Guerra alla plastica anche alla Baia di San Cataldo «Da quella raccolta oggi nascerà una grande zattera»

Sempre più borghi marinari del Palermitano hanno scelto di vietare l’utilizzo della plastica. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello di Palermo da che dal 15 giugno attuerà questa direttiva nei lidi balneari di Mondello, Addaura e Sferracavallo. E allo stesso tempo sono tanti i cittadini che hanno cominciato in prima persona a pulire spiagge da sogno mangiate dai rifiuti. Come quella della Baia di San Cataldo, a metà strada fra Terrasini e Trappeto, dove da stamattina volontari, attivisti, rappresentanti delle istituzioni e semplici cittadini si stanno dando da fare per liberarla dalla plastica. «Non sappiamo se siamo in tempo per invertire la rotta, se abbiamo oltrepassato la linea rossa del non ritorno, ma per rispondere a queste domande ognuno di noi deve fare la sua parte». Un appello semplice per richiamare il maggior numero di partecipanti, perché è chiaro che prima di essere un problema legato alle iniziative e alla buona volontà, è un problema culturale e di testa. «Un appuntamento partecipatissimo, i cittadini sono accorsi numerosi e le associazioni sono tutte presenti. Dettaglio che ci rende orgogliosi, vuol dire che le nostre battaglie in difesa della Baia sono sentite e condivise», rivela con fierezza Francesco Loria, in prima linea nella lotta contro il degrado del suo territorio. 

Per rendere ulteriormente produttivo questo appuntamento, al quale i volontari dell’associazione San Cataldo Baia della Legalità non sono affatto nuovi, si è pensato di realizzare una grande zattera con la plastica che verrà raccolta oggi, che avrà una capacità di portata pari a cinque-sei persone. Una svolta green che guarda al riciclo e al riuso creativo, restando perfettamente in tema estate, che ha appena bussato alle porte con i suoi picchi di oltre 30 gradi. Chi lo vorrà potrà fare un giro a bordo, accompagnato dai componenti dell’associazione e dagli esperti incaricati. «La zattera avrà la finalità di permetterci di localizzare parte delle plastiche e rifiuti in genere galleggianti in mare o adagiati sul suo fondale – spiegano i volontari -. L’opera sarà realizzata dal nostro prezioso mago del fai da te Rosario, anche lui membro dell’associazione, un uomo dall’inventiva unica. Tutti potranno seguire le fasi e le tecniche di montaggio». 

Tante le iniziative in cui si sono distinti gli attivisti della zona. Solo pochi giorni fa, ad esempio, sempre nella Baia di San Cataldo è stato piantato un piccolo albero a simboleggiare la lotta al degrado che con fatica, sacrifici e passione in tanti portano avanti. «Un gesto del bene che inneggia alla vita come un ipoteca sul futuro buono. Questo sarà il primo di tanti altri che avranno lo scopo di preservare il tratto di costa oggetto di erosione costiera e che presto non permetterà più di raggiungere cala Muletti». Ma, purtroppo, non sono solo i rifiuti a mettere in ginocchio questo paradiso di costa. Il problema è a monte. Le plastiche, l’immondizia e, a volte, persino le carcasse in decomposizione di animali morti che il mare puntualmente vomita sulla spiaggia dipendono, per la maggior parte, dagli sversamenti illeciti nel fiume Nocella e nel suo affluente Puddastri. In zona tutti conoscono bene quello scempio che si trascina da oltre 30 anni e volontari e attivisti, in quanto a denunce, non si sono mai tirati indietro. Arrivando anche a organizzarsi in vere e proprie ronde notturne per monitorare i corsi d’acqua e tenerli sotto controllo, per quanto possibile.

Iniziativa che deve aver fatto storcere il naso a qualcuno, visto che quest’idea è costata loro alcune intimidazioni. A qualcuno, forse, proprio non va giù l’idea di riprendersi un mare potenzialmente da sogno, non a caso definito da molti «la gemella dello Zingaro». «Noi abbiamo segnalato ogni episodio sospetto ai carabinieri, ci sono le indagini in corso. Non è accaduto più nulla di strano dall’ultima volta e questo ci rende un po’ più sereni – spiega Loria -. Abbiamo continuato i monitoraggi: secondo i nostri dati, che si basano su controlli settimanali, non abbiamo più registrato presenza di scarichi chimici o industriali, non è arrivato più olio a mare, ma continuano gli sversamenti di fogna, uno molto grosso lo abbiamo potuto documentare in corso purtroppo. Quello che arriva è lo scarico dei depuratori soprattutto di Partinico, l’acqua è putrida, grigia e piena di schiuma quando esce dal bocchettone e che poi scende a mare»

Tuttavia, lui che, come gli altri attivisti della zona, è passato dall’essere sentinella a guardiano del territorio, non si demoralizza. «Continuiamo il nostro lavoro, in modo che nessuno domani potrà dire che non ne sapeva niente. Autorità e amministrazioni prima o poi dovranno rendersi conto del problema e rendersi partecipi, prendendosi ognuno le proprie responsabilità – osserva -. In ogni caso, mi aspetto un’estate all’insegna della continua frequentazione, l’anno scorso abbiamo registrato un pienone enorme malgrado le acque non fossero del tutto cristalline. Noi segnaliamo sempre il divieto di balneazione e consigliamo di non fare il bagno all’interno della baia ma a cala Muletti, zona che suggeriamo perché più distante dalla portata delle correnti e dalla foce del Nocella». 

Silvia Buffa

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