La squadra mobile iblea, in collaborazione con la polizia di altre province, ha sgominato una banda di dieci persone, tutte di origine rumena. Presi di mira rivendite di auto, di elettrodomestici e telefonia. I suv rubati venivano usati come arieti. In alcuni casi il gruppo si è accampato nelle campagne circostanti. Guarda il video
Furti in mezza Sicilia a concessionarie e negozi Base a Catania, colpito soprattutto il Ragusano
Ottanta poliziotti per fermare una banda che, partendo dal quartiere San Cristoforo di Catania, negli ultimi mesi ha derubato decine di concessionarie di auto, negozi di elettrodomestici, tabacchi, bar e impianti fotovoltaici in diverse province della Sicilia. Le indagini, durate tre mesi, sono partite da Ragusa, dove è stata commessa la maggior parte dei reati. In arresto sono finite dieci persone, tutte di origine rumena e di età compresa tra 20 e 36 anni. Tra questi una donna con il ruolo di autista durante i furti.
A essere presi di mira sono stati soprattutto gli impianti fotovoltaici, da cui rubare soprattutto il rame, e le rivendite di auto. Gli autori dei furti miravano soprattutto ai suv, da usare poi come ariete per irrompere in altre attività. In totale a essere colpiti sono stati quattro negozi di elettrodomestici e telefonia (due a Ragusa, Papino di Vittoria e Inventa di Pozzallo); dieci concessionarie auto (cinque a Ragusa, l’Audi S.Tumino, la Mercedes di Ragusa Euromotors SRL, l’Elio Motors Srl di Modica, l’autosalone Caruso di Modica); nove impianti fotovoltaici, soprattutto tra il capoluogo ibleo e Comiso; una tabaccheria a Catania; nove tra bar e rivendite di tabacchi; mentre le forze dell’ordine hanno anche trovato 30 auto rubate. In un caso il furto si è trasformato in rapina: è accaduto a Catania, dove l’anziana titolare di una tabaccheria, sentendo il rumore del flex che tagliava le sbarre della porta d’ingresso, è intervenuta, venendo colpita al volto con un pugno. Proprio dall’uso ricorrente del flex per scappare con la refurtiva, ha dato il nome all’operazione della polizia.
Le attività della squadra mobile di Ragusa si sono più volte incrociate con indagini in altre province, come Siracusa ed Agrigento. Il pubblico ministero Francesco Puleio ha chiesto un’accelerazione perché dalle intercettazioni sarebbe emersa la volontà di alcuni degli indagati di tornare in Romania dove avrebbero voluto acquistare casa con i soldi ricavati dai furti.
Durante le indagini grande attenzione è stata data ai tabulati telefonici degli indagati che, secondo quanto riferisce la Mobile di Ragusa, sono risultati presenti sul territorio ragusano solo quando venivano commessi furti e non in altre occasioni. Prima dei colpi, infatti, il gruppo era solito eseguire dei sopralluoghi per studiare bene anche le vie di fuga. Quando i poliziotti hanno accertato che venivano svolti sempre con la stessa macchina, hanno installato delle microspie per ascoltare le conversazioni. Dialoghi che sono risultati determinanti, perché gli indagati avrebbero fatto un resoconto dettagliato del bottino da spartirsi.
La donna che svolgeva il ruolo di autista andava a prendere gli uomini nelle loro abitazioni a San Cristoforo e li accompagnava sul posto, quindi si allontanava un paio di chilometri. Attendeva una telefonata o un contatto via radio per ritornare a prelevare i complici. Se qualcosa andava male, gli indagati avevano l’accordo di fuggire a piedi per le campagne per poi essere ripresi l’indomani da altri complici. In alcuni casi il gruppo si è anche accampato nei terreni limitrofi ai negozi da derubare.
L’elenco degli arrestati:
– Costel Balan, detto Bush, 24 anni.
– Ilie Alexandru Corodeanu, detto Sandi, 23 anni.
– Ionut Petrinel Hagiu, detto Petrin, 31 anni
– Bogdan Lacatus, detto Bobi, 30 anni.
– Iulian Moise, detto Mitru, 36 anni.
– Marin Marcel Nedelcu, 29 anni.
– Mihaela Plesea, 29 anni.
– Alexandru Ionel Roman, 30 anni.
– Florin Sotian, 25 anni.
– Cristian Zanoaga, detto Cristi, 21 anni.