Fernando Famiani, dipendente regionale di Cesarò e fotografo per passione, colpisce ancora e con Etna Eruption si classifica terzo al più importante contest del mondo. «Verrà esposta insieme alle altre in una galleria di Londra», racconta a MeridioNews
Fotografia dell’Etna terza al Sony World Photography Awards «Quella sera sembrava che le tre bocche eruttassero insieme»
Uscire di casa anche di notte per andare a immortalar l’Etna in eruzione non è di certo un’eccezione nella quotidianità di Fernando Famiani, dipendente regionale di Cesarò (Messina), che grazie alla sua passione per la fotografia, da anni porta a muntagna in giro per il mondo. L’ultimo traguardo raggiunto è il terzo posto appena conferitogli al Sony World Photography Awards, sezione Paesaggi. «La fotografia premiata è stata scattata da San Teodoro (Messina) tra febbraio e marzo 2021, in una notte fredda ma calma, in cui la lava che fuoriusciva dalla bocca di destra colorava il vapore acqueo proveniente dall’altro lato,» racconta Famiani a Meridionews.
Un antefatto che trasporta letteralmente in un altro mondo, quello narrato dal fotografo, e che ha sorpreso persino lui, che l’Etna la vede tutti i giorni e che vive in simbiosi con il sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e di Vulcanologia. All’intensificarsi dei picchi che anticipano un’eruzione, infatti, prende la sua attrezzatura e corre a fotografare. «Mia moglie, che mi sopporta e supporta, mi definisce un caso irrecuperabile – ironizza il fotografo – Ormai trascorro più tempo con l’Etna che con lei». Poi spiega: «Un parossismo dura circa venti minuti e non sempre si arriva in tempo. Mi è capitato anche di fare dei buchi nell’acqua. Ma la notte dello scatto finalista al concorso è andata più che bene, perché stranamente non c’era neanche vento. Questo consente di lasciare aperto l’otturatore per il tempo necessario per scattare le foto». Un vantaggio, l’assenza di vento, che si è ripercosso positivamente anche sul paesaggio. «Era una serata calmissima – prosegue – Dalla bocca del lato destro fuoriusciva la lava; dall’altra parte solo vapore acqueo, che creava una specie di cappello sopra la montagna, colorato di rosso proprio dall’eruzione stessa. L’effetto ottico era quello di vedere la lava fuoriuscire da tutte e tre le bocche, anche se l’eruzione in realtà proveniva da una sola di esse. Grazie all’assenza di vento sono riuscito a scattare più di 150 foto tra mezzanotte e le quattro del mattino, con colori vividissimi».
Il giorno dopo, la condivisione della fotografia sui social e il riscontro della gente hanno convinto Famiani a inviarla al contest. «Tra Facebook ed Instagram ho ricevuto subito oltre 40mila gradimenti, oltre a telefonate di complimenti. Così ho deciso di fare un tentativo, sebbene lo avessi già fatto in passato». Infatti, nonostante non gli siano mancati riconoscimenti internazionali, come il secondo posto ottenuto al Tokyo Foto Award nel 2015, con uno scatto su una fumata nera dell’Etna, il Sony World Photography Award restava un obiettivo difficile da raggiungere. «Si tratta del concorso più ambito sia per il riconoscimento economico garantito al primo classificato che per il numero di partecipanti. Basti pensare che la mia fotografia è stata scelta tra oltre 174 mila scatti provenienti da 194 paesi. Tutte le fotografie finaliste – conclude – saranno esposte in una galleria di Londra».