Gli studi medici convenzionati incassano il ticket e non lo versano alla Regione…

Il ‘caso’ è stato sollevato ieri a Sala d’Ercole dal palamentare regionale del Pd, Giuseppe Apprendi. Lì per lì, nessuno ci ha fatto caso. Per un motivo semplice: perché la vicenda, se vera, è di una gravità inaudita. E purtroppo potrebbe essere vera, visto che in Sicilia, soprattutto nella sanità, la realtà supera la fantasia. Apprendi, ieri, in Aula, rivolgendosi al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e all’assessore alla Sanità (o Salute), Massimo Russo, l’ha buttata così, quasi per gioco: “E’ vero – ha chiesto – che tutti gli studi medici convenzionati della Sicilia incassano il ticket da quei cittadini che sono chiamati a pagarlo e non lo versano all’amministrazione regionale?”.
Lo ripetiamo: la domanda posta da Apprendi, tra il serio e il faceto, è sembrata così inverosimile che è passata quasi inosservata. Anche se, in serata, rispondendo a un giornalista, l’assessore Russo, forse senza rendersene conto, quasi per giustificare qualcosa che ancora deve essere provata, ha ammesso candidamente che, forse, i medici convenzionati si tengono i soldi che hanno incassato facendo pagare il ticket ai cittadini a titolo di “extra budget”.
Oggi, a mente fredda, quello che è avvenuto ieri a sala d’Ercole continua ad apparire inverosimile, se non assurdo. Come tutti i cittadini sanno, quando si usufruisce di una prestazione con uno studio medico convenzionato si paga il ticket, ovviamente se c’è da pagarlo. Si va da un euro per un emocromo a 70-80 euro per una Tac o per una risonanza magnetica.
Impossibile, senza un quadro preciso, fare i conti. Però, ragionandoci, se risultasse vero che i medici convenzionati con la Regione incassano il ticket dai cittadini e non lo versano all’amministrazione regionale, beh, saremmo davanti a un fatto abnorme. Mettendo assieme tutte le prestazioni che, ogni giorno, gli studi medici convenzionati erogano ai cittadini incassando i ticket (valgano per tutti le già citate Tac e le risonanze magnetiche, ma anche altre analisi cliniche), saremmo davanti a un ammanco, per le magre ‘casse’ della Regione, di decine e decine di milioni di euro. Chi risponderebbe di tale ammanco?
Proprio in questi giorni la Regione ha contratto un prestito di oltre 900 milioni di euro con la Cassa Depositi e Prestiti. E lo ha fatto non, come hanno cercato di farci credere, per effettuare ‘investimenti’, ma per pagare le spese correnti. Ora, davanti a una Regione che continua ad indebitarsi, alla fine, per pagare gli stipendi, sarebbe semplicemente assurdo scoprire che la stessa Regione non incassa il ticket che i cittadini hanno regolarmente pagato agli studi medici convenzionati.
Ci troveremmo – lo ripetiamo – davanti a un ammanco, per le ‘casse’ della Regione, di decine e decine di milioni di euro. Non solo. La vicenda, vista dall’altra parte – cioè dalla parte di chi ha incassato questi ticket e, invece di ‘girarli’ all’amministrazione regionale, se l’è intascati – farebbe configurare una mega evasione fiscale da parte di chi, per l’appunto, si sarebbe tenuto questi soldi, cioè dei titolati degli studi medici privati (che avrebbero intascato, in pratica, soldi ‘mansi’, come si usa dire dalle nostre parti: una cucca).
Ammettiamo che la cosa sia vera. Le domande, a questo punto, sarebbero tante. Tipo: da quanti anni andrebbe avanti questa storia? E come mai, fino ad oggi, nessuno, negli uffici della Regione, si è accorto di un ammanco finanziario così abnorme? E coma è possibile che una cosa del genere sia sfuggita a tutte le autorità?

 

Giulio Ambrosetti

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