dimenticatoio la sua battaglia contro ogni forma di eutanasia e a favore delle cure compassionevoli del cosiddetto metodo Stamina». Salvatore, infatti, è morto il 21 febbraio del 2013 mentre attendeva la sentenza del Tribunale di Catania sperando di poter riprendere il trattamento a base di cellule staminali ideato da Davide Vannoni.
La sua storia ha fatto il giro dei media di tutto il mondo «ma poche testate locali ci hanno degnato della loro attenzione, probabilmente perché eravamo e siamo ancora molto scomodi a causa delle nostre posizione», ha affermato Pietro. Che ha presto abbandonato la polemica per annunciare l’obiettivo finale del progetto, ovvero la realizzazione di un centro risvegli siciliano per le persone in stato vegetativo. «Una famiglia di Trecastagni ha donato alla nostra associazione un lotto di terra di 1740 metri quadrati che, opportunamente attrezzato, potrebbe diventare un’alternativa siciliana alle costose cliniche del nord Italia e dell’Europa», ha affermato. E ha quindi aggiunto: «Ci sono 250 famiglie che lottano completamente da sole e senza sostegno da parte dello Stato per la voglia di vivere dei propri congiunti che si trovano nelle stesse condizioni di mio fratello – conclude Pietro -. A loro si rivolge il nostro progetto».
I casting per i ruoli in Ho voglia di vivere si svolgeranno stamattina a Catania a partire dalle ore 9 presso il locale Barbecue in piazza del Carmelo 38 nel quartiere di Barriera. «Quando ho letto la sceneggiatura scritta da Vittorio e Marco Di Gerlando ho sentito che qualcosa di vero e reale al cento per cento mi stesse toccando dentro», ha commentato l’attore Li Bassi. Che ha concluso invitando i colleghi a partecipare alla narrazione di «una storia di lotta reale e di bellezza pura».