Torna la tensione in città dopo il rogo che ha distrutto la vettura dell'esponente del Pd, Alessandra Ascia. Un episodio analogo a quello capitato al fedelissimo di Crocetta Enrico Vella. Il Pd esclude la pista politica e la connessione tra i due avvenimenti. «È necessaria un'azione forte», dice il segretario cittadino
Gela, in fiamme l’auto della presidente del consiglio Pochi giorni fa bruciata quella del commissario Iacp
Un rogo doloso, ai danni di una personalità politica, che si aggiunge ad episodi similari avvenuti negli scorsi giorni. Torna la tensione a Gela, dove ieri notte è stata incendiata l’auto della presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia. La 34enne, iscritta al Partito democratico, aveva parcheggiato il mezzo vicino casa in serata. La stessa intorno all’una di notte ha preso fuoco. Le fiamme sono state domate presto dai vigili del fuoco, ma della Nissan X Trail – intestata al marito Gaetano Tascone, editore del giornale online Visione di oggi e imprenditore del settore pubblicitario – sono rimasti solo rottami. Ai carabinieri i coniugi hanno dichiarato di non avere ricevuto minacce o richieste di denaro.
La scorsa settimana la stessa sorte è toccata a Enrico Vella, noto in città per essere un fedelissimo del presidente della Regione Rosario Crocetta: l’esponente del Megafono è stato da poco nominato commissario straordinario dell’Istituto autonomo case popolari di Caltanissetta. Una scelta, quella dell’ex sindaco di Gela, che aveva fatto storcere il naso a molti per essere avvenuta in piena campagna elettorale e dopo la bocciatura dell’iniziale proposta di inviare Vella, che fa parte dello staff di gabinetto di Crocetta, alla guida del Parco delle Madonie.
Episodi forse non collegati che qualcuno invece riconduce all’appartenza politica delle vittime. Proprio alcuni giorni fa Ascia aveva dichiarato decaduta la mozione di sfiducia contro il sindaco Domenico Messinese. La proposta sarebbe dovuta arrivare in aula di lì a breve e invece all’improvviso uno dei 12 consiglieri che aveva proposto l’atto aveva ritirato la firma, facendo venir meno il numero minimo necessario (i consiglieri a Gela sono 30). Le polemiche si erano addensate sia sulla presidente del consiglio, la quale aveva prima richiesto un parere all’ufficio legale dell’assessorato regionale agli Enti locali, sia a colei che ci aveva ripensato: la dottoressa Maria Pingo, crocettiana fino a qualche tempo fa e ora consigliera indipendente.
Proprio il Pd, però, sembra negare la pista politica. Nell’esprimere «solidarietà alla mia amica per il gesto vile di cui è stata vittima», il segretario cittadino Peppe Di Cristina non fa riferimento alle attività condotte da Ascia. «A questo punto è necessaria un’azione forte – ha aggiunto Di Cristina – per arginare questo fenomeno che sta ricordando i tempi bui di Gela. Non possiamo più stare a guardare di fronte a questi episodi che si ripropongono ogni notte e che formano una lunga scia di paura». La stessa donna nega al momento presunti accanimenti contro la classe politica, preferendo invece parlare genericamente di «un’emergenza sicurezza che deve essere affrontata con un’urgenza». Da più parti si torna a invocare un intervento della prefettura per un fenomeno, quello delle auto bruciate, spesso usato come strumento di ritorsione per episodi anche futili.