Finalmente si comincia a discutere in modo serio sul futuro del polo universitario gelese. Dopo anni di sperimentazione che ha prodotto sicuramente buoni risultati, pare giunto il momento per lelaborazione di un progetto di ampio respiro che coinvolga maggiormente gli enti pubblici e privati locali.
È necessario trovare una risposta formativa nel territorio che tenga conto delle sue vocazioni e che queste divengano una risorsa, e luniversità è una grande risorsa. Così ha detto il sindaco gelese Rosario Crocetta nel corso di una recente riunione tenutasi presso il municipio di Gela. Durante lincontro si è deciso di istituire una commissione di lavoro ad hoc comprendente i comuni di Gela e di Vittoria, la Provincia Regionale di Caltanissetta, rappresentanti studenteschi e molti altri soggetti pubblici, economici e sindacali appartenenti alle province di Agrigento, Caltanissetta e Ragusa. Lobiettivo è di elaborare un piano strategico per listituzione a Gela di un nuovo centro universitario rivolto alla fascia centro meridionale dellisola.
Sei anni fa lamministrazione provinciale nissena presieduta da Filippo Collura decise di affiancare il polo gelese al consorzio universitario di Caltanissetta. Lente provinciale volle scommettere sulla formazione accademica come leva di sviluppo parallela alle altre iniziative di promozione economica e sociale attivate in provincia. Grazie allaccordo con lAteneo di Catania, si creò un decentramento della Facoltà di Economia; tre anni dopo fu attivato un secondo corso, Scienze della Comunicazione, dipendente dalla Facoltà di Lettere e Filosofia.
Lesperimento gelese ha avuto un certo successo: nellultimo anno gli iscritti (tra Economia e Scienze della Comunicazione) sono stati circa quattrocento, in parte provenienti dai comuni vicini di Niscemi, Butera e Licata. Ma ciò che più conta è che si è istaurato tra studenti, docenti e tutor un clima favorevole di collaborazione, rispetto e impegno; fattori indispensabili allo sviluppo di un vero spirito accademico.
La speranza è di essere ormai ad una svolta che permetta al polo universitario di uscire dalla precarietà di mezzi e risorse. In particolare è ormai necessaria una nuova sede; infatti, attualmente studenti e docenti sono costretti in poche aule rese disponibili dallIstituto Tecnico Commerciale L. Sturzo. Inoltre si ipotizzano nuovi corsi di laurea collegati ai settori dellagroalimentare, del turismo, dellambiente e dellinformatica.
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