I sindacati erano pronti a manifestare davanti alla sede del ministro dell'Ambiente, ma le bandiere per ora rimarranno arrotolate. Da Roma, infatti, è arrivato il via libera sulla valutazione di impatto ambientale. Soddisfazione da parte dell'azienda
Gela, arriva la proroga alla Via per Argo Cassiopea Eni: «Passo che completa rinconversione raffineria»
Alla fine, dopo mesi di ansia e proteste, la tanto sospirata firma alla proroga per la valutazione di impatto ambientale che bloccava di fatto l’avvio del progetto Argo Cassiopea per la realizzazione della base gas, a Gela, è arrivata. Il via libera arriva proprio alla vigilia della grande mobilitazione sindacale che domani avrebbe portato centinaia di lavoratori a manifestare di fronte al ministero dell’Ambiente a Roma.
Nella tarda mattinata invece sono arrivati i primi comunicati ufficiali, uno a firma di Eni e l’altro a firma del senatore grillino Pietro Lorefice che ha seguito sin dall’inizio la vicenda. La proroga alla Via si innesta in un protocollo più ampio, sottoscritto dal ministro Sergio Costa e dall’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, secondo il quale il cane a sei zampe si impegna a realizzare un programma di attività di decarbonizzazione, mitigazione ambientale, riqualificazione e valorizzazione delle aree del sito multisocietario di Gela, non avvalendosi più di impianti di produzione e lavorazione di oli minerali.
Nello specifico il programma nei prossimi mesi prevederà lo smantellamento in dieci anni di tutte le aree in disuso del sito industriale e la loro restituzione a nuove funzioni, con una prima fase, nei prossimi tre anni, di demolizione degli impianti non più funzionali alle attività per la produzione di biocarburanti, in un’area totale di oltre venti ettari; la realizzazione di un progetto di decarbonizzazione del sito basato sull’applicazione di tecnologie innovative di proprietà Eni, con gli obiettivi di realizzare un processo integrato di cattura e riutilizzo dell’anidride carbonica, che sarà convertita in materiale cementizio e bio-olio, conseguendo una notevole riduzione delle emissioni di GHG dirette. Confermata inoltre la rimozione di rottami e manufatti presenti sul fondale lungo il pontile per una fascia di mezzo chilometro per lato; la definizione di un progetto che preveda le modalità migliori per il recupero del canale per la raccolta delle acque di raffreddamento, anche attraverso piantumazione, e il suo successivo utilizzo. L’impegno da parte di Eni a realizzare una serie di interventi finalizzati alla piantumazione di specifiche specie arboree, atte a garantire la mitigazione del contributo di anidride carbonica della produzione di biocarburanti.
A questi progetti si affiancherà lo sviluppo dei giacimenti a gas di Argo e Cassiopea, che nell’ambito del settore della ricerca e produzione di idrocarburi rappresenta il primo esempio di progetto in grado di raggiungere carbon neutrality, grazie al contributo di energia prodotta da impianti fotovoltaici, senza alcun impatto visivo grazie all’utilizzo di suolo già industrializzato e riqualificato all’interno del perimetro di raffineria e nessuno scarico a mare di acque o altri reflui.
Un accordo che Descalzi ha commentato così: «Si tratta di un programma all’avanguardia, orientato allo sviluppo industriale sostenibile del sito, ai principi dell’economia circolare e all’utilizzo delle tecnologie più avanzate. Questo accordo segue e completa l’avvenuta riconversione della raffineria di Gela in bioraffineria».
Soddisfatto anche il senatore Pietro Lorefice che approfitta della notizia per levarsi anche qualche sassolino dalle scarpe: «Sulla proroga Via tanti era stato montato un caso che in realtà non c’è – dichiara a Meridonews, riferendosi alle polemiche con i sindacati – Noi, al contrario di chi dice di tutelare i lavoratori e invece spesso finisce col tutelare l’Azienda, non abbiamo mai perso di vista le necessità dei cittadini e abbiamo cercato di finalizzare un protocollo che tenesse in considerazione le esigenze del territorio e quindi la salute dei cittadini, oltre che i livelli occupazionali nelle aree del sito».
A parlare sono anche i sindacati, che erano già con gli striscioni in mano pronti a partire per Roma. La notizia è arrivata in tarda mattinata quando la macchina organizzativa della mobilitazione era in pieno svolgimento. «La manifestazione per il momento è sospesa, ma non abbassiamo la guardia – spiegano i segretari di Filctem, Femca e Uiltec Gaetano Catania, Francesco Emiliani e Maurizio Castania – Ci riserviamo di effettuare tutte le verifiche ed eventualmente, se qualcosa non dovesse andare, la metteremo di nuovo in campo». Più netto ancora il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice che in questi giorni si è fatto promotore di una petizione nazionale. «Nella nostra città siamo ormai ridotti a festeggiare gli atti di normalità – ha detto – Siamo comunque felici che finalmente ci sia un accordo. Il nostro compito rimane quello di vigilare che tutto si svolga nei tempi stabiliti». Il segretario Cgil lancia anche la proposta di un protocollo di legalità da sottoscrivere alla presenza del prefetto per evitare infiltrazioni mafiose nei lavori di smantellamento delle aree dismesse della Raffineria: «I grandi appalti attirano la mafia come mosche col miele – ha detto – un protocollo di legalità che porti alla creazione di una white list di imprese garantirebbe assegnazioni regolari e terrebbe fuori i criminali dal territorio».
L’intesa tra ministero ed Eni intanto ha soddisfatto anche Sicindustria, da sempre molto critica soprattutto nei confronti della politica locale. Gli industriali sanno che la sola proroga Via non può bastare e un altro ammonimento alla politica non lo risparmiano. «Si tratta – dice Gianfranco Caccamo, attuale reggente di Sicindustria – di un passo fondamentale per l’economia del territorio che richiede, però, di essere supportato da una buona amministrazione capace di pianificare gli interventi e garantire un’interlocuzione costante alle imprese che sono già costrette a operare in un territorio allo stremo. Ricordiamo che oltre al progetto Eni, nei cassetti della burocrazia e della mala-politica ci sono progetti per un totale di 1,2 miliardi di euro, cui si aggiungono i 33 milioni del Patto per il Sud. L’obiettivo di Sicindustria è quello di agevolare una ricostruzione in accordo con quanto riportato nel Defr 2019-2021, definendo – conclude Caccamo – un percorso di crescita incentrato sulle riforme, l’ammodernamento dell’amministrazione, il pieno impiego delle risorse per investimenti, la razionalizzazione della spesa e la valorizzazione degli assi di sviluppo».