Gli ‘intellettuali’ e le loro ‘minchiate’ sul Sud

C’E’ DA RESTARE BASITI LEGGENDO LE CONSIDERAZIONI DEL PROFESSOR MASSIMO CACCIARI. CHE DIMOSTRA DI NON SAPERE NULLA DI COME LA MAFIA AGISCE NEL NOSTRO PAESE. QUANTO AL NORD ITALIA, CARO PROFESSORE, OGGI E’ PERIFERIA DELLA GERMANIA PER VOLERE DELL’UNIONE EUROPEA. IL MEZZOGIORNO NON C’ENTRA PROPRIO NULLA!

Una volta fu Indro Montanelli che a proposito della vicenda franco-algerina sparò una battuta infelice: “I francesi hanno la grana dell’Algeria, in Italia abbiamo quella della Sicilia”. Poi, magari, tentò un triplo salto mortale per correggere il tiro, ma non ci riuscì e la cosa, comunque, col tempo passò nel dimenticatoio.

Adesso è la volta di Massimo Cacciari, un altro preteso intellettuale che azzarda un’altra sentenza: “L’evasione fiscale resta solo al Sud, ecco come si frena il treno del Nord”. Ed argomenta: in quelle zone l’economia è in mano alla criminalità e quindi c’è la grande evasione.

Siamo in presenza di un sillogismo da premio Nobel per la Filosofia senza storia.

Come si fa ad elaborare concetti tanto inutili quanto pretenziosi? Dalle nostre parti diremmo: “Minchiate”. Ovvero concetti nati da presupposti improntati a luoghi comuni. Il Nostro non sa nulla di mafia e delle attività economiche che questa controlla ed esercita in maniera del tutto formalmente ineccepibile.

Le attività imprenditoriali la mafia le esercita attraverso prestanome assolutamente insospettabili, perché nella sua visione non c’è l’esigenza di lucrare sull’evasione fiscale, ma di utilizzare quelle attività imprenditoriali quali strumenti per operare il riciclaggio di denaro proveniente da affari loschi, se non addirittura criminali. Quindi, quelle attività debbono apparire cristalline sotto ogni profilo, soprattutto dal punto di vista fiscale.

La cosa che più in generale preoccupa è la condizione degli alunni del professore Cacciari, perché avere un docente che ti insegna concetti derivati da luoghi comuni non è di certo la migliore delle lezioni, sia sul terreno della conoscenza che su quello della educazione alla vita.

Se il professore Cacciari ancora non se n’è accorto, il treno del Nord si è bloccato per le politiche economiche messe in campo dall’Europa delle banche e della finanza; dall’Europa che autorizza la produzione del cioccolato senza cacao, del vino senza uva, dei succhi di frutta senza frutta e via via mistificando le produzioni sotto la dettatura delle multinazionali, comprese quelle delle coltivazioni con organismi geneticamente modificati.

O che per garantire le multinazionali sta negoziando con gli Stati Uniti d’America un trattato, in tutta segretezza, che introduce il lodo da parte di alcuni soggetti a ciò abilitati dalla Banca Mondiale, per i risarcimenti dei danni alle aziende che, a seguito di una modifica legislativa da parte dello Stato dove hanno il proprio investimento, trovassero sconveniente proseguire nella loro attività perché avrebbero visto modificate le condizioni che avevano giustificato lo stesso investimento.

Vi sono poi le condizioni fiscali che l’Italia è chiamata a praticare per soddisfare agli obblighi derivanti dal Fiscal Compact. Queste consigliano alle piccole e medie imprese del Nord di de-localizzare i propri impianti in Austria o in Slovenia, nazioni comunitarie al pari dell’Italia. Paesi comunitari dove, però, le condizioni infrastrutturali sono meno carenti che nel nostro Paese e dove la corruzione è meno invadente.

Sull’altro argomento forte, trattato dal professore Massimo Cacciari nella sua intervista a Economia e Politica, rivista on line di critica di politica economica: il federalismo. Su questo tema vogliamo ricordargli che la Sicilia è una Regione a Statuto speciale e, laddove essa potesse esercitare le sue prerogative in piena libertà, di sicuro avrebbe, ed avrebbe avuto, tutte le chance per avviare uno sviluppo economico e civile, com’era prima dell’Unità d’Italia. Unità impostale con una criminale operazione di annessione, mediante una spedizione paramilitare, affidata ad una banda di mercenari e assassini, quale quella al comando di don Peppino Garibaldi, massone, pilotato dalla massoneria britannica.

Ecco, al professore Cacciari consigliamo queste riletture per spiegare con maggiore fondatezza le sue argomentazione sulla crisi del ‘treno del Nord’ e sulle responsabilità del Sud. Le sparate di luoghi comuni vanno bene nelle discussioni televisive, che essendo prodotti di largo consumo non sono molto attenti alla qualità, che, invece, è tipica, purtroppo, di nicchie ristrette del mercato culturale.

Lo ripetiamo, ci rincresce per i poveri alunni di cotanti maestri.

(Foto di prima pagina tratta da letturepirata.wordpress.com)


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