Giarre, marcia dopo funerale Maria Mercurio «Abbiamo diritto a essere trattati con dignità»

Non si sono ancora placate le polemiche legate al depotenziamento dell’ospedale San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro di Giarre. Così diverse centinaia di cittadini dei Comuni ionici si sono riuniti, ieri sera, per una marcia di protesta che si è spinta da villa Pantano di Riposto a piazza Duomo di Giarre, passando attraverso corso Italia. Nel pomeriggio di ieri, intanto, nella chiesa Gesù Lavoratore si erano tenuti i funerali di Maria Mercurio. La donna di 52 anni la cui morte, avvenuta lo scorso 23 maggio, secondo i parenti sarebbe stata dovuta a un caso di malasanità

Il decesso della donna ha portato a una lunga serie di proteste e manifestazioni. Che non si sono spente neanche dopo un incontro all’Asp di Catania tra i sindaci del comprensorio ionico e l’assessora regionale alla Sanità Lucia Borsellino. Un appuntamento dal quale, almeno apparentemente, sarebbero usciti vincitori i sindaci, che hanno ottenuto il ritorno alla situazione antecendente al 27 aprile, con un presidio territoriale d’emergenza e due ambulanze medicalizzate. In realtà, nonostante un clima più disteso, i cittadini sono tutt’altro che soddisfatti dell’attuale situazione. E anche il sindaco di Giarre, Roberto Bonaccorsi, al termine dei funerali di Maria Mercurio ha tenuto a precisare: «Mi auguro che chi di dovere possa far tesoro di quanto avvenuto in quest’ultimo mese, comprendendo le reali esigenze del nostro territorio. Questa città ha bisogno di maggior sostegno e di una struttura ospedaliera adeguata». 

In serata, durante il corteo, sono state tante le manifestazioni di dissenso dei cittadini: «Il nostro scopo adesso è quello di far sentire il fiato sul collo alle istituzioni – spiega uno degli organizzatori, Angelo La Rosa – Ci è stato riferito, inoltre, che alcuni reparti garantiti in base agli ultimi accordi non sono stati ancora resi operativi, come il laboratorio di analisi. Come comitato cittadino spontaneo continueremo a destare le coscienze. È chiaro che se le promesse fatteci non saranno mantenute, porteremo avanti nuove iniziative sempre più forti, nei termini di legge. Sarebbe poi stato bello se anche i sindaci avessero partecipato al nostro corteo con indosso le loro fasce». Presenti circa 500 persone, con gli scout in prima fila. «Gli ultimi eventi – sottolinea Andrea Torrisi, giovane organizzatore – sono sicuramente serviti a portare molte più persone a interessarsi del problema, negli anni passati in questi eventi trovavamo le associazioni, gente impegnata, stasera siamo molti di più, tra cui tanti giovani». 

Per raggiungere l’obiettivo della riapertura del pronto soccorso, alle proteste di piazza si aggiungerà a breve anche la via giudiziaria. «Abbiamo deciso con la Rete delle associazioni jonica – aggiunge Angelo D’Anna – di portare avanti un’azione legale per verificare il rispetto del livello minimo di tutela della salute, alla luce del decreto attuativo che porta alla scomparsa del nostro presidio ospedaliero. La legge, infatti, prevede che in determinate condizioni debba esistere un pronto soccorso. Abbiamo una squadra di avvocati che da un mese sta ragionando su quali possano essere le azioni legali migliori da promuovere. Se ci saranno le condizioni le associazioni del territorio di costituiranno parte civile, mentre per quanto riguarda le spese ci autofinanzieremo». 

Presente alla manifestazione anche il parroco del Duomo, padre Domenico Massimino: «Oggi era importante esserci, perché bisogna preservare il diritto di ogni cittadino alla salute, che è indispensabile e annoverato tra i diritti fondamentali dell’uomo». Tra i cittadini, in ogni caso, è sempre profondo lo sconforto. Soprattutto tra i più giovani: «Non siamo soddisfatti di ciò che si è ottenuto lunedì che rappresenta un semplice contentino – dice la giarrese Marcella Catanzaro – L’articolo 32 della nostra Costituzione sancisce il nostro diritto alla salute, come può essere rispettato se i cittadini non hanno accesso a soccorso e cure immediate?». Per quanto riguarda la strada che a questo punto andrebbe percorsa per ottenere l’eventuale riapertura della struttura ospedaliera la piazza non ha dubbi: manifestazioni e incontri di dibattito, assieme alle azioni legali. «La protesta civile – sottolinea un’altra giarrese, Lia Vecchio – è un modo per partecipare alla vita politica. Tutti noi abbiamo il diritto di essere trattati con dignità».


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