Un corteo funebre a Palermo con un centinaio di persone e l’accompagnamento musicale. L’ultimo saluto è quello riservato da parenti e amici a Fabio Gloria, morto suicida nel carcere di Terni. L’uomo, già condannato in via definitiva per estorsione, a ottobre 2022 aveva ricevuto una sentenza di colpevolezza, in primo grado a 12 anni, per concorso in associazione mafiosa. I funerali erano stati vietati dal questore ma la commemorazione, come riportato oggi dall’edizione online de Il Fatto Quotidiano, si è svolta comunque lo scorso 8 febbraio. Adesso per otto persone è scattata la denuncia: due per violazione di provvedimenti dell’autorità, cinque per violenza e lesioni a pubblico ufficiale e uno per minacce aggravate. Sono stati disposti, inoltre, due sorveglianze speciali e sei avvisi orali del questore.
Dopo la morte di Gloria le forze dell’ordine avevano notificato ai familiari ai servizi cimiteriali del Comune e al parroco della parrocchia di Sant’Ambrogio, il divieto di svolgimento del corteo funebre in forma solenne. L’8 febbraio, alle 7.45 circa, quando gli agenti si sono recati nel luogo in cui la salma doveva essere custodita in attesa della tumulazione, si sono accorti che «in orario antecedente a quello stabilito nelle prescrizioni del decreto», spiega in una nota la questura, con un carrello elevatore, la bara era stata trasportata in strada. A circa 800 metri dall’abitazione 100 persone circa con un accompagnamento musicale seguivano i familiari del boss che a spalla portavano la salma per le vie del quartiere. Gli agenti, intervenuti per far rispettare il divieto, sono stati aggrediti e alcuni di loro, impegnati nelle registrazioni video e fotografiche, sono finiti in ospedale. A partire dal 2021 sono 31 i decreti con cui il questore di Palermo ha vietato le esequie in forma pubblica di persone legate alla criminalità organizzata di stampo mafioso.
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