Formazione/ Un lavoratore dell’Ecap si è incatenato e ha iniziato lo sciopero della fame

MARCO BARBARINO HA INIZIATO UNA PROTESTA DAVANTI LA SEDE DELL’ASSESSORATO A PALERMO. CHIEDE DI AVERE RICONOSCIUTE LE SPETTANZE MATURATE E IL DIRITTO AL LAVORO ED ALLA RETRIBUZIONE MENSILE. NON POTENDO PAGARE L’AFFITTO DI CASA, HA CHIESTO ANCHE UN CONTAINER PER SE’ E PER LA SUA FAMIGLIA…

Da stamattina registriamo un altro caso di un lavoratore della Formazione professionale che si è incatenato davanti i locali dell’assessorato regionale alla Formazione professionale di viale Regione siciliana a Palermo.

Marco Barbarino è un dipendente dell’ente di formazione Ecap di Palermo con la qualifica di amministrativo e lavora nella Formazione professionale da 26 anni.

“Da oggi inizio lo sciopero della fame – dichiara Barbarino ai nostri microfoni – perché sono senza stipendio da sette mesi e senza casa. Per rimettermi a regime dovrei versare 12 mesi di affitto ed entrare in possesso delle mie legittime retribuzioni”.

“Stiamo lavorando parzialmente nel nostro ente con un impegno orario di 24 ore – racconta Barbarino – mentre per le restanti 12 ore sono sospeso dal lavoro ed in attesa di beneficiare della di cassa integrazione”.

“Come posso vivere senza stipendi e senza il sostegno dell’indennità di cassa integrazione per le ore non lavorate?”, chiede il lavoratore.

“Siamo in sospensione per una parte delle ore e non c’è ancora l’accordo istituzionale tra l’Amministrazione regionale, i sindacati e l’ente – sottolinea Barbarino -. Ho deciso di protestare incatenandomi ed iniziando lo sciopero della fame perché operiamo con orario ridotto, lavoriamo senza percepire stipendio dal mese di gennaio del 2014 e senza aver percepito l’indennità di Cassa integrazione”.

“Quel che è peggio – rimarca Barbarino – l’ente, nel frattempo, ha completato l’iter per il licenziamento collettivo ai sensi della legge n.223 del 23 luglio 1991, sulla base del quadro delineato dall’assessorato regionale alla Formazione professionale, in ordine alla terza annualità. Si registrano esuberi quantificati alcune decine su 80 dipendenti”.

“L’esubero non è solo strutturale – spiega il lavoratore – ma anche eccedentario ed imputabile esclusivamente ai tagli pratica dall’assessorato al ramo, ai ritardi nell’erogazione dei finanziamenti agli enti e all’avvio della terza annualità. Per ogni mese che passa aumentano gli ‘esodati’ nel mio ente come negli altri. Un vero sfacelo le cui responsabilità sono dell’assessorato e dell’Amministrazione regionale che continuano a rinviare l’avvio delle attività del terzo anno con notevoli danni per i lavoratori che si ritroveranno in massa licenziati”.

Barbarino agli inizi di luglio ha scritto una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ed al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per denunciare lo stato grande difficoltà suo e dei cinque componenti della famiglia, costretti a vivere di stenti e senza alcuna possibilità di provvedere al pagamento delle utenze, del fitto, oltre al fabbisogno quotidiano.

Lo stesso ha chiesto l’assegnazione di un container per superare il problema dell’alloggio fondamentale per i componenti della famiglia, vista l’impossibilità di ottemperare al pagamento del fitto.

Riportiamo un passaggio della lettera dal contenuto drammatico.

“Signor Presidente, sono ormai all’estremo delle mie facoltà fisiche e psichiche, spero che almeno Lei possa suggerirmi la strada giusta per evitare che un altro dramma venga consumato. Mi dia la possibilità di ricominciare e di riconquistare la mia dignità già persa da tempo”.

Nei scorsi giorni dalla segreteria generale della presidenza della Repubblica hanno scritto all’interessato confermando l’interessamento verso le istituzioni territoriali.

L’assessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, e la dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale al ramo, lo hanno capito che non c’è più tempo da perdere?

 

Giuseppe Messina

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