Gianrico Carofiglio magistrato – scrittore di successo

Nato a Bari nel 1961, Gianrico Carofiglio è sostituto procuratore antimafia presso la Procura di Bari, oltre ad essere autore di alcuni testi di diritto e di cinque romanzi: Testimone inconsapevole (Sellerio), Il passato è una terra straniera (BUR Biblioteca Univ. Rizzoli), Ad occhi chiusi (Sellerio), La testimonianza dell’ufficiale giudiziario e dell’agente di polizia giudiziaria (Giuffrè), Ragionevoli dubbi (Sellerio).

Il protagonista dei romanzi di Carofiglio è l’avvocato Guerrieri che ha conquistato i lettori assicurandogli un crescente e continuo successo di vendite e gli elogi della critica, che ne ha fatto un vero e proprio caso editoriale, dato che i romanzi sono stati per lungo tempo presenti nella classifica dei bestseller più venduti in Italia. Si dice, inoltre, che alcuni dei suoi libri saranno tradotti in inglese, francese e tedesco e che diventeranno film per la televisione, un po’ sulla scia del Commissario Montalbano, amatissimo personaggio creato dalla penna di Andrea Camilleri.

Cosa spinge un appartato magistrato che si occupa di crimini mafiosi a scrivere un primo romanzo che vende più di 35.000 copie ed inaugura il nuovo giallo legale del nostro paese e subito dopo a fare il bis con un secondo che ne vende quasi 45.000 e che convince ancor più del primo? Questa una delle prime domande poste al magistrato-scrittore.
Lui, in maniera molto convincente, risponde che l’idea nasce dal desiderio di esplorare nuove vite, prendere l’identità di qualcun altro per portarla a spasso, tra la gente. Per fare questo Carofiglio, curiosamente, che nella vita vera fa il pubblico ministero, per scrivere ha deciso di passare alla difesa, per descrivere le gesta dell’avvocato Guido Guerrieri, penalista colto e raffinato, disilluso nella professione come nella vita privata, umano quanto basta per accettare i casi più difficili, rifiutati dai suoi amici avvocati.

Dopo, un’altra domanda pone il funzionario davanti lo specchio delle sue ormai indubbie doti di scrittore. Infatti gli viene chiesto se pensa di avere creato una nuova sfumatura nel giallo all’italiana. Carofilglio risponde con molta modestia che non può dirlo lui e che questo è un quesito che dovrebbe essere posta ai suoi lettori.
Gli chiedono inoltre se ha avuto difficoltà a trovare un editore per i suoi romanzi. Carofiglio replica dicendo che il suo primo libro è stato sottoposto a diversi editori prima di essere acquistato dalla casa editrice Sellerio. Ha quindi ricevuto alcune risposte negative prima dell’offerta di pubblicazione, ma a tale proposito racconta un episodio che ancora ricorda e che considera umoristico. Un editore – di cui non fa il nome -, al quale aveva mandato un suo racconto, gli ha risposto dopo moltissimo tempo, addirittura quando ormai il suo romanzo Testimone inconsapevole era in libreria già da mesi, per avvertirlo che non era pubblicabile.

Altre domande riguardano il suo ambiente lavorativo. Gli chiedono, infatti, se dopo il successo dei suoi romanzi sia cambiato qualcosa fra la cerchia dei suoi amici e colleghi. Qualcuno già lo ferma per la strada per fargli leggere dei manoscritti, pensando che lui abbia in mano un’industria editoriale per farli pubblicare. Altri lo invidiano perché pensano che abbia proposte lusinghevoli da parte delle sue lettrici.
Naturalmente non mancano i modelli di ispirazione per Carofiglio, che nella narrativa predilige autori del calibro di Hemingway, Calvino, Lodge, oltre a Lawrence Block e Joe Lansdale per la cosiddetta “narrativa noir”.

In seguito alle domande “Quando un magistrato trova il tempo di scrivere? e Pensa di continuare a fare il magistrato, o di dedicarsi completamente alla scrittura?”, lui risponde che il tempo di scrivere si trova sempre, di mattina presto, la sera tardi, durante le vacanze e nelle pause delle udienze. In realtà non sa ancora se restare un magistrato-scrittore o se dedicarsi solamente ai suoi romanzi, probabilmente ci penserà tra qualche anno, per adesso è giusto che si goda questo suo momento di successo, con la promessa di un libro in cui adotterà il solo dialetto barese.

Gianluca Nicotra

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