Al termine di una lunga udienza la pm Antonella Barrera ha reso note le richieste di pene nell'ambito del processo nato dal blitz che portò all'arresto numerosi esponenti dei clan Cappello e Laudani, coinvolgendo anche i territori di Trecastagni, Misterbianco e Pedara
Gorgoni, richiesta di condanna per Ascenzio Maesano La mafia e la corruzione nell’appalto per la spazzatura
Attorno alla raccolta dei rifiuti ad Aci Catena, e nello specifico alla bramosia di accaparrarsi l’appalto settennale, si sono condensati tentativi di corruzione e pressioni della mafia. Questo il convincimento della procura di Catania che ieri ha reso note le richieste di pena nell’ambito del processo di primo grado Gorgoni, che si sta svolgendo con rito ordinario. Durante un’udienza che è andata avanti per oltre quattro ore, la pm Antonella Barrera ha chiesto la pena a sei anni per l’ex sindaco Ascenzio Maesano. Sulle spalle dell’ex primo cittadino pesa già una condanna definitiva per i fatti legati alle mazzette prese per l’affidamento del servizio informatico negli uffici comunali.
Coinvolti con Maesano nelle vicende corruttive sarebbe stato per l’accusa Rodolfo Briganti, l’amministratore della Senesi, l’impresa che con la Ef Servizi Ecologici fu al centro di una lunga contesa sfociata anche nelle aule dei tribunali amministrativi. Briganti si sarebbe mostrato disponibile a foraggiare la candidatura alle Regionali 2017 di Maesano – poi saltata per via dell’arresto nell’altra indagine – in cambio di favori nella gestione delle penali comminate alla propria azienda dal Comune. A fare da tramite tra lui e Maesano sarebbe stato l’addetto stampa dell’azienda Salvo Cutuli. Sia per quest’ultimo che per l’imprenditore la procura ha chiesto la condanna a sei anni.
Ammonta invece a 16 anni la pena richiesta per Lucio Pappalardo. L’uomo è considerato il referente dei Laudani ad Aci Catena ed è a lui che gli uomini del clan Cappello di Catania avrebbero chiesto di intercedere presso Maesano, per far sì che il Comune affidasse la raccolta dei rifiuti alla Ef Servizi Ecologici di Vincenzo Guglielmino, l’imprenditore, defunto, che sarebbe stato a disposizione del boss Massimiliano Salvo. Pappalardo, nel corso delle ultime udienze, ha più volte ribadito di essere innocente e di pagare soltanto le pesanti parentele.
Nel processo ordinario sono coinvolti anche Domenico Sgarlato, Gabriele Astuto, Alessandro Mauceri e Angelo Piana. Per i quattro – coinvolti a vario titolo in favori illeciti nei confronti dell’impresa di Guglielmino interessata anche agli appalti nei Comuni di Trecastagni e Pedara – la richiesta è di otto anni e sei mesi. Unica richiesta di assoluzione, per mancanza di prove sufficienti, per Orazio Condorelli, all’epoca dirigente del comune di Misterbianco, altro centro in cui la Ef Servizi Ecologici, e dietro di essa, il clan Cappello volevano mettere le mani.