Gli incendi dei boschi siciliani: ecco di chi sono le responsabilità

IN QUESTI CASI, I FATTI PARLANO DA SOLI. UNA LEGGE HA INCASINATO I RAPPORTI TRA CORPO FORESTALE E AZIENDA FORESTE. TUTTI GLI INTERVENTI DI MANUTENZIONE BLOCCATI DALLA MANCANZA DI SOLDI. MANCA LA COPERTURA FINANZIARIA PER L’ACQUISTO DI CARBURANTE. LE DITTE NON VOGLIONO FORNIRE MATERIALI E ATTREZZATURE AL CORPO FORESTALE PERCHE’ LA REGIONE NON HA PAGATO IL CONTO DEL 2013

di Paolo Luparello
(e di altri colleghi che preferiscono non essere nominati!)

Per scrivere queste righe ho interpellato diversi colleghi con esperienza diretta dei fatti che vengono narrati. Non si tratta quindi di mere riflessioni. Colgo l’occasione per ringraziare ognuno di loro. Invito inoltre chi leggerà questo articolo a segnalare gli altri episodi che hanno determinato perdita di vite umane dovute agli incendi, ma anche ai fenomeni di dissesto.

ANNO 1993 – 18 agosto – incendio boschivo in Castiglione di Sicilia (CT). Perdono la vita 3 operai forestali ed un brigadiere del Corpo Forestale – (travolti dalle fiamme e carbonizzati)

ANNO 2007 – 28 agosto – incendio boschivo in Patti (ME). 3 le vittime

Mi limito a questi due episodi, ma il numero di vittime è certamente più lungo.

Quando si parla di incendi boschivi si dimenticano i fatti di cronaca.

Si parla di incendi, di forestale, di elicotteri, di Canadair. La storia si ripete. Dopo il primo incendio stagionale tutti divengono esperti, dicono la loro, lamentano disservizi, addossano colpe, scaricano colpe. Ma tutti, ancora una volta, dimenticano le vittime che hanno perso la vita nelle fiamme.

Dimenticano che incendio è sinonimo di distruzione ambientale, di perdita di flora e fauna, di perdita di biomassa, di carenza di emissione di ossigeno, di rottura della catena alimentare e talora di perdite di vite umane.

Tutti, politici compresi, non hanno ancora ben chiaro che l’incendio è un sistema dinamico che si muove verso l’operatore e si muove in modo imprevedibile.

Tutti, ancora una volta, non hanno ben chiaro che può spegnere un incendio boschivo solo chi è addetto ai lavori, chi si è specializzato in questa attività.

Il coordinamento delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi è competenza del Corpo Forestale e per far fronte ai numerosi incendi, in una regione particolarmente calda durante la stagione estiva, si avvale di un contingente di operai che nel tempo sono stati formati e specializzati nell’attività antincendio.

La campagna antincendio comprende ogni anno il periodo stagionale più caldo ovvero dal 15 giugno al 15 ottobre, pertanto dalla data del 15 giugno tutta la struttura antincendio deve essere perfettamente funzionante. Ciò significa che il Corpo Forestale, tramite gli ispettorati ripartimentali delle foreste provinciali, deve aver effettuato sin dalla conclusione della campagna antincendio dell’anno precedente, una serie di manutenzioni propedeutiche all’avvio della struttura AIB (Antincendio boschivo).

Per comprendere la tipologia dei lavori si elencano alcune attività:

§ ritiro automezzi – manutenzioni ordinarie e straordinarie – lavaggi – interventi di carrozzeria – controllo e sostituzione di pneumatici – manutenzione pompe dei moduli antincendio – revisioni;

§ ritiro dei dispositivi di protezione individuali (DPI) – riparazione e ricondizionamento delle tute ignifughe – acquisto di nuovi DPI;

§ manutenzione degli apparati radio e pannelli solari;

§ acquisto di attrezzature antincendio (naspi – manichette – raccordi – pale – roncole – flabelli – bonze – vasche mobili – lampade da caschi – bidoni);

§ smontaggio box, mobili in legno e manutenzione mediante levigatura e impregnante;

§ programmazione visite mediche;

§ controllo cassette mediche;

§ manutenzione estintori.

E’ fuor di dubbio che eventuali ritardi nella logistica determinano grosse difficoltà nell’attività antincendio.

Orbene per la prima volta nella storia del Corpo Forestale della Regione siciliana, alla data del 30 giugno la campagna antincendio non è stata ancora avviata e non è ipotizzabile una data certa di avvio.

Per effetto dell’art. 12 della L.R. 28 gennaio 2014, n. 5 “Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2014. Legge di stabilità regionale” è stata disposta (comma 1) la riunificazione dei lavoratori forestali alle dipendenze del Dipartimento regionale Azienda Foreste Demaniali della Regione, struttura a cui è stata quindi intestata la titolarità dei rapporti di lavoro con tutti i lavoratori forestali ivi compreso il personale impiegato nel servizio di antincendio boschivo;

sono state altresì confermate (comma 2) tutte le competenze – incluse quelle sulla funzione dell’antincendio – al Comando del Corpo Forestale della Regione siciliana con esclusione della titolarità dei rapporti di lavoro con il predetto personale del servizio di antincendio;

infine è stato disposto che il Comando del Corpo Forestale avrebbe utilizzato il predetto personale con l’istituto dello “avvalimento” attuato “mediante apposita convenzione da stipulare tra il Comando del Corpo Forestale della Regione siciliana ed il Dipartimento regionale Azienda Foreste Demaniali, da approvare con decreto del Presidente della Regione”.

L’art. 12 citato ha, di fatto, sgretolato un’attività perfettamente funzionante espletata da personale esperto per affidarla in parte all’Azienda Foreste Demaniali e, in parte, al Corpo Forestale mediante un meccanismo, “quello della convenzione”, burocratico e bizzarro costituito da una serie di schizofrenici passaggi senza aver chiaro chi deve fare che cosa.

Allo stato attuale i lavoratori stagionali del servizio antincendio non possono essere avviati in quanto si attendono i giudizi di idoneità da parte delle Asp (Aziende sanitarie provinciali). Sembrerebbe che vi sia un calendario di visite mediche che si spinge oltre il mese di luglio.

La carenza delle risorse economiche dovute in parte al bilancio regionale, in parte a disfunzioni burocratiche, in parte ad una gestione interdipartimentale che coinvolge anche due ragionerie centrali, hanno bloccato tutti gli interventi manutentori di cui si è fatto cenno.

Ancora oggi non vi è la copertura finanziaria per l’acquisto del carburante ed ancora peggio le ditte cui sono stati affidati i servizi e forniture dell’anno 2013 vantano crediti nei confronti dell’Amministrazione e non intendono effettuare alcuna prestazione con il Corpo Forestale.

E’ doveroso chiedersi? Perché tutto questo? Quale sarebbe stato il vantaggio dell’art. 12? Perché in Sicilia dobbiamo distruggere anziché migliorare e/o costruire?

Una cosa è certa: il territorio paga le conseguenze delle scelte scellerate dell’uomo.

Incendio del 24 giugno nella Pineta di Nicolosi – Distrutti circa 40 ettari di fitto bosco. 

Hanno operato con immenso sacrificio:

10 unità di personale in divisa del Corpo Forestale, due autobotti del CFRS, 6 unità di personale a tempo indeterminato. Sono intervenuti, volontariamente, alcuni operai della forestale (gli stessi del servizio antincendio) senza attrezzature, senza maschere antifumo ed in abiti civili;

due Canadair;

volontari della protezione civile e del soccorso alpino;

una squadra di vigili del fuoco.

Con il tradizionale sistema antincendio del Corpo Forestale avviato dal 15 giugno 2014 le attività sarebbero state condotte in modo diverso.

La vedetta avrebbe segnalato l’incendio in tempo reale.

La prima squadra di pronto intervento locale avrebbe raggiunto il fronte fuoco in 6 minuti contro i 45 minuti impiegati dalle autobotti inviate da Catania e Giarre.

Il fronte fuoco sarebbe stato circoscritto in poche ore e probabilmente si sarebbe evitato l’intervento dei Canadair e notevole risparmi economici.

L’aggravante?

L’Azienda Foreste Demaniale non realizza i viali parafuoco per mancanza di disponibilità economiche ed il sottobosco è fitto di sterpaglie, parti secche, ovvero combustibile altamente infiammabile.

La lotta è impari … specialmente se affidata all’improvvisazione!


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