Si svuota l'infermeria, si allunga la panchina di Sannino. Calaiò segna, Leto e Monzon raccolgono applausi. La difesa, per una volta, non combina guai. E il Catania, finalmente, si affaccia nella parte sinistra della classifica. Sta cambiando qualcosa? Lo sapremo dalla prossima trasferta, sabato a Terni
Guarda chi c’è in corsia di sorpasso Catania-Latina, la partita della svolta?
Nel prontuario retorico a disposizione di chi parla di calcio, le metafore tratte dal mondo dei motori stanno, da sempre, in prima fila. Se una squadra comincia maluccio, ma poi lentamente prende a infilare qualche buon risultato, prima o poi qualcuno la metterà a confronto con un motore Diesel. Mentre invece, di una formazione che assale gli avversari dal primo minuto tramortendoli con due o tre gol si dirà sicuramente che è partita in quarta. Benché quest’immagine – a ben pensarci, di scarsa verosimiglianza motoristica – venga in realtà da altri gerghi, e più precisamente da quello della scherma.
Se ora attingiamo anche noi a questo ampio serbatoio metaforico, ci sono buone probabilità che la vittoria di domenica pomeriggio contro il Latina (1 a 0, con meraviglioso gol su punizione di Calaiò) possa essere ricordata come la partita della svolta. E c’è più d’una ragione per dirlo. In primo luogo, è da tre settimane che la nostra squadra non perde, e questa piccola serie positiva ci ha fruttato sette punti: cosa che non ha precedenti in questa prima parte del campionato. Anche il fatto che il Catania sia arrivato a fine partita soffrendo un po’, d’accordo, ma senza concedere agli avversari regali difensivi da oratorio, non era affatto scontato. Nelle ultime settimane, anzi, è la prima volta che accade.
Poi, contro il Latina è rientrato Rolin. E lo stesso Almirón ha giocato quasi tutta la partita, così come aveva fatto sette giorni prima a Trapani. È dunque successo, in queste ultime settimane, che il tasso tecnico della rosa realmente a disposizione di Sannino sia finalmente cresciuto: eguagliando, o forse superando, quello della illustre compagine dei lungodegenti che, in questa prima parte di stagione, ha allietato le giornate di ortopedici, chirurghi e terapisti della riabilitazione.
E ancora, domenica pomeriggio, è cambiato decisamente il dosaggio degli applausi del pubblico. Che si sono rivolti, certo, all’implacabile Calaiò, al commovente Rosina e al generoso, ma non sempre lucido, Rinaudo. Ma che si sono indirizzati con convinzione anche a due giocatori fin qui scarsamente popolari, quali Monzon e Leto. Giocatori a cui qualcuno, ne sono certo, saprà adattare prima o poi l’adeguato paragone motoristico. Ma per i quali è già una gran cosa che, oggi, se ne possa parlare senza più dovere attingere al mondo metaforico delle ceramiche o degli idrosanitari.
Infine, la svolta si vede, finalmente, nella classifica: nella quale da oggi il Catania si affaccia per la prima volta sulla colonna sinistra. Quella che costituisce, senza dubbio, la parte giusta. Non foss’altro perché corrisponde, nell’immaginario stradale, alla corsia di sorpasso. Il Catania è lì, dopo la vittoria con Latina: ha messo la freccia e ha cominciato ad accelerare. E dovrà continuare a farlo fino alle feste natalizie. Sarà allora – dopo avere affidato la macchina ai meccanici, non sappiamo ancora se per un pit stop, un tagliando o una vera e propria revisione – che potremo capire meglio da che parte si può arrivare.
È certo però che, da oggi, una cosa non possiamo più permettercela. E cioè tornare a svoltare verso la parte destra, invertire di nuovo la direzione. Cosa che fatalmente avverrebbe se continuassimo, fuori casa, con il disastroso rendimento di questa prima parte di stagione. D’ora in poi, dunque, divieto assoluto di rallentare. Ragion per cui, sabato prossimo, non possiamo fermarci al casello di Terni.