La riapertura di alcuni settori, due ambulanze medicalizzate in più, l'attività del Pte 24 ore su 24. Erano stata queste le promesse dell'assessora regionale alla Salute Lucia Borsellino all'amministrazione giarrese durante l'ultima riunione all'Asp. Ma la situazione che emerge da un sopralluogo è diversa e si annunciano nuove proteste
Giarre, sindaco: «Su ospedale accordi non rispettati» Accesso ai reparti promessi concesso solo su ricovero
«Gli accordi stipulati con l’assessora regionale alla Salute Lucia Borsellino a oggi non sono stati mantenuti. Costituiremo un tavolo tecnico con i cittadini per decidere una nuova manovra comune». È questo il contenuto della conferenza stampa indetta stamattina dal sindaco di Giarre Roberto Bonaccorsi, assieme alla presidente della Commissione consiliare straordinaria sull’ospedale Tania Spitaleri. La necessità dell’incontro con la stampa nasce dal sopralluogo che venerdì scorso la commissione ha svolto a sorpresa tra i locali del presidio San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro, constatando una situazione che non è stata considerata coerente rispetto alle promesse fatte durante la riunione della scorsa settimana nella sede dell’Asp di Catania.
«In questo momento – spiega Spitaleri – il Presidio territoriale d’emergenza è attivo 24 ore su 24, ma le sue prestazioni non sono paragonabili a quelle che fino al 26 aprile erogava il pronto soccorso. Non ci sono le condizioni per poter far fronte in maniera adeguata alle situazioni di emergenza». In base agli accordi che i sindaci del distretto sanitario hanno stipulato con l’assessora Borsellino e l’Asp, la situazione dell’ospedale sarebbe dovuta ritornare uguale a quella precedente ad aprile scorso. Sarebbero, quindi, dovuti essere ripristinati radiologia, cardiologia, laboratorio di analisi e un anestesista durante il giorno, con turni di reperibilità dopo le 20. A questo si sarebbero dovute aggiungere due ambulanze medicalizzate oltre a quella già presente.
«I reparti promessi sono stati effettivamente riattivati – ammette Spitaleri – ma non sono stati destinati e agganciati direttamente al Pte, come invece era previsto dall’accordo. Sono legati invece ai posti letto. Ciò significa che per usufruirne bisogna farsi ricoverare o prenotare una visita tramite il numero verde. È chiaro che nei casi in cui fosse necessario, chi si rivolge al Pte per assistenza dovrebbe poter usufruire dei reparti attivi, ma questo non avviene in maniera automatica».
Dunque chi si rivolge al Pte per un’emergenza (ma i casi gravi, da codice rosso, non vengono accettati), non avrebbe garantita la certezza di usufruire dei servizi di analisi, radiologia, cardiologia. Da qui nasce l’insoddisfazione delle istituzioni giarresi, che annunciano per i prossimi giorni nuove azioni di protesta pacifica, volte alla rivendicazione del diritto alla salute dei cittadini.
«In questa fase – ha affermato il sindaco Bonaccorsi – è fondamentale il sostegno di tutta la cittadinanza. Per questa ragione costituiremo un tavolo tecnico che coinvolgerà non solo le componenti istituzionali, ma anche le associazioni e i comitati del territorio. La nostra idea è quella di una manovra comune che ci permetta di vedere rispettato il nostro diritto alla salute. La situazione attuale non ci soddisfa, perché non è adeguata alle esigenze del nostro territorio».