Giardino Inglese, ripristinata una delle fontane Si possono ammirare di nuovo i giochi d’acqua

Meno una. La fontana del Giardino Inglese lato via Duca della Verdura, alle spalle della casetta del custode, è tornata questa sera in funzione, regalando a frequentatori e passanti i giochi d’acqua che da tempo mancavano da questa parte della villa comunale, accompagnati da effetti di luce.

Le opere di ripristino, durate una quarantina di giornate lavorative, sono state eseguite dalle maestranze dell’area interventi urgenti e fontane del Coime a più riprese nei mesi scorsi, ed hanno riguardato il consolidamento e impermeabilizzazione della vasca, oltre al rifacimento dell’impianto idrico e dell’impianto elettrico. «Quando abbiamo iniziato a lavorarci – spiega Mario Scotto, l’ingegnere capo del Coime – la fontana era vuota e la vasca molto lesionata, gli impianti erano inesistenti e mancava pure il contatore, tant’è che l’impianto elettrico non era mai stato messo in funzione. Abbiamo fatto una profonda pulizia e riparato le crepe, sostituito le due pompe per i giochi d’acqua e riparato gli ugelli. Inoltre ora l’impianto, l’unico a Palermo, è collegato ad un computer che consente di gestire meglio il funzionamento».

Così si potranno ammirare tutti i giorni gli zampilli che per cicli di 60 secondi animano la fontana, e di sera le luci led aumenteranno l’effetto (nei weekend l’impianto resterà attivo fino alle 01:30, gli altri giorni verrà spento qualche ora prima). Il recupero della fontana si unisce ad una nuova tornata di pulizia complessiva di busti e statue che si è conclusa di recente, e che ha visto il team di lavoratori Reset – coordinato dalla restauratrice dell’Accademia delle Belle Arti, Serena Bavastrelli – riportare i monumenti lapidei ad un candore che nel tempo smog, agenti atmosferici e graffiti avevano fatto dimenticare.

Restano però ancora diverse cose da fare al Giardino Inglese, e la prossima della lista è la fontana centrale, che da alcune settimane è stata svuotata e transennata per consentire un intervento di manutenzione straordinaria. «L’impianto idrico – sottolinea Scotto – è già stato revisionato. Attendiamo che la squadra Reset termini una profonda pulizia delle statue all’interno della vasca, dove sono presenti spessi strati di incrostazioni, per riaprirla alla fruizione. Mentre nella fontana che si trova vicino ai bagni bisogna sostituire il quadro elettrico e l’elettropompa, che comunque è già stata acquistata». Oltre alle fontane ci sarebbero da recuperare altri spazi, dalla serra al padiglione con la statua dei “Fratelli Canaris a Scio”, e su questo l’assessore al Centro storico, Emilio Arcuri afferma che «il Comune ha in programma di recuperarli, ma servono tempo e fondi, cosa non facile, visto che spesso, una volta terminato un intervento di recupero, i beni vengono danneggiati di nuovo».

Nota a parte per l’impianto di illuminazione della villa, da tempo non funzionante, sul quale l’assessore manifesta qualche perplessità: «Il vero problema è capire perché sia stato collocato inizialmente, dato che il giardino viene comunque chiuso la sera. Rifarlo costa moltissimo ed ha senso ripristinarlo solo se si decide un utilizzo esteso di questi spazi, altrimenti si può pensare ad un ripristino solo nelle parti della villa dove può essere utile».

Intanto continua l’attività del settore dedicato del Coime anche in altre zone della città: la prossima settimana saranno inaugurate le 4 fontane dell’ingresso monumentale di via Roma (piazza Giulio Cesare), spente da oltre 30 anni, dove è stata rifatta la canalizzazione degli scarichi che – come spiegano gli addetti – prima sversavano direttamente in strada, e sono stati applicati dei nuovi boccagli. Inoltre è prossima a tornare a zampillare anche la fontana di villa Niscemi (quella a forma di Sicilia), mentre a breve si inizierà a lavorare su quella di villetta Tricoli (tra le vie Leonardo da Vinci, Tintoretto e Campolo). «Non abbiamo dimenticato – conclude Scotto – le fontane di Porta Sant’Antonino alla fine di via Maqueda, ma in quel caso l’intervento è più difficile perché c’è da verificare lo stato dell’impianto idrico, e i palazzi nei quali si trovano le vasche sono privati».  


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