Gianni Puglisi, qualche poltrona comincia a scricchiolare…

Sembrerebbe davvero che per il prof. Gianni Puglisi il tempo della pazienza (nostra) – come scrivevamo poco tempo fa – sia finito ed abbia avuto inizio il momento della resa dei conti (sua). Se è vero che da varie parti ormai ci si comincia ad accorgere di un sistema di potere che lo vede al centro di disinvolte operazioni finanziarie e accumulatore senza decenza di una quantità interminabile di cariche superpagate, in Sicilia, in Italia e all’estero.

Alcuni hanno contato ben 33 ruoli di vertice in enti di vario genere, associazioni, università, fondazioni, commissioni, ricoperti da Puglisi. A cominciare dalla presidenza della Fondazione Sicilia (da cui percepisce 18 mila euro mensili, per complessivi 220 mila euro negli ultimi cinque anni!), al rettorato contemporaneo delle Università Iulm di Milano e Kore di Enna, alla presidenza del Teatro Biondo Stabile di Palermo, alla delega per l’Italia dell’Unesco, a consigliere d’amministrazione della Treccani. Fino alle presidenze (fallimentari) della Società siciliana di Storia Patria e dell’Isida, che, a prescindere dalla crisi, non sono proprio un fiore all’occhiello per il suo curriculum di amministratore, visto che entrambe le istituzioni palermitane sono chiuse al pubblico per mancanza di fondi.

E se è assolutamente vergognosa la chiusura della prima, col suo Museo del Risorgimento che contiene preziosi cimeli ed una splendida biblioteca, non desta meno perplessità la liquidazione della seconda, i cui uffici sono stati trasferiti a Villa Zito, sede della Fondazione Sicilia (ex Banco di Sicilia) e del Museo Mormino.

Villa Zito, però, anch’essa da qualche tempo misteriosamente chiusa al pubblico e i cui tesori archeologici, ceramici, filatelici e numismatici sono stati allestiti a Palazzo Branciforte (acquistato e recentemente restaurato dalla stessa Fondazione Sicilia), ma dove rimane, invisibile a visitatori e studiosi, un’importantissima collezione di dipinti dell’Ottocento siciliano.

A dare man forte a quanto andiamo denunciando da tempo sul personaggio in questione, accademico e massone, arriva ora un informatissimo servizio nelle pagine palermitane del quotidiano “la Repubblica”, che fa le pulci ad una marea di denaro che – secondo i bilanci pubblicati negli ultimi cinque anni, fino al 2011 – Pugliesi ha generosamente elargito, passandolo dalle ‘casse’ della Fondazione Sicilia ad enti e organismi di cui a vario titolo fa parte: dai 106 mila euro alla Treccani ai 450 mila euro per Civita Sicilia (che gestisce i servizi aggiuntivi di Palazzo Branciforte e della Civica Galleria d’arte moderna di Palermo), di cui è, manco a dirlo, presidente; dal mezzo milione di euro andato all’Acri (Associazione delle Fondazioni bancarie), di cui Puglisi è consigliere d’amministrazione, per la realizzazione del congresso nazionale di Palermo, agli oltre 350 mila euro (dal 2008 al 2011) per la Crui (Conferenza dei Rettori), di cui è vice presidente; fino ai 6 milioni e mezzo di euro (in cinque anni) allo Studio Ambrosetti, del cui club il prof. fa parte, per la realizzazione di un Forum sull’Africa. E sono solo alcuni esempi del fiume di denaro elargito in questi anni dal prof. Puglisi

alle sue “creature”.

Ma c’è una chicca che è sfuggita ai bravi colleghi de “la Repubblica”: quando era assessore alla Cultura della Giunta del Comune di Palermo di Diego Cammarata (dove peraltro brillava per la sua assenza), nei primi anni Duemila, il prof. Gianni Puglisi manteneva anche la carica di vice presidente del Teatro Biondo Stabile di Palermo, sommando i due emolumenti, entrambi pubblici. Uno scandalo. Che, sempre in riferimento al Teatro Stabile di Palermo siaggiunge all’anomalia (sic) del suo essere, tuttora, contemporaneamente, presidente della Fondazione Andrea Biondo – socio del Teatro Stabile – e presidente del Teatro Biondo Stabile. Tutto questo sotto gli occhi ‘distratti’ del Governo della Regione e del Sindaco di Palermo. Potenza degli ‘incappucciati’?

Insomma, forse qualcosa scricchiola nel sistema di questo ingordo divoratore d’incarichi, affamato di potere. E magari, ci auguriamo, anche il presidente della Regione e il Sindaco di Palermo – nonostante gli ‘incappucciati’ – trovino il tempo, la voglia (e il coraggio,possibilmente non quello di Don Abbondio…) per porre fine a questa incredibile vicenda.

Per finire, chiudiamo con un infortunio, diciamo così, culturale nel quale si è da poco imbattuto il prof. Puglisi, che è anche presidente di giuria del Premio Mondello (finanziato naturalmente dalla Fondazione Sicilia). Lo scrittore Aldo Busi, cui era stato annunciato il conferimento del riconoscimento alla carriera per l’edizione 2013, ha sdegnosamente rifiutato il premio, rinviandolo al mittente, seppure con una provocatoria motivazione economica. Questo il titolo della pungente nota dello scrittore sul suo sito internet: “Dedicato ai premi letterari che ambiscono a premiarsi premiando Aldo Busi”.

Davvero imbarazzante.

 


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