C’è una città che lavora, che produce, che cerca di crescere. E poi c’è un’altra città, parallela, che brucia ricchezza nel vortice della cocaina. Un mercato della droga sempre più capillare, prezzi più bassi per fidelizzare i clienti, consegne a domicilio per professionisti insospettabili e giovani consumatori. L’operazione H24 Store ha svelato il lato nascosto […]
A Gela il blitz sul mercato della cocaina 24 ore su 24. «Scendono i prezzi e aumentano i clienti»
C’è una città che lavora, che produce, che cerca di crescere. E poi c’è un’altra città, parallela, che brucia ricchezza nel vortice della cocaina. Un mercato della droga sempre più capillare, prezzi più bassi per fidelizzare i clienti, consegne a domicilio per professionisti insospettabili e giovani consumatori. L’operazione H24 Store ha svelato il lato nascosto di Gela: 772 cessioni di cocaina documentate, un giro d’affari che non conosce crisi e una rete di spaccio che funziona come un servizio on demand. Le misure cautelari sono 13: nove in carcere, tre ai domiciliari, un obbligo di firma. Ma chi sono i veri protagonisti di questa storia?
Il supermercato della cocaina
Il modello è chiaro: una rete attiva 24 ore su 24, che garantisce rifornimenti costanti e consegne puntuali. Gli spacciatori si sarebbero mossi in modo intelligente: chi avesse voluto, avrebbe potuto comprare direttamente sotto casa; se invece si fosse preferita discrezione, si sarebbe potuto ricevere tutto a domicilio. E i clienti? Tra loro ci sarebbero giovani, giovanissimi, ma anche avvocati, ex politici locali, professionisti di alto livello. Non solo consumatori, ma in alcuni casi pare anche consiglieri dei presunti spacciatori, pronti a suggerire strategie per evitare controlli e limitare i rischi. Emblematica l’intercettazione ai danni di un ex politico locale che, nell’ordinare la consegna della propria dose quotidiana nei pressi di un noto club cittadino, avrebbe consigliato allo spacciatore i grammi da portare addosso per evitare eventuali incriminazioni pesanti nel caso in cui fosse stato fermato dalle forze dell’ordine. Uno spaccato di una società malata della quale il procuratore di Gela, Salvatore Vella, parla senza mezzi termini: «Una parte della ricchezza locale viene bruciata in cocaina. Chi ha incarichi politici e istituzionali deve sapere che alimentando il mercato della droga favorisce i patrimoni criminali». Le indagini hanno rivelato un fenomeno che sarebbe in espansione: il prezzo scende, la qualità resta alta e la cocaina diventa sempre più accessibile.
I numeri del consumo: un fenomeno transgenerazionale
La cocaina non è più una droga d’élite. È entrata nelle abitudini quotidiane di tantissimi consumatori: un 50enne che sniffa durante un battesimo, un meccanico che si carica prima di entrare in officina, studenti minorenni che la provano per la prima volta a scuola. Il primo dirigente della polizia, Felice Puzzo, spiega quella che sarebbe stata la strategia del mercato dello spaccio: «A Gela gira cocaina tagliata con qualità elevatissima. Il mercato viene fidelizzato e parcellizzato: abbassano i prezzi, aumentano i clienti, consolidano il giro d’affari». E i numeri parlano chiaro. Il procuratore Vella aggiunge un dato che fa riflettere: «Un quarto degli studenti della città, anche minorenni, ha utilizzato almeno una volta sostanze stupefacenti. Il prezzo concorrenziale aiuta di fatto un mercato assolutamente florido sul territorio».
Oltre la droga: una rete di crimini
Ma lo spaccio è solo una faccia della medaglia. L’organizzazione criminale avrebbe messo in piedi un sistema parallelo di furti e di ricettazione. Tra i casi più gravi ci sarebbe stato il furto di un Fiat Ducato del Comune di Gela, che sarebbe stato usato poi per un altro colpo. Ma ci sarebbe stato anche un piano per svaligiare la casa della fidanzata di uno degli indagati, con dettagli e indicazioni forniti dallo stesso complice. Le indagini sono state lunghe e articolate, con intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e sequestri. Già a novembre, tra l’altro, la stessa operazione aveva portato all’arresto di cinque persone per possesso di armi da guerra. La domanda resta: quanto è radicato il fenomeno dello spaccio a Gela? Gli arresti di oggi sono solo una parte di un sistema più grande, che si rinnova costantemente e che trova sempre nuovi canali per alimentarsi.