Guido Baragli espone a Londra (Baragli’s exhibition in London)

Tra i maggiori pittori contemporanei siciliani, Guido Baragli torna a esporre a Londra, alla Wimbledon Fine Art Gallery, proponendo una serie di opere illuminanti e che rappresentano in qualche modo la sintesi dell’ispirazione trovata nel suo recente periodo siciliano. Dal 2007, infatti, il pittore palermitano ha lasciato Bologna per tornare a Palermo, anzi a Mondello, dove lavora nel suo atelier-veranda, esso stesso un luogo di creazione pieno di luce e di profumo mediterraneo misto a quell’insostituibile aria che promana dalle sue tele e dai colori. Abbiamo raggiunto Guido proprio nel suo atelier, ormai spoglio delle opere portate a Londra, ma sempre intriso d’atmosfera e d’arte. La prima mostra di Guido Baragli fu una personale del 1981 (non citata nella voce Gudo Baragli di Wikipedia, n.d.r.) e dunque l’artista, alla soglia dei cinquant’anni, è entrato nel suo trentaduesimo anno d’attività come professionista.

La pittura è “atemporale”, non esiste solo nel presente, ma ha una valenza intergenerazionale. Ami dire che sei contemporaneo di Giotto e Caravaggio, come di Sironi e …

“Si, la pittura è tutta contemporanea a se stessa. Esiste in una dimensione che è tutta sua”.

Sei tornato a Palermo ormai cinque anni fa, con quali motivazioni? Quale spirito?

“Tornato perché a Palermo, e soprattutto a Mondello, volevo ritrovare la mia luce. E ho sicuramente trovato la luce che cercavo. Quando si parte, si cerca sempre qualcosa. E se ho trovato qualcosa, anzi ri-trovato qualcosa a Palermo, è segno che ho voglia di cercare ancora e quindi, se sarà il caso, di ripartire. Per adesso è una partenza temporanea: una sola settimana a Londra per inaugurare la mostra “Recent paintings of Giudo Baragli” alla Wimbledon Fine Art Gallery.

E quindi, di nuovo una mostra a Londra, dopo quella del 2007. Cosa pensi di portare a Londra?

“Intanto porto fiori e barche. Poi porto il mio punto di vista: che è il mio pennello.”.

A Londra esponi dopo cinque anni in cui sei stato quasi sempre a Palermo, cosa cambia?

“Cambiano cinque anni di volo in più”.
In che senso?
“La pittura è “ore di volo”, come per i piloti”.

Quindi d’esperienza in più…

“Esatto. E poi di stratificazione. Il colore si stratifica sempre più. Per quanto a volte sembra che si semplifichi, in realtà, quello che posso dire dei miei ultimi “pezzi”, è che il colore sembra più puro, ma è più stratificato: è dato dalla somma maggiore di colori con un’esperienza cromatica più vasta. Tra l’altro, il colore ha sempre la memoria del colore precedente, anche se usi un colore “coprente”. Ecco, l’esperienza si stratifica come i colori sulla tela, anche quando il conscio vorrebbe coprire l’inconscio: esso è là, non va via e aumenta quelle che chiamo ore di volo”.

Per esempio?

“Se guardi quelle “Mele” alla tua sinistra, anche se il colore è coprente, è come se avesse la potenza di quello che hai messo sotto. Il colore si compone anche quando s’impone…”.

Un poco come la stratificazione storica in una città: nei tessuti urbani e nelle architetture costruite del centro storico si compone la ricchezza…

“Sì, un poco nello stesso modo. Ma la pittura è sempre una cosa a parte, unica, dove l’atemporalità, come la chiami tu, è sempre viva. Insomma, vive nel presente: un presente che è contemporaneo da molti secoli, come abbiamo detto.”
Quando sei tornato a Palermo hai realizzato una mostra forse non capita da alcuni, quella sul Palermo calcio. Io credo sia stato un atto d’amore per Palermo.

“Mi fa piacere che hai capito il senso di quella mostra. La società US Palermo calcio non la capì, e non comprò nemmeno un’opera, anche se io l’avrei anche regalata quale tifoso legato alla curva come te. Lì c’è questa voglia di noi palermitani che abbiamo vissuto abbastanza a lungo fuori da Palermo per apprezzare la quotidianità di certi aspetti folkloristici e di cultura popolare che magari i palermitani che non sono mai emigrati non capiscono pienamente. E’ vero, è stato un atto d’amore per Palermo…”
Attraverso quei colori rosa, unici, delle maglie dei giocatori, quelle espressioni d’impegno nell’azione e nello sforzo atletico…

“Attraverso tutto questo e con l’interpretazione pittorica quale modo d’accettare e amare la mia città così com’è. Innanzitutto. D’altronde, la pittura come altre arti e come lo sport, va fruita dal vivo, dal vero: non la puoi riprodurre, è irriproducibile. Ha quindi una dimensione diversa e più profonda della fotografia: la pittura non è immagine.”

E quindi ci sono nei tuoi soggetti, nelle tue opere, quelle interpretazioni che superano il realismo iniziale e portano a una fruizione della “costruzione materica” dell’opera. Possiamo dire così?

“Si. Ma nel senso che la pittura è “ordinare il caos”. …”

Se parliamo di caos ci riferiamo anche a questa voglia, che ti rimane sempre, costante nella vita, di tornare nel nostro caos palermitano? Per fare anche qualcosa d’altro?

“Per ordinarlo? Non ci penso proprio! Solo per la pittura.”

Torniamo a quanto esponi a Londra a partire da Domenica 18 Novembre. Personalmente mi sono innamorato, più di tutte le tue tele, del quadro delle “giapponesine”, le infradito bianche, che hai dipinto cosi semplici e piene di luce, insieme a un fiore rosso.

“E poi ho scoperto, proprio alcuni giorni fa, che esisteva un’interpretazione artistica quasi uguale, inquadrata nella stessa maniera, nei mosaici di Piazza Armerina. Altro che “giapponesine”, direi “romanine”, meglio: “sicilianine”, anzi “armerine”! Visto che evidentemente esistevano in Sicilia già in epoca romana ed erano state oggetto di rappresentazione in un mosaico del IV secolo! Sono rimasto sorpreso di vederle rappresentate alla stessa maniera così tanti secoli fa, proprio come le ho immaginate e create io stesso alcune settimane fa.”

Il che conferma la tua tesi della “contemporaneità” dell’arte per secoli e secoli.

“Sì, ma non solo. Evidentemente esiste un retaggio di comprensione del fatto pittorico che è stratificato intergenerazionalmente nei luoghi e nella “carne” pittorica. E questo succede soprattutto in Sicilia: addirittura sempre presente nell’arco di duemila anni!”

E allora auguri per la tua imminente mostra personale a Londra, Guido. E mi fa piacere annunciarti che questa intervista sarà il primo di una selezione di articoli di LinkSicilia che saranno tradotti e leggibili anche in inglese.
L’inaugurazione di “Recent Paintings of Guido Baragli” sarà il 18 Novembre 2012 dalle 12.00 alle 15.30 alla Wimbledon Fine Art (www.wimbledonfineart.com) 41 Church Road, Wimbledon Village, London, SW 19 5DQ, Londra, Tel. +44 20 8944 6593.

English Version

Exhibition of Guido Baragli, Sicilian painter, at Wimbledon Fine Art Gallery, London

by Gabriele Bonafede

 

One of the majors Sicilian painters, Guido Baragli comes back to London to show at Wimbledon Fine Art Gallery. He proposes a number of illuminating works which are, in a way, the sum of his inspiration recently met in Sicily. In fact, since 2007, the Palermo’s painter left Bologna to live back in Palermo, precisely Mondello, where he kept working in his “greenhouse-atelier”. This is itself a place for creation, full of light and Mediterranean perfume mixed with that irreplaceable air coming from his canvases and colors.  We reached Guido exactly at his atelier, today emptied from the works brought to London, but still filled by atmosphere and art.  The first exhibition of Guido Baragli was in 1981 (which is not included in the Guido Baragli item of Wikipedia). Thus the artist, soon 50, has entered his 32nd year of professional activity.

Painting is “timeless”. It does not exist only in the present. It has an intergenerational value. You like to say that. And you said in a previous interview, that you are contemporary to Giotto, Caravaggio, as well as Sironi…

Definitely. Painting is contemporary to itself. It exists fully in its own dimension.

You came back to Palermo five year ago. What was the motivation? What spirit to come back? 

I came back in Palermo, and specifically in my home sea-neighborhood of Mondello, because I wanted to find my light. And I surely found it. When you leave, you always look for something. As I found this “something”, actually re-found, it is a sort of “sign”. A sign I want to look further… and maybe leave again. For now, it is a temporary leave:  just a week in London to be present at the opening of my show “Recent Paintings of Guido Baragli” at Wimbledon Fine Art Gallery.

Therefore, you present again a show in London, after last one of 2007. What do you think to bring in London? 

To start with, I bring flowers and boats. Then, I bring my point of view: my brush.

You go back to London, after five years living almost exclusively in Palermo. What changed since? 

Five years more of “flying miles”.

Meaning? 

Painting is “flying miles”, like pilots.

Thus, many more miles of experience… 

That’s right. And there is also more stratification, or building-up. Color stratifies, builds-up, more and more.  Sometime, it seems it simplifies itself. Actually, as much as I can say about my works, color seems purer. In fact, it is more stratified. It is given by the larger sum of colors with a wider chromatic experience. Inter alia, colors have always the memory of previous ones. Even when using a “covering” color. So, experience is of multilayer nature, as colors in canvas are.  Even when you want to delete the unconscious, it remains. It stays there and does not go away. Precisely increasing what I call “flying miles”.

For instance? 

Look at those “Apples” on your left. Even where color is covering the previous layer, it is like it kept the power of the previous layer of color beneath it.  Color composes itself even when it imposes itself.

So, it is a bit like the urban layers of construction from ancient, previous, cities in the historical center.  In urban texture architectures built in past times composes the richness of today’s cities… 

Yes. It is something similar. But painting is always something on its own, unique. Where “timelessness”, as you like to name it, it is always alive. Eventually, painting lives in the present: a present which is contemporary since many centuries, as we said.

When you came back in Palermo, you performed a show which might not have been understood. That is the show about Palermo’s football team. I think that this was a showing of love for your city. 

I am happy that you got the meaning of that show and works I did. Unfortunately, US Palermo football club did not understand it.  They did not buy a single work, even knowing that I would have given away as a gift. You know, I am a strong supporter of pink-and-black team (Palermo’s football team colors) as you are.  In that show there was my willingness to appreciate folkloristic and popular culture of our city. It is a willingness, a feeling, that people of our city cannot fully understand unless have been living away for long enough.  As I and you did, by the way. Yes, it has been a show of love for Palermo…

Through those unique pink colors of Palermo’s players’ jerseys: those expressions of commitment in action and on athletic effort…

Through all this. And through panting-interpretation as a way to accept and love my city. As it is. First of all. By the way, painting, as other arts and sport itself, can be appreciated only live. You cannot reproduce it. It is irreproducible. It has, therefore, a different and deeper dimension than photography. Painting is not image.

That is why in your paintings there is an interpretation overcoming initial realism, leading to the “material construction” of your works. Can we say so? 

Yes. Meaning that painting is to put order on chaos…

Speaking about chaos, do we refer to your willingness to come back always in Palermo’s chaos? To do also something else? 

To put order on Palermo’s chaos? Not at all! Just for painting.

Let’s go back to your imminent exhibition in London starting on November 18th. Personally, I fell in love, most of all, for your work about those white flip-flops, full of light and with a red flower. 

And then, I discovered, a few days ago, that… it existed a similar interpretation of the very same subject in famous mosaic-art of Villa del Casale at Piazza Armerina, Sicily. Incredible! It seems that white flip-flops existed also in Roman times in Sicily. It looks like it is an ancient Sicilian product, existing already in IV century AD. I was really surprised to see them represented in the very same way so many centuries ago! So similar to those I painted a few weeks ago.

This confirms your thesis about an art, painting, which is contemporary and present for centuries. 

That’s right. But not only that. Obviously, it exists a “comprehension-heritage” of painting which has stratified itself along generations and generations in every place of the painting “flesh”. And that happened especially in Sicily. Incredibly present overtime for two thousands years!

And so, Guido, best wishes for your exposition in London. I am glad to inform you and our readers, that this is the first article we publish also in English version at LinkSicilia online newspaper (www.linksicilia.it).  

“Recent Paintings of Guido Baragli” will open on November 18th  2012, 12.00 to 3.30 PM  at Wimbledon Fine Art (www.wimbledonfineart.com),  41 Church Road, Wimbledon Village, London, SW 19 5DQ, London, Tel. +44 20 8944 6593.

 

 

 

 

 

Gabriele Bonafede

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