Un'immagine pubblicata su Facebook e le critiche al nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri. Si tratta dell'ultima frizione nella querelle a distanza tra la politica siciliana e il governo nazionale. «Io come De Luca? Il mio era uno scherzo»
Fotomontaggio con l’arresto di Conte come «Fase 3» Bufera sull’assessore Messina. «Era soltanto satira»
«Io come Cateno De Luca? Se in questo Paese non si può più scherzare e poi da mesi gli italiani sono ai domiciliari». Cerca di smorzare i toni l’assessore regionale allo Sport Manlio Messina, dopo il post che nel giro di poche ore gli ha attirato diverse critiche. Sul proprio profilo Facebook, l’esponente di Fratelli d’Italia ha pubblicato un fotomontaggio che ritrae il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte tra due carabinieri, dopo essere stato appena arrestato. L’immagine, accompagnata dalla scritta «Fase 3», arriva all’indomani dell’annuncio del nuovo Dpcm con cui il governo nazionale ha stabilito i limiti della riapertura del Paese.
La trovata di Messina rappresenta l’ultimo atto della querelle a distanza che, da quando è scoppiata l’epidemia di Covid-19, ha avuto come protagonisti diversi politici siciliani, critici nei confronti delle misure prese da Roma. E se il presidente della Regione Nello Musumeci ha scelto una comunicazione più istituzionale per appellarsi al governo nazionale, specialmente nei momenti in cui si temeva che la partenza verso il Sud dei meridionali potesse fare crescere esponenzialmente la diffusione del virus nell’isola, chi ha scelto modalità più dirette è stato Cateno De Luca. Il primo cittadino messinese ha lanciato i propri strali contro la ministra degli Interni Luciana Lamorgese, accusata di controllare in maniera non adeguata gli spostamenti. Parole che sono valse a De Luca la richiesta di un processo per vilipendio.
«Ho fatto soltanto un po’ di satira, niente di più – dice Messina, allontanando da sé il paragone -. Non chiedo di certo che il premier venga arrestato, ma credo sia giusto criticare un governo che ha nominato tantissimi consulenti senza riuscire a prendere decisioni che tengano conto delle diverse situazioni vissute all’interno del Paese». Per l’assessore regionale, il nuovo decreto non considera a sufficienza i risultati ottenuti dalle regioni – specialmente al Sud – dove il numero dei contagi è stato contenuto. «Hanno esteso le misure necessarie per realtà come la Lombardia e il Veneto a tutto il Paese, non va bene. Così si rischia di danneggiare le economie dei territori». Per il più meloniano di Sicilia, i timori per un’eventuale ripresa dei focolai nel caso le misure precauzionali non venissero rispettate non possono essere una giustificazione. «Allora che si fa? Teniamo a casa le persone per un anno, per paura che non vengano rispettate le norme?», incalza Messina.
L’assessore indica dei casi specifici. «Che senso ha vietare, oggi, la possibilità a due persone di fare una partita di tennis all’aperto?», chiede. Altro tema è quello delle nuotate in mare. Molto probabile che vengano interpretate come attività ludica e non motoria, e dunque siano vietate. «Avevamo proposto al governo di prevedere la possibilità di consentire le nuotate, utilizzando la spiaggia solo come passaggio, senza possibilità di sostare a prendere il sole né tantomeno mettere l’ombrellone ma non è servito a nulla», sottolinea Messina. A differenza delle settimane scorse, per il governo Musumeci i margini di manovra sono ridotti. «I decreti fin qui prevedevano la possibilità di imporre un’ulteriore stretta per motivi sanitari, ma non si può intervenire per alleggerire le misure», conclude.
Intanto iniziano ad arrivare i primi commenti da parte della politica. «Con la Sicilia in ginocchio, dilettarsi nei fotomontaggi denigratori nei confronti dei presidente Conte è ridicolo – dichiara Claudio Fava -. Se lo fa l’assessore regionale al turismo è un comportamento irresponsabile. Soprattutto quando si è in una giunta di governo che non riesce a predisporre nemmeno il semplice invio delle domande per la cassa integrazione in deroga. L’assessore Messina si ricordi, se ne è capace, di essere alla guida di un comparto che oggi – conclude Fava – sta soffrendo, con migliaia di posti di lavoro a rischio. Se non ne è capace, se ne vada».