Nato il 23 marzo di qualche anno fa, il cantautore catanese ha regalato al pubblico una meravigliosa esibizione al Teatro Massimo Bellini
Franco Battiato, linterprete orchestratore
Arrivati quasi alla fine del concerto, sulle note di Voglio vederti danzare, si ha l’impressione che il teatro stia per crollare. Il tremore che si percepisce non è dovuto ad un terremoto, ma al battere dei piedi e delle mani da parte del pubblico che ‘partecipa’ alle canzoni del cantautore catanese che festeggia il suo compleanno con la tappa del suo tour a Catania. Un concerto organizzato dall’AME e dal teatro Massimo Vincenzo Bellini.
Così la città saluta il suo massimo artista, che per più di due ore intrattiene e fa sognare.
Ad aprire la serata è Luca Madonia che esegue tre brani del suo repertorio, tra cui la canzone del suo ultimo lavoro Vittima Perfetta. Quando escono dalle quinte Franco Battiato e il suo paroliere-filosofo Manlio Sgalambro parte un forte applauso per dar loro benvenuto. Si inizia con una lettura del filosofo siracusano: «La canzone espone la musica ancor prima di cominciare», come una farfalla essa è la più breve opera dello spirito «ma ne esprime la totalità».
Era d’estate, Inverno, Il Re del mondo per giungere al momento più commuovente della serata, carico di un pathos struggente, con l’omaggio «al genio che fu Maria Callas» come afferma il Maestro intonando Casta Diva. A fare da sfondo, le luci passano dal freddo bianco dell’Inverno al rosso cupo e caldo. A seguire sulle note di un tango del grande chansonnier Jacques Brel La canzone dei vecchi amanti.
Tra una canzone e l’altra, Franco Battiato racconta qualche aneddoto della sua carriera, come quando a 19 anni registrò il suo primo disco che fu pubblicato come supporto alla Settimana Enigmistica. Alle risate del pubblico, risponde «Non ci vedo nulla da ridere, serviva ad invogliare a comprare i cruciverba».
Spiritoso e gioviale dopo un’iniziale timidezza, sul palco il cantautore si muove come fa il direttore d’orchestra con i suoi musicisti seduti attorno a lui. Il carmelo di Echt racconta la storia di Edith Stein, un’ebrea convertitasi al cattolicesimo deportata e morta ad Auschwitz. Le donne rappresentano un elemento importante nella vita artistica di Battiato: “Ci sono tre donne che, per coincidenza, compaiono in questo tour: Maria Callas, Giuni Russo e Dalida”. Strade parallele e Il vient d’avoir 18 ans vengono eseguite nella seconda parte del concerto che si conclude con le canzoni più conosciute: L’era del cinghiale bianco, Voglio vederti danzare, Povera Patria, Stranizza d’amuri, Gli uccelli, Nievski, Caffè de la Paix, I treni di Tozeur.
Durante il concerto spazio anche a una perfomance del filosofo Manlio Sgalambro che canta La canzone della galassia, un viaggio vorticoso tra le stelle e la Via Lattea con punte critiche rivolta all’uomo.
Ad accompagnare Battiato lungo tutto il concerto il Nuovo Quartetto Italiano che segue il cantautore dagli anni ’90 nelle sue tournèe e collabora alle musiche dei suoi album; Angelo Privitera al pianoforte (docente di Lettura della partitura all’Istituto Superiore di studi musicali Vincenzo Bellini di Catania); alle testiere c’è Carlo Guaitoli che ha creato le musiche del film Perduto amor ed infine il giovane Davide Ferrario alle chitarre che è stato arruolato per il tour invernale di Gianna Nannini.