Gli ex di Radio Zammù: «Ripartiamo fuori dall’Università»

E’ passato oltre un mese dalla chiusura di Radio Zammù e le polemiche sollevate sulle modalità scelte dall’Ateneo per l’affidamento della gestione dell’emittente universitaria. Le perplessità a riguardo nascevano dall’esclusione di Blumedia e Radio Amore, sogetti incaricati della gestione sin dai primi anni di vita del progetto, ma non invitati a partecipare all’ultimo bando di concorso. Dal primo giugno la gestione di Radio Zammù è stata infatti affidata al gruppo RMB. Da allora i microfoni dell’aula 24 sono spenti eppure non tutti sono rimasti in silenzio.

«Non riesco a trovare una motivazione valida sul perché non siamo stati invitati a partecipare al bando per la gestione della radio. Ecco perché noi di Blumedia abbiamo chiesto spiegazioni con una lettera a cui, però, l’Università non ha mai risposto»
, racconta Gianluca Reale, responsabile sviluppo progetti editoriali dell’agenzia editoriale BluMedia e uno tra i fondatori del progetto universitario Radio Zammù.
Ma non è il solo ad essersi chiesto il perchè di questa inaspettata “sorpresa”. Gli studenti e speaker della radio già da tempo si domandavano con non poca preoccupazione quale sarebbe stato il loro futuro. E alla notizia del nuovo bando di concorso avevano fatto seguire una lettera aperta al Rettore rimasta inascoltata.

Oggi gran parte dello staff Zammù è impegnato per la realizzazione di un nuovo progetto che prescinde dall’Università. «Abbiamo deciso di lasciare Radio Zammù perché ci siamo sentiti trattati come oggetti. Nonostante il Rettore nel suo programma elettorale avesse sottolineato la volontà di migliorare il dialogo con gli studenti, non ci ha voluto incontrare per spiegare le ragioni di questi nuovi bandi e per farci sapere cosa pensava di noi, del nostro lavoro e del nostro futuro», spiega Alberto Conti, uno degli speaker da sempre ai microfono di Radio Zammù. «Dal 31 maggio per me e per molti dei miei colleghi l’esperienza con Radio Zammù e con l’Università si è conclusa. Ora c’è RadioLab, una radio libera e indipendente che cercherà di dar voce alle tante realtà culturali della nostra città. RadioLab rappresenta la voglia di continuità ma anche di crescita perché troppo spesso in questa città si creano professionalità che poi vengono disperse».
Un’esperienza nuova quindi, ma che guardi anche al passato ecco perché – aggiunge Alberto – «Continueremo a parlare di Università perché per noi l’Università non è il suo Rettore bensì i docenti, i ricercatori, gli studenti che sono parte importante della cultura a Catania».

Se da un lato c’è chi pensa a progetti futuri, dall’altro chi invece si impegna per far ripartire quelli esistenti. «Stiamo lavorando nella nuova sede di via Umberto affinché, quanto prima, tutto sia pronto per riprendere le trasmissioni di Radio Zammù», comunica Mariano Campo, referente all’attuazione del contratto di gestione dell’emittente radiofonica per l’Università. Alla domanda su quali cambiamenti dovremo aspettarci dalla nuova gestione risponde invece il dottor Vito Sapienza del gruppo Rmb: «Non è la prima volta che partecipiamo al Bando per l’affidamento della gestione di Radio Zammù. Riteniamo la collaborazione con l’Università di Catania motivo di grande prestigio e per questo ci sentiamo obbligati a dare il massimo. Per la gestione della Radio universitaria riceveremo dall’Università una somma di circa 29.000 euro annui di cui 16.000 per la diffusione della radio e il resto per la gestione della programmazione». Tra le richieste del bando figurava infatti il potenziamento della diffusione. D’ora in poi sarà possibile ascoltare Zammù su tre frequenze (sui 90.000 Mhz a Catania, sugli 89.400 nella zona dell’acese e sugli 88.200 nel versante orientale dell’Etna). Per quanto riguarda la programmazione, «si sappia che il bando prevede 5 ore giornaliere» – spiega Sapienza che, però, rassicura – «il numero delle ore di trasmissione sarà sicuramente aumentato tenendo conto delle esigenze e della disponibilità dei giovani conduttori».

 

Dal punto di vista retributivo nulla di nuovo. Non sarà previsto, infatti, nessun tipo di compenso per gli speaker ma «non mancherà un rimborso spese in caso di impegni particolari», chiarisce il dottor Sapienza. «Radio Zammù è infatti Radio universitaria e come tale è da intendere come un’occasione assimilabile ad un normale Laboratorio. E’ una creatura che, grazie all’impegno appassionato degli studenti che da anni vi operano con professionalità, è in grado di camminare con le proprie gambe. Quindi nessuna rivoluzione. Gli speaker che ascolterete non saranno professionisti del settore ma studenti universitari, ovviamente di tutte le facoltà. Dunque, tutto il vecchio staff è da ritenersi riconfermato, senza preclusioni a nuovi ingressi». Quindi una radio-laboratorio portata avanti su base volontaria. E i volontari?
Tra i ragazzi del vecchio staff solo pochi hanno confermato il loro impegno per l’emittente universitaria. Tra questi Stefania Tringali, voce storica di Radio Zammù, che motiva così la sua scelta: «Qualche volta non fa male ammettere di essersi bagnati troppo presto. E’ bello sapere di essere cresciuta professionalmente insieme agli altri colleghi, ma è giusto rendersi conto che di crescere c’è ancora bisogno, per cui stavolta non vorrei essere io a dover spiegare agli altri come si fa la radio ma vorrei che qualcuno dicesse a me dove sbaglio e come migliorare. Radio Zammù è stata una palestra, un laboratorio. Ecco uno dei motivi per cui resto, perché si avrà di nuovo un tutor a seguire il nostro lavoro e, poi, per la possibilità di confronto con una realtà professionale del tutto nuova, quella del gruppo Rmb. Sarà interessante vedere come lavorano loro e sarà ancora più interessante relazionarsi con un nuovo staff di apprendisti speaker che, come me, vogliono provare a fare questo mestiere».

A fare da tutor e seguire i ragazzi nella loro attività radiofonoca saranno di fatto, come in passato, due figure: il direttore artistico nella persona di Ubaldo Ferrini, già tutor di Radio Zammù qualche anno fa, e il responsabile della comunicazione giornalistica che, «in attesa di una nomina ah hoc” – ci dice Sapienza -, sarà lo stesso responsabile dei servizi giornalistici della Rmb».

Allo stato attuale, con uno staff quasi del tutto smembrato, per Radio Zammù sarà importante puntare sul contributo di nuove voci tra gli aspiranti speaker universitari. Quali saranno gli investimenti in termini di formazione quindi? Lo abbiamo chiesto a Mariano Campo che chiarisce: «Per contratto la nuova gestione dovrà garantire tirocini e stage ma non sono esclusi eventuali laboratori da concordare con i singoli corsi di laurea dell’Ateneo che ne fossero interessati».


Tutti pronti (o quasi) a riaccendere i microfoni. Non resta quindi che un nodo da sciogliere, quello del magnifico silenzio dietro cui si è barricato il Rettore che – come da comunicazione dell’ufficio stampa d’Ateneo – non intende rilasciare intervista fino ad approvazione del nuovo Statuto.


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