Conoscete un ospedale - naturalmente pubblico - dove, quando si scaricano le 'macchinette' , non è possibile trovare nemmeno un bicchiere d'acqua? se non lo conoscete e vi 'affascina' l'idea di finire in un luogo dove fame e sete vi faranno riflettere sul senso della vita, ebbene, dovete recarvi di corsa all'ospedale 'cervello' di palermo. Dove l'unico bar che fino a qualche giorno fa funzionava è stato chiuso.
Hai sete? Soffri. Firmato: ospedale ‘Cervello’
Conoscete un ospedale – naturalmente pubblico – dove, quando si scaricano le ‘macchinette’ , non è possibile trovare nemmeno un bicchiere d’acqua? Se non lo conoscete e vi ‘affascina’ l’idea di finire in un luogo dove fame e sete vi faranno riflettere sul senso della vita, ebbene, dovete recarvi di corsa all’ospedale ‘Cervello’ di Palermo. Dove l’unico bar che fino a qualche giorno fa funzionava è stato chiuso.
Questo bar è aperto da dieci anni. Oggi le autorità si sono accorte che il locale dove si servivano caffè, cornetti e anche primi e secondi piatti – oltre che le bibite, naturalmente – non ha la cosiddetta agibilità. Quindi è stato chiuso. Così, da un giorno all’altro.
L’ospedale ‘Cervello’, per la cronaca, non si trova nel cuore della città di Palermo, ma fuori dal centro cittadino. In un luogo rigorosamente privo di servizi. Una specie di landa deserta, per capirci. In pratica, chi lavora all’ospedale ‘Cervello’ – medici, infermieri, personale amministrativo – e vuole prendersi un caffè si deve accontentare, se va bene, di quello delle ‘macchinette’.
Ma se il caffè, bene o male si trova, dopo mezzogiorno – visto che ormai fa caldo – nelle ‘macchinette’ non si trova né una bottiglia d’acqua, né una qualunque altra bibita.
L’unica alternativa, in estate, era il bar. Era, imperfetto. Perché, come già ricordato, dall’1 giugno il bar è chiuso.
Insomma,chi lavora in questo ospedale-lager si deve portare tutto da casa. Acqua e vettovaglie. Come quando si va a fare una scampagnata. O come quando si va in guerra.
Il secondo paragone è più calzante. Perché il ‘Cervello’, ormai, sembra un campo di battaglia. Da quando, con grande ‘lungimiranza’, il Governo Lombardo e il suo ‘intelligente’ assessore Massimo Russo lo hanno ‘fuso a freddo’ con Villa Sofia, il ‘Cervello’ è diventato un ospedale di serie ‘B’. Anche le strade, in perfetto stile sindaco Diego Cammarata, fanno la loro ‘figura’: cioè tutte buchi. Un delirio.
Ora hanno chiuso pure il bar. Quanto alla mensa, beh, quella non c’è mai stata. Ora, oltre alla fame, la sete. Per chi ci lavora e per chi viene a trovare un congiunto o un amico. Bar chiuso per tutti. Caffè? Contiene caffeina e fa male. Primi? Secondi? Ingrassano. Frutta e acqua si portano da casa. Un ospedale ‘modello’, insomma…
Dimenticavamo: al ‘Cervello’, da qualche tempo, c’è anche il polo pediatrico. Mamme e bambini. E se il bambino vuole bere?