Giornata nazionale della Colletta Alimentare

Quando si tratta di queste iniziative qualcuno, nonostante il proprio scetticismo, crede una sola cosa: “Ecco la solita iniziativa, le solite persone fastidiose che ti importunano chiedendoti qualsiasi cosa…”.

Altri no. Perché credono veramente in quello che fanno, mettendo il proprio impegno, disponibilità e sacrificio con la consapevolezza di dedicare il loro tempo ad una, come si dice solitamente, “giusta causa”, ad una cosa più grande, assicurando così aiuto a chi quotidianamente aiuto non ha.

 

Non servono soldi. Solo viveri. I dati parlano chiaro, in Italia (e come è tristemente risaputo non solo nel nostro paese) ci sono milioni di famiglie indigenti –e su questo nessuno ha dubbi- che aspettano di poter mangiare un piatto di pasta o riso, di poter sfamare giorno per giorno ben 3, 5, 9 bambini, e sperano di poter dare ai figli neonati un po’ di latte o un omogeneizzato, unica fonte di sostentamento per i più piccoli.

 

Il Banco Alimentare dà la certezza a queste famiglie di non rimanere sole, lavora per dare a questa povera gente, sempre più numerosa, che vive in questa ingannevole, ed inoltre per loro declassata, società del “benessere”, ciò che li spetta di diritto: il pasto quotidiano.

Spieghiamo meglio cos’è il Banco Alimentare, come lavora ogni anno e cosa rappresenta la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, quest’anno giunta alla nona edizione, rivolgendoci a Saro Rizza, Presidente responsabile del Banco Alimentare per la Sicilia orientale.

 

Prima di tutto cos’è il Banco Alimentare?

Nel 1989, dall’incontro tra Danilo Fossati, Presidente della Star, e Monsignor Luigi Giussani, fondatore del Movimento di Comunione e Liberazione, nasceva anche in Italia l’esperienza del Banco Alimentare: nel primo magazzino di Meda, in provincia di Milano, ebbe inizio la raccolta di eccedenze alimentari – perfettamente commestibili ma non più commerciabili – e la ridistribuzione delle stesse ai bisognosi.

 

Da dove nasce l’idea di aiutare gli altri?

Ciò che ha mosso i fondatori, e muove ancora oggi più di 1000 volontari che stabilmente donano tempo e professionalità alla Fondazione Banco Alimentare, non è un semplice atto di generosità ma l’espressione di un cambiamento di mentalità. Condividendo il bisogno materiale di alcuni, il Banco vuole condividere il senso della vita di tutti: carità e gratuità sono dunque dimensioni normali della vita, fattori ineliminabili per la realizzazione di sé stessi.

La realtà, d’altronde, interpella e costringe a non rimanere fermi: dati statistici affermano che in Italia ci sono quasi 8 milioni di persone che possono essere definite “povere”. Il Banco Alimentare è allora il tramite ideale perché l’eventuale “spreco” della filiera agro-alimentare possa divenire ricchezza per gli Enti assistenziali che curano direttamente chi ha bisogno.

 

In Sicilia invece quando è nato il Banco Alimentare e come opera?

Il Banco Alimentare opera oggi attraverso Banchi regionali. In Sicilia l’esperienza è iniziata nel 1995, in provincia di Catania. I primi magazzini, dati in comodato d’uso, sono stati a Zafferana, poi ad Acireale, quindi a Giarre. L’incrementarsi dell’attività ha successivamente portato il Banco ad operare in locali più grandi e idonei, presi in affitto: Piano Tavola, Belpasso e, dal 2001 in zona Valcorrente, sempre Belpasso.

L’Associazione offre gratuitamente agli Enti assistenziali con essa convenzionati gli alimenti in eccedenza ritirati dalle industrie produttrici, dalla grande distribuzione e, soprattutto,  dall’AGEA (ex AIMA).

 

In che modo è cresciuta negli anni questa attività all’interno della nostra regione?

Gli Enti assistiti, sparsi in tutte le province della Sicilia, hanno raggiunto cifre incredibili nel giro di pochi anni, da qui la necessità di offrire alle realtà della Sicilia occidentale un punto di riferimento più vicino. Per questa ragione è nato, nel 1999, il Banco di Palermo, che serve gli Enti delle province di Palermo e Trapani. Attualmente il nostro Banco di Catania, con i magazzini di Valcorrente, Siracusa e Caltanissetta, serve più di 630 Enti, attraverso i quali si raggiungono più di 150.000 assistiti. Più di 80 volontari si prodigano perché quotidianamente si possa offrire aiuto a chi aiuta.

Il più grande gesto pubblico di condivisione del Banco è costituito dalla giornata della Colletta Alimentare, che si svolge ogni anno, nell’ultimo sabato di novembre.

 

Quanti supermercati aderiscono alla giornata della Colletta quest’anno a Catania e provincia, a livello regionale e su tutto il territorio nazionale?

In tutta Italia, saranno più di 7000 i Supermercati che aderiscono all’iniziativa. I 100.000 volontari del Banco invitano la gente che fa la spesa ad acquistare alcuni prodotti da consegnare poi – all’uscita – nei punti di raccolta allestiti dai volontari stessi. Nel corso degli anni l’iniziativa ha avuto particolare successo, in particolare nelle province servite dal Banco di Catania la quantità dei prodotti raccolti è cresciuta di anno in anno ed è migliorata soprattutto la qualità delle offerte (ad es.: prodotti per l’infanzia). Nel 2004 sono stati raccolti quasi 6000 tonnellate a livello nazionale e 327 tonnellate nelle province che fanno riferimento al nostro Banco, di cui 136 solo in provincia di Catania. E’ stato dunque premiato lo sforzo organizzativo finalizzato ad incrementare notevolmente il numero dei punti vendita e dei volontari coinvolti (circa 500 i punti vendita presidiati da più di 7000 volontari). La Colletta dunque, oltre a testimoniare la crescente fiducia che la gente ha nell’iniziativa,  si è confermata come un gesto che, nella sua immediatezza e semplicità, è di grande valore educativo sia per i volontari che lo propongono sia per il grande pubblico che partecipa con la spesa. 

 

Ma spesso ci si imbatte anche nella diffidenza di qualcuno, di chi reputa queste iniziative solo emerite “fregature”. Quali sono le difficoltà maggiori riscontrate dai volontari durante la giornata della Colletta?

Non ci sono particolari difficoltà. Allo scetticismo di qualche avventore isolato sopperisce la generosità della maggior parte delle persone che volentieri fanno la spesa per i poveri.

Nel 2004 sono state stimati 4 milioni e mezzo di donatori. Qualche problema organizzativo ha creato difficoltà nei trasporti perché normalmente in questi anni le previsioni di raccolta sono state sempre superate. L’esperienza di chi fa la colletta è tornare a casa magari molto stanchi ma di una contentezza che contagia chiunque si incontra, tanto che ogni anno crescono i volontari che vogliono fare questo gesto.

 

Oltre alla giornata nazionale della Colletta Alimentare, come procede il lavoro del Banco nell’arco di un anno?

Il lavoro al Banco si svolge 6 giorni la settimana tutto l’anno. I prodotti raccolti con la colletta rappresentano infatti solo il 6-7 % del totale distribuito. Gli Enti convenzionati vengono riforniti mediamente una volta al mese, alcuni a domicilio con i mezzi del Banco, altri con i loro mezzi presso i vari magazzini. Nel 2004 sono state movimentate circa 6000 tonnellate di prodotti. Ogni movimento prevede un documento di trasporto e scrittura nei registri di carico e scarico, perché tutto avviene nella massima trasparenza. Per l’acquisizione dei prodotti occorre un rapporto continuo con le ditte fornitrici e la ricerca di sempre nuove fonti.

Gli Enti che si vogliono convenzionare devono avere particolari caratteristiche, in particolare non devono avere fini di lucro, non devono avere risorse adeguate per svolgere la loro attività e ovviamente devono avere come statuto la finalità assistenziale. La convenzione dura un anno e si deve rinnovare ad ogni scadenza. Tutto questo comporta una mole sterminata di lavoro eseguita principalmente dai volontari. Solo alcuni lavoratori sono assunti per garantire prestazioni professionali specialistiche. 

 

Quante famiglie vengono aiutate e in genere che tipo di famiglie sono?

Numerosi sono gli Enti che rivolgono la loro attenzione a particolari categorie disagiate: anziani, minori, tossicodipendenti, handicappati, ragazze madri, malati terminali, ecc.

Tuttavia la maggior parte degli Enti aiutano famiglie in difficoltà. (L’ISTAT considera sotto la soglia della povertà una famiglia di 2 persone che può spendere solo circa 900 euro mensili). Difficile calcolarne il numero perché il Banco chiede agli Enti non il numero di famiglie ma il numero di persone che assistono. Complessivamente il Banco in Italia aiuta circa 1.200.000 persone di cui 150.000 il Banco di Catania.

 

Oltre ai volontari la gente comune come può aiutare e contribuire al gesto della Colletta?

Donando un po’ di spesa, soprattutto prodotti che il Banco non riceve da altre fonti. Ad esempio in questo momento pasta, latte, riso ne abbiamo in abbondanza, mancano invece prodotti per l’infanzia, omogeneizzati, olio, carne e tonno in scatola, pelati e legumi. Sono questi i prodotti che con un volantino indichiamo ai donatori.

Chi volesse contribuire donando anche un po’ del proprio tempo può venirci a trovare al magazzino di Valcorrente, S. P.  134, n. 58 Belpasso. Tel. 095.7131500.

 

Il Banco Alimentare si muove anche a livello internazionale o avete attualmente progetti all’estero?

Il Banco Alimentare può donare i prodotti solo ad Enti che rivolgono la loro attività ad assistiti nel territorio nazionale. A livello internazionale fa parte di una Federazione di Banchi Alimentari Europea. Inoltre sta collaborando alla nascita di Banchi Alimentari in molti paesi dell’Est e dell’America Latina.

 

 

Per ulteriori notizie:

http://www.bancoalimentare.it

Valeria Arlotta

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