L'assessorato al Turismo ha revocato il decreto che riservava l'accompagnamento sulle zone sommitali del vulcano agli uomini del Collegio delle guide vulcanologiche. Allo studio c'è ora un riordino generale delle norme. Intanto il M5s attacca sulle presunte irregolarità nel concorso dei giorni scorsi
Guide dell’Etna, cancellata la perimetrazione Sul caso parentopoli la Regione prende tempo
Dopo la sospensione dello scorso gennaio, l’assessore regionale al Turismo Sandro Pappalardo ha posto fine alla breve e controversa esistenza della perimetrazione che consentiva esclusivamente alle guide alpino-vulcanologiche di operare al di sopra dei 2000 metri di quota sull’Etna. Il momento, specie dal punto di vista degli oppositori all’atto varato dall’ex assessore Anthony Barbagallo, non poteva essere più azzeccato. Pochi giorni fa il Tribunale amministrativo del Piemonte ha sancito il principio secondo cui «non esiste alcuna previsione statale di riserva professionale che copra ogni e qualsivoglia attività escursionistica che si svolga in montagna». La sentenza ha chiuso la contesa fra le guide alpine di quella regione e l’Aigae, l’associazione delle guide ambientali ed escursionistiche: i primi, sulla base della legge 6/1989, vantano da sempre l’esclusiva dell’accompagnamento in alta quota; i secondi spingono sulla liberalizzazione del settore affinché le guide abilitate dell’Aigae possano operare in ambiente montano, salvo ove siano necessarie conoscenze e tecniche alpinistiche.
Del tutto analogo pare essere lo scontro andato in scena intorno al vulcano. Il decreto sulla perimetrazione dell’anno scorso ammetteva all’esercizio dell’accompagnamento, nella zona ricadente dai 2000 metri di quota fino ai crateri dell’Etna, solo i professionisti iscritti al Collegio regionale delle guide alpine e vulcanologiche. Un regalo, secondo l’Aigae e altre sigle dell’associazionismo di settore, «alla casta delle guide» a scapito di guide ambientali e altre figure molto attive dalle basse quote fino alle aree meno ostiche della sommità dell’Etna. Poco dopo il suo insediamento, Pappalardo aveva congelato gli effetti di quel contestatissimo decreto avviando un’ampia attività di ricognizione e studio del settore. Serve fare ordine, questo l’intento del governo regionale, nel campo delle professioni d’accompagnamento e di una normativa nell’insieme, talvolta, caotica. Motivando adesso la revoca, l’assessorato fa diretta menzione del «riordino generale della materia» in cantiere. «A giorni convocheremo tutti gli attori chiamati in causa, dalle associazioni al Collegio fino ai tour operator – spiega Pappalardo a MeridioNews – per condividere la nostra proposta. La stiamo rifinendo anche alla luce della sentenza del Tar del Piemonte».
La contesa fra guide ambientali e guide vulcanologiche non è l’unico fronte aperto. Dopo l’esclusiva di MeridioNews sulla presunta parentopoli che avrebbe – stando alla denuncia finita sul tavolo della Procura di Catania – viziato l’esito del concorso per l’accesso al corso d’abilitazione per nuove guide vulcanologiche, il Movimento 5 stelle ha presentato un’interrogazione per spingere l’assessorato del Turismo a far luce sulla «mancanza di trasparenza e par condicio» e sulle presunte irregolarità. «In Sicilia – attacca la deputata Ars Angela Foti – anche per fare la guida dell’Etna pare sia necessaria la raccomandazione, sarebbe auspicabile che la Regione costituisca una commissione d’indagine con la sospensione degli esiti delle prove, per fare luce sulle circostanze denunciate». Pappalardo al momento non vuole sbilanciarsi: «Sto aspettando di avere contezza delle presunte irregolarità, agiremo sulla base di quanto ci sarà comunicato».