Confermato il rinvio a giudizio per l'ex sindaco di lampedusa e la banda di presunti manigoldi che orbitava intorno all'ufficio tecnico. Nicolini sottolinea le distanze
Giusi Nicolini contro la ‘cricca’ di Lampedusa
CONFERMATO IL RINVIO A GIUDIZIO PER L’EX SINDACO DI LAMPEDUSA E LA BANDA DI PRESUNTI MANIGOLDI CHE ORBITAVA INTORNO ALL’UFFICIO TECNICO. NICOLINI SOTTOLINEA LE DISTANZE
di Mauro Seminara
A seguito della decisione del Gip di rinviare a giudizio Dino De Rubeis, Giuseppe Gabriele e Gioacchino Giancone, insieme a tutta la galassia dell’ufficio tecnico comunale di Lampedusa, il Sindaco Giusi Nicolini esterna indignazione per i fatti che si sarebbero svolti all’interno dell’amministrazione comunale che l’ha preceduta e ne prende le distanze. Lo fa sostenendo che attualmente l’amministrazione è composta dalla parte buona del comune. Di contro, Giusi Nicolini attacca gli “avversari” che “non hanno mai trovato il tempo e l’occasione di dire una parola, una sola parola per condannare e prendere le distanze dalla cricca di Lampedusa”. Il Comune di Lampedusa e Linosa si è costituito parte civile nel procedimento a carico della “cricca” accusata di aver gestito una rete di appalti pilotati e di tangenti il cui centro nevralgico era appunto l’ufficio tecnico comunale diretto dall’Ing. Giuseppe Gabriele.
Intanto l’ex Sindaco Bernardino De Rubeis, serenamente e rassegnatamente ritiratosi a vita privata incassa una sequela di colpi. Pochi giorni prima del nuovo rinvio a giudizio, De Rubeis aveva subito una sentenza della Corte dei Conti che lo condannava al risarcimento di 290.000 euro per danno erariale. Secondo la sentenza di primo grado, De Rubeis avrebbe autorizzato delle ditte private ad approvvigionarsi dai pozzi comunali. L’ex primo cittadino di Lampedusa e Linosa ha commentato sul proprio profilo facebook cosi: “Incassiamo altra sentenza persecutoria di condanna ” di primo grado ” da parte della Corte dei Conti di Palermo. Che dire: Nel processo Penale mi assolvono con la benedizione della Procura della Repubblica di Agrigento. in quello Amministrativo, senza alcun approfondimento di indagine, mi condannano. Questa è L’ Italia.”