Gli ‘intellettuali’ siciliani, invece di schierarsi contro il Muos, chiedono la Tabella H. Mentre dall’America contro il radar di Niscemi si schiera Noam Chomsky

Il sociologo americano scrive a Obama: “Via il mostro elettromagnetico dalla Sicilia”

Da quando il Commissario dello Stato con un suo perentorio atto ha abolito la Tabella H dal bilancio regionale, la ‘cultura’ è entrata in grande agitazione, ciò perché le sono venuti meno i fondi che parassitariamente ha spillato dalle ‘casse’ pubbliche. Il termine parassitariamente è quello

che meglio riflette la funzione ed il contributo che molte delle associazioni e enti (non tutte, s’intende) che si intestano il ruolo di soggetti culturali offrono alla società siciliana.

Onestamente – fatta eccezione per l’istituto Gramsci, che svolge un vero servizio a sostegno di studiosi e ricercatori, e per pochi altri soggetti – tutto il resto è fuffa. Più spesso si tratta di cosiddetti uffici studi che non studiano un bel nulla e che recano nomi gloriosi della storia recente della democrazia italiana per mascherare l’appannaggio a personaggi ed ambienti politici siciliani dediti a paludare la continuità della loro presenza ormai di retrovia.

Ci piacerebbe conoscere quale concorso alla crescita culturale della società siciliana hanno portato le varie istituzioni pubbliche e private. E’ appena il caso di ricordare che l’Orchestra sinfonica siciliana da soggetto che mieteva successi in ogni angolo dei cinque Continenti, da quando è stato trasformato in soggetto privato, si è ritrovato ad esibirsi con il Teatro Politeama più che semivuoto per la perdita del seguito degli abbonati.

Per fortuna che negli ultimi tempi, avendo cambiato il direttore artistico, gli abbonati sono tornati in numero crescente. Ovvero il Teatro Stabile Biondo di Palermo che, a forza di importare produzioni con pretese intellettualistiche, a costi da indebitamento profondo, ha visto scemare la partecipazione degli spettatori.

Sempre per restare nel campo della cultura, un’osservazione non può lasciare nell’ombra il ruolo degli intellettuali, almeno quelli che d’ufficio vengono così catalogati. Dove sono e cosa fanno nell’interesse della Sicilia quando questa viene calpestata e mortificata dalla arroganza dei dominatori?

Nella vicenda Muos, per esempio, li avete visto prendere una qualche iniziativa o una benché minima posizione in favore della lotta che viene condotta principalmente dalle mamme e dalle popolazioni dei territori interessati? Abbiamo dovuto assistere all’iniziativa presa da un sociologo americano, il professore Noam Chomsky, (nella foto a destra, tratta da parodos.it) il quale, unitamente ad un cospicuo gruppo di intellettuali anglo-americani, docenti delle più facoltose università statunitensi, ha raccolto la protesta delle popolazioni anti Muos ed ha scritto una lettera aperta la presidente degli Stati Uniti, Obama, per convincerlo a spostare altrove l’installazione dell’impianto militare di rilevamento satellitare dalla Sughereta di Niscemi ad altra località desertica.

I nostri ‘intellettuali’, piuttosto che svolgere una funzione d’avanguardia nella società contemporanea, preferiscono non prendere alcuna posizione (non si sa mai cosa ci riserva il futuro!?) preferiscono lambiccarsi col proprio ombelico, discettando di questioni astratte che non fanno male a nessuno e non toccano nessun interesse.

Chi scrive nutre un profondo rispetto per l’intellettuale, professore Pasquale Hamel. Pur non condividendo granché delle sue teorizzazioni, non si può non ammettere, però, che ha il coraggio di sostenere le sue convinzioni pubblicamente e, a suo modo, con determinazione. Si tratta comunque di un caso isolato.

In conclusione, non ci resta che rivolgere un appello al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, anche se siamo perfettamente consci che il Nostro se ne farà un baffo. In ogni caso ci proviamo: di fronte a questo spreco organizzato, il suo Governo, che si è intestato a parole la ‘Rivoluzione’ siciliana limiti il sostegno alle uniche cose realmente utili alla crescita culturale e civile della Sicilia. Come Ella ha potuto constatare, gli intellettuali seri non si prestano a fare da foglia di fico alla politica. Quelli che si lasciano reclutare, beh, intellettuali non sono e di cultura ne masticano pochina.

Distinti saluti.


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