Sotto le picconate delle associazioni degli enti formativi scivola, verso il fallimento politico, la gestione della formazione professionale per mano dell'assessore nelli scilabra. Appare un film giunto all'epilogo della trama. In una nota indirizzata alla giovane assessore, infatti, i rappresentanti degli enti salutano come un gesto di liberazione il superamento dell'ostacolo al finanziamento in toto della seconda annualità dell'avviso 20/2011. Nella citata lettera si fa riferimento al via libera alla sicilia, da parte della commissione europea e dei ministeri del lavoro e della coesione territoriale, sulla coerenza del "piano giovani" con la seconda annualità del citato avviso.
Formazione, sull’Avviso 20-2011 gli Enti diffidano il Governo
Sotto le picconate delle Associazioni degli Enti formativi scivola, verso il fallimento politico, la gestione della formazione professionale per mano dell’assessore Nelli Scilabra. Appare un film giunto all’epilogo della trama. In una nota indirizzata alla giovane assessore, infatti, i rappresentanti degli Enti salutano come un gesto di liberazione il superamento dell’ostacolo al finanziamento in toto della seconda annualità dell’Avviso 20/2011. Nella citata lettera si fa riferimento al via libera alla Sicilia, da parte della Commissione Europea e dei Ministeri del Lavoro e della Coesione territoriale, sulla coerenza del “Piano giovani” con la seconda annualità del citato Avviso.
Le associazioni degli Enti formativi hanno diffidano lassessore a Scilabra. Perché? Nella nota indirizzata, oltre che all’assessore, anche al presidente della Regione, Rosario Crocetta, al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, al presidente della Commissione legislativa Bilancio e Finanze, Nino Dina, al presidente della Commissione Cultura e Lavoro, Marcello Greco e al dirigente generale del dipartimento alla Formazione professionale, Anna Rosa Corsello, le associazioni Forma Sicilia, Cenfop, Assofor, Asef e Anfop, hanno inchiodato la Scilabra alle sue responsabilità. E sono tutte responsabilità politiche, dato che l’Atto di indirizzo sull’avvio della seconda annualità dell’Avviso 20/2011 è di esclusiva pertinenza proprio dellassessore al ramo.
Questa volta nulla c’entrano gli uffici e il dipartimento regionale, perché non è loro la competenza nell’indirizzo politico. Le Associazioni firmatarie della nota chiedono allassessore Scilabra che “vengano posti in essere tutti gli atti che permettano lavvio del 100 per cento del piano formativo ex Avviso 20/2011, seconda annualità, senza soluzione di continuità rispetto alla prima annualità, che si concluderà il 7 giugno prossimo”. La messa in mora dell’assessore è il frutto dell’atteggiamento attendista perpetrato finora a danno di lavoratori ed Enti formativi. Un continuo rinviare scelte e decisioni, quello della Scilabra, che non ha prodotto nulla, se non il possibile danno nel costringere gli Enti ai licenziamenti in massa per mancanza di commessa.
Secondo le associazioni degli Enti formativi, i ritardi non sono più declinabili, specie se si è giunti a qualche giorno dalla scadenza delle attività formative (prossimo 7 giugno). Quindi la messa in mora, dicevamo, che incastra l’assessore a pesanti responsabilità, nel caso in cui “non desse immediata e puntuale applicazione al procedimento di avvio della II annualità dellAvviso 20 con tutti i corsi avviati nella prima annualità, così come previsto del resto dalla specifica normativa di specie, sulla scorta della quale, peraltro, la Regione siciliana ha già deliberato il Piano triennale 2012-2014, con relative linee di indirizzo e conseguenti procedimenti amministrativi, cui tassativamente riferirsi”.
La nota non si limita alla diffida, ma va oltre, spingendosi fino a indicare un possibile mega contenzioso per precise responsabilità. Vi riportiamo, di seguito, il passo della lettera sull’argomento. “Non può più essere consentito che tale procedimento venga interpretato – da codesto assessorato – con valutazioni difformi dalle sue cogenti finalità, se non assumendosi precise e rilevanti responsabilità, certamente appellabili nelle sedi opportune. È chiaro che ogni contraria decisione di codesto Assessorato sarà considerata, pertanto, strumentale ed omissiva perché traduce e/o reitera comportamenti non più spiegabili e meno che mai giustificabili a completo danno di tutte le parti in causa”.
L’affondo più duro è quello che richiama “il procurato allarme sociale e il danno irreversibile all’intero settore”, dovuto all’inerzia, ad oggi, mostrata dall’assessore al ramo nell’approcciarsi alle criticità del settore. La Scilabra sarebbe indicata, scorrendo attentamente la lettura della nota, come colpevole per volere impedire “tutte le opportunità di sperimentare, ricercare nuovi modelli e costruire un sistema formativo di qualità in Sicilia”.
Il richiamo alla ragionevolezza chiude una nota pesante per i contenuti che decretano, di fatto e nella sostanza, il fallimento, come già anticipato, dell’azione di governo nel settore della formazione professionale. In tanti sono coloro che si chiedono come mai il presidente Crocetta non abbia valutato l’opportunità di rimuovere un assessore fallimentare e che più di un impaccio politico ha creato a tutto il Governo regionale.
Pare, da indiscrezioni assunte, che la Scilabra faccia orecchie da mercante anche nei confronti del suo maggiore sponsor politico, il senatore, eletto nelle file del movimento “Il Megafono”, Beppe Lumia. Pur avendolo criticato, dalle pagine di questo giornale, per essere stato il probabile suggeritore della giovane universitaria, dai risultati sin qui raggiunti cominciamo a nutrire il dubbio anche noi che qualcosa, tra i due, non vada più per il verso giusto. Troppo navigato, Lumia, per incorrere in questa macroscopica inerzia politica come quella riscontrata nellatteggiamento di Nelli Scilabra. Non è da lui. Pur discutibile il suo operato, in alcuni aspetti, si tratta, comunque, di un politico di lungo corso, abituato al decisionismo e a superare le criticità nel ruolo istituzionale. La Scilabra sarebbe quindi rimasta sola?
E una ipotesi plausibile che, nel qual caso, potrebbe spingere il governatore a licenziarla per togliersi “le castagne dal fuoco”. Sarà così? Lo vedremo. Resta l’angoscia dei lavoratori e l’incazzatura dei vertici degli Enti per problemi rimasti, per sei lunghi mesi, irrisolti. Una scadenza che è già alle porte e che potrebbe comportare scelte dolorose, dall’impatto sociale devastante che scongiuriamo fermamente. Auspichiamo che qualcosa accada verso la giusta direzione e che si restituisca serenità al settore e ai lavoratori.