Gli studenti cosa intendono fare?

Gentile redazione di Step1,

come vedete la protesta nazionale della docenza non è per nulla “scoordinata” (faccio riferimento ad un vostro intervento a firma M. Grasso). La ConferenzaNazionale dei Rettori, i Senati Accademici di tutte le Università, il CUN, le Conferenze Nazionali dei Presidi, centinaia di Consigli di Facoltà, Corsi di Laurea e Dipartimenti, i Coordinamenti nazionali della docenza (ricercatori intesta) stanno bocciando la riforma, con un messaggio univoco.

Se il DDL Moratti passa l’Università italiana “chiude”.
Ovvero:
– non sarà capace di competere con altri sistemi avanzati del sapere
– non sarà in grado di fornire ai suoi studenti, cittadini italiani, gli
strumenti per competere nel mercato del lavoro globale
– non sarà capace di trattenere le menti migliori, incentivando la “fuga dei
cervelli”
– molti corsi di laurea non potranno essere attivati, a partire dai prossimi
anni (migliaia di professori vanno in pensione e nessuno li sostituirà).

Pochi giorni fa una vostra collaboratrice ha criticato – giustamente – le lauree specialistiche della nostra facoltà. Noi stiamo protestando proprio per questo! Non ci danno la possibilità di fare concorsi, di attivare nuove materie, di riequilibrare il rapporto assurdo (1-130) tra docenti e studenti, di rafforzare
i settori deboli e/o specialistici! Sapete quanti concorsi potrà bandire la Facoltà di Lingue nei prossimi 3-4 anni (se va bene)? Una decina (il rapporto docenti-studenti peggiorerà!). La ricerca continua a essere finanziata con lo 0,95% del PIL. Niente risorse per il diritto allo studio. Ma vi pare una bella riforma dell’Università?

Come ha detto qualcuno: una riforma che non costa niente, non vale niente.

Mi chiedo: su tutto questo, gli studenti della nostra Facoltà e del nostro Ateneo cosa intendono fare?
Hanno, anche tra i rappresentanti, una loro voce, una loro posizione,un’opinione? Non basta protestare. Bisogna indirizzare la protesta alle giuste sedi. E trarre le dovute conseguenze.

Noi stiamo chiedendo al governo, da due anni, di ascoltarci, cioè di ascoltare i VOSTRI DIRITTI.

Cordialmente,
attilio scuderi


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