L'assessore regionale al Lavoro ha parlato dei passi avanti nel recupero dei soldi per pagare i tirocini già attivi: «Adesso mancano solo 25 milioni». E se la prende con gli imprenditori che non assumono: «Interessati soltanto ad avere il dipendente pagato dallo Stato»
Garanzia Giovani, Regione chiede aiuto a Roma Miccichè: «Stage non sono ammortizzatori sociali»
«I tirocini non devono trasformarsi in ammortizzatori sociali». A lanciare l’avvertimento è l’assessore regionali alle Politiche sociali e del lavoro, Gianluca Miccichè, oggi a Catania per presentare la partnership tra il programma Garanzia Giovani e la Pubbliservizi, la partecipata della città metropolitana di Catania. Ritenuta «isola felice», capace di assicurare un tasso di riassunzione dei tirocinanti ben al di sopra delle medie regionali e nazionali: «Pubbliservizi ha riassunzioni vicine al 50 per cento, cifre più elevate rispetto alla Lombardia – ha commentato Miccichè -. La nuova programmazione europea dovrà partire innanzitutto dal monitoraggio dei risultati ottenuti, partendo dai casi virtuosi. Non si può più ragionare facendo bandi con il solo fine di spendere i soldi, bisogna fare azioni mirate».
L’assessore ha poi parlato delle iniziative per recuperare le somme necessarie a pagare i tirocini già attivati, nonostante i fondi previsti dalla comunità europea non fossero sufficiente a garantire la copertura economica. «Innanzitutto aggiorniamo un dato – specifica Miccichè -. Non sono più 41 milioni di euro, ma 25. Sedici li abbiamo ricavati dalle economie della vecchia programmazione». Per i restanti si punta a un aiuto dal ministero, nell’ambito della gestione delle risorse rimaste alle singole regioni: «Il programma di finanziamento è unico per tutta Italia – ricorda Miccichè – e per questo stiamo valutando con il governo la possibilità di riuscire a coprire queste risorse con le economie provenienti dagli altri territori».
A criticare il programma di incentivi per il reinserimento nel mondo del lavoro dei Neet – under 35 disoccupati e non inseriti in un percorso di formazione – sono stati, però, anche gli imprenditori. MeridioNews ha raccontato la storia di uno di loro, che avrebbe voluto assumere una tirocinante, salvo sentirsi dire che i relativi fondi agevolativi erano finiti. «Gli incentivi non sono finiti, rientrano nella fase due del programma – replica l’assessore – e vi si potrà accedere con il bando che pubblicheremo a breve. Tempi? Pensiamo che già dopo Pasqua di poter essere operativi».
Miccichè ha poi ribadito che gli stage non vanno intesi come ammortizzatori sociali: «Mi capita di incontrare imprenditori che mi chiedono quando facciamo nuovi tirocini – rivela – ma non per prendere altri giovani quanto per prorogare i tirocini già attivi. In questi casi, ci troviamo davanti a imprenditori che non sono interessati a investire sulla risorsa umana, ma solo ad avere il dipendente pagato dallo Stato. Questa visione – conclude – ha fatto nascere trent’anni fa il precariato. Non possiamo ripetere gli stessi errori».
Nel frattempo, sulla formazione regionale e sui possibili riflessi per l’occupazione giovanile a pronunciarsi è stato il Tar, che ha accolto il ricorso presentato da Isem, l’associazione istituto per la promozione e formazione professionale e per lo sviluppo siciliano, contro la gestione da parte della Regione dell’avviso 3 del Piano Giovani. Il Tribunale amministrativo ha fissato per l‘8 giugno l’udienza, che potrebbe portare all’ennesima sospensione dei meccanismi utilizzati per distribuire le risorse a favore dell’occupazione.