Gangi, parroco denunciato per lavori fuori norma A Termini Imerese sanzione a operaio per amore

E’ stato denunciato il parroco di Gangi per violazione delle norme di sicurezza in luogo di lavoro. Il sacerdote stava portando avanti degli interventi di ristrutturazione del campanile del Santuario dello Spirito Santo. L’edificio, luogo di culto prediletto dalla comunità madonita, perdeva pezzi di intonaco; per questo il prete aveva assunto due operai disoccupati, ma l’impalcatura montata per l’intervento non è risultata a norma e i lavori si stavano svolgendo ad alta quota senza le adeguate misure di protezione e sicurezza.

L’irregolarità è risultata a seguito dei controlli nell’ambito dell’edilizia del Nucleo Carabinieri ispettorato del lavoro e dei carabinieri di Petralia Sottana, e il parroco ha subìto una contravvenzione superiore ai 30 mila euro per non aver rispettato tali norme. È stato accertato inoltre che i lavori della chiesa, considerata di grande valore architettonico, non erano autorizzati dalla Sovrintendenza; questo comporterà conseguenze di natura stavolta penale che lasciano presagire un proseguo della vicenda.

Altri due datori di lavoro sono stati denunciati a Termini Imerese: si tratta di una coppia di fidanzati di cui l’uno, “operaio per amore”, stava svolgendo lavori di ristrutturazione in condizioni di insicurezza. Sono risultati nello specifico il mancato aggiornamento del documento valutazione rischi, la mancata predisposizione del POS e del PIMUS, l’assenza del responsabile servizio prevenzione e protezione e del medico competente, la mancata formazione, informazione e visita medica dei lavoratori, la mancata consegna del D.P.I., la mancata recinzione del cantiere. Onerosa anche in questo caso la sanzione amministrativa.


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

Sono stati condannati i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. Finisce così il processo di primo grado con rito ordinario per l’omicidio volontario aggravato del parà siracusano Emanuele Scieri, avvenuto all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. Per loro il procuratore Alessandro Crini aveva chiesto rispettivamente una condanna a 24 anni e 21 anni, […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo