«Il Comitato Genitori della Cardiochirurgia pediatrica di Taormina desidera informare famiglie, istituzioni e opinione pubblica riguardo alle più recenti vicende che hanno interessato il nostro Centro e che negli ultimi giorni hanno generato preoccupazione e numerose richieste di chiarimento – scrivono i guerrieri del Ccpm di Taormina, in un comunicato stampa -. Il 31 dicembre […]
Comitato Genitori: «La Cardiochirurgia pediatrica di Taormina rischia la chiusura definitiva»
«Il Comitato Genitori della Cardiochirurgia pediatrica di Taormina desidera informare famiglie, istituzioni e opinione pubblica riguardo alle più recenti vicende che hanno interessato il nostro Centro e che negli ultimi giorni hanno generato preoccupazione e numerose richieste di chiarimento – scrivono i guerrieri del Ccpm di Taormina, in un comunicato stampa -. Il 31 dicembre prossimo scadrà quella che doveva essere l’ultima proroga concessa al Centro: riteniamo inaccettabile che, a ridosso di una scadenza così rilevante, non sia stata fornita alcuna indicazione sulle decisioni già assunte o su quelle in via di definizione da parte della Regione Siciliana e da parte del Ministero».
Il Comitato ha più volte richiesto l’intervento del Ministro Schillaci per fare chiarezza e per avere un’ispezione che verificasse i dati riportati dalla Regione nei due centri di cardiochirurgia pediatrica, senza però ricevere alcun riscontro. Neanche in seguito all’ultima pec inviata il 3 dicembre, in cui i genitori hanno chiesto un’udienza al ministero per capire quale sorte avrà il Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo.
Il silenzio di Schillaci e Schifani
«Le ultime dichiarazioni della UIL hanno poi instillato in noi un’ulteriore preoccupazione, in quanto ad oggi non esiste alcuna richiesta di mantenimento del centro – scrive ancora il Comitato dei Genitori -. Le affermazioni dell’assessore Faraoni, che comunica a mezzo stampa di una prossima richiesta di proroga, continuano a generare incertezza, disagi organizzativi e un clima di tensione che ricade inevitabilmente sui bambini e sui ragazzi che frequentano il Ccpm e testimoniano che, ancora una volta, non si è trovata una soluzione definitiva».
«Inutile riportare come queste ultime vicende abbiano influito negativamente sulla salute mentale delle famiglie coinvolte che si ritrovano in balia dell’incertezza e della paura – lamentano ancora i genitori dei bimbi del Ccpm -. Riteniamo oltremodo umiliante il silenzio perpetrato da parte del Presidente Schifani di fronte ad un reparto che da anni attende di aver riconosciuto il suo reale valore. Reparto che, nonostante tutto, continua a ricevere premi e riconoscimenti per tutti gli interventi effettuati in territorio siciliano e non».
Richiesto l’intervento delle autorità competenti
Il comitato chiede, dunque, che le autorità competenti intervengano fornendo un pronunciamento ufficiale che riconosca il Centro, assicurando continuità e tutela ai servizi attualmente in essere. «Serve chiarezza da parte delle istituzioni e non comunicati frettolosi strappati dai mezzi di informazione – tuonano ancora i genitori dei piccoli cardiopatici -. È nostro dovere rappresentare l’esigenza delle famiglie di poter programmare il proprio futuro con trasparenza e sicurezza e chiediamo che le istituzioni facciano altrettanto con responsabilità e rispetto, ribadendo che non accetteremo mai la chiusura, il depotenziamento o qualsiasi altra soluzione che sia offensiva e umiliante nei confronti del lavoro di tutto il reparto».
Quale futuro per la Cardiochirurgia pediatrica?
«Come Comitato Genitori, continueremo a vigilare, a richiedere trasparenza e a rappresentare con determinazione i diritti dei nostri figli – concludono -. Affinché non siano mai le incertezze amministrative a mettere a rischio il loro percorso di crescita, e se questo vuol dire ricorrere a rimedi estremi, vista l’inettitudine che ci circonda, ci riserviamo di adire le vie legali, in difesa e a tutela del diritto alle cure dei pazienti della Cardiochirurgia pediatrica di Taormina. Perché per noi non esistono pause festive o rinvii all’anno nuovo: i nostri figli continuano ad avere bisogno di cure h24, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno. Rimaniamo a disposizione delle istituzioni solo per un confronto costruttivo e per risposte rapide e concrete».