Formazione: sulla riforma del settore la parola ai lavoratori

Dopo l’istituzione del tavolo tecnico sulla riforma della Formazione professionale, tra gli operatori del sistema è cresciuto il fermento e il confronto sui temi della riforma del settore. Attraverso lo spazio messo a disposizione quotidianamente dal nostro giornale, l’interesse per questo argomento va crescendo sempre più.

Di seguito proveremo a fare il punto ponendo alcune domande a un lavoratore che vive anche l’esperienza sindacale a tutela dei colleghi. Affrontiamo con Danilo Gelsomino (nella foto a sinistra), formatore da oltre dieci anni, umori e aspettative emerse a seguito dell’insediamento del Tavolo tecnico istituzionale dello scorso 15 marzo.

Come vivono questo momento i lavoratori della formazione professionale?

“Prima vorrei ringraziare il vostro giornale che dedica grande attenzione alla problematica dell’istruzione e della formazione in Sicilia, che noi lavoratori leggiamo giornalmente. E’ certo che i lavoratori della formazione professionale non vivono un bel momento a causa delle mancate retribuzioni per tanti mesi, in molti casi i lavoratori del settore stanno cercando di resistere a pratiche di ingiunzioni di pagamento, all’impossibilità di pagare le medicine e, in generale alle tante difficoltà. Non è esagerato parlare, on molti casi, di vera e propria lotta per la sussistenza personale e familiare. Nonostante tutto, ci si reca regolarmente a lavoro e ci si aggiorna, cercando di rendere il miglior servizio all’utenza. L’assessorato regionale alla Istruzione ed alla Formazione professionale ed il dipartimento competente sono in ritardo su tutto”.

Quali sono, secondo Lei, le criticità del segmento Interventi formativi?

“Per gli Interventi formativi diciamo subito che non sono state verificate, illegittimamente, le rendicontazioni dal 2010 in poi. Quindi non sono stati erogati i saldi economici degli ultimi tre anni agli Enti di formazione che non hanno pagato, in molti casi, i lavoratori per almeno due mensilità all’anno, assommando non meno di 6 mensilità non erogate al personale. La grande chimera della disponibilità dei fondi della Cassa Integrazione in deroga si è rivelata fallimentare, quindi è saltata la programmazione disposta dall’ex dirigente generale, Ludovico Albert, e dall’ex assessore, Mario Centorrino, con grave danno ai lavoratori che attendono anche sette mesi di assegno di sostegno al reddito per il 2012. Ancora, l’integrazione regionale alla Cassa integrazione per l’anno 2012 non è stata attivata secondo le regole del fondo di garanzia per il settore. Misura questa che avrebbe dovuto sostenere il reddito in tale momento di enorme difficoltà. Non c’è, ad oggi alcuna sicurezza per il futuro del servizio in scadenza il 30 settembre 2013, fatto che genera tensione per l’incertezza del proprio lavora per circa 1800 lavoratori degli sportelli multifunzionali”.

Gelsomino, ci chiarisce come mai dopo l’avvio dell’Avviso 20/2011, che avrebbe dovuto risolvere il problema della copertura finanziaria per tre anni delle attività formative, voi lavoratori lamentate le mancate retribuzioni?

“Certo, rispondo chiarendo ben volentieri il punto. Il dipartimento ha erogato agli Enti di formazione solo il 25 per cento del finanziamento annuale a valere sull’Avviso 20/2011, a fronte di un pagamento dovuto, allo stato dell’arte, pari all’80 per cento. Questo è accaduto perché, col sacrificio dei lavoratori che hanno anticipato anche le spese vive per recarsi al lavoro, i corsi hanno avuto il cosiddetto avanzamento didattico e le attività non si sono mai fermate. Gli Enti, avendo ricevuto solamente una minima parte del finanziamento, sono stati costretti a pagare solo fino a settembre 2012 (mancano sei mesi di stipendio)”.

Questo stato di cose interessa anche il segmento dell’obbligo formativo?

“Per l’Obbligo formativo (Oif) avete scritto ampiamente in precedenti articoli. Le difficoltà dei lavoratori sono sotto gli occhi di tutti. La Regione, per esempio, deve ancora procedere ai saldi ed agli acconti dal 2008 a seguire, con danno doppio per gli Enti, costretti a pagare premi assicurativi per le polizze fideiussorie non ancora chiuse. Coa, questa, che ha sottratto risorse finanziarie ai lavoratori. Non dimentichiamo, poi, i casi dei lavoratori licenziati o come quello dei lavoratori dell’Ancol Sicilia e di altri Enti a cui è stato sospeso il servizio, con l’avvio del procedimento di revoca dell’accreditamento, senza alcuna soluzione: un dramma sociale senza precedenti che rischia di sfociare in casi estremi di disperazione”.

Abbiamo rilevato, dalle segnalazioni pervenute in redazione, che non viva meglio anche il segmento degli Sportelli multifunzionali, a rischio di implosione. Cosa ci può dire in merito?

“Vivo il disagio dei colleghi che operano negli Sportelli multifunzionali e negli Sportelli lavoro della Sicilia. Per i Servizi formativi molti Enti di formazione non hanno ricevuto acconti per le annualità in corso e neanche i saldi corrispondenti alle attività pregresse. Questo significa, in buona sostanza, un danno per mancata percezione di circa otto mensilità di retribuzione del personale. Lo scenario è disastroso, i lavoratori non riescono più a vivere ed a pagare le spese per recarsi a lavoro”.

Signor Gelsomino, stante alla fondata preoccupazione che emerge dalle argomentazioni da Lei riferite, Le chiediamo: come mai non avete pensato a manifestazioni di protesta per far valere i Vostri diritti?

“È vero, sembra un paradosso. Ma non abbiamo più le forze e le risorse per scendere in piazza, questa è la verità. È anche vero che molti si chiedono come facciamo a vivere e perché non mettiamo in essere una protesta forte contro l’amministrazione regionale. Le motivazioni sono molteplici. Innanzitutto questa amministrazione regionale, seppur poco rinnovata, si è insediata solo da qualche mese. E poi, i lavoratori concentrati in molti casi nella periferia non hanno soldi per raggiungere e soggiornare a Palermo per protestare. Infine, la platea dei lavoratori è composta da insegnanti e persone moderate che vivono con dignità e sacrificio il loro dramma”.

Secondo Lei, i lavoratori sono fiduciosi dei propositi avanzati dal Governo regionale a cinque mesi dall’elezione?

“Mi confronto quotidianamente con i colleghi di tutta la Sicilia e le opinioni sono diverse. Il presidente Crocetta e l’assessore Scilabra, sin dal loro insediamento, per la verità, hanno inviato segnali e dichiarazioni volte a tranquillizzare i lavoratori. Hanno più volte espresso l’intento di voler ripristinare la legalità e introdurre efficaci e snelle procedure per pagare nel breve periodo tutte le spettanze, in modo che giungano prima possibile ai lavoratori gli emolumenti vantati”.

Signor Gelsomino quali sono gli umori di Voi lavoratori a seguito dell’insediamento del Tavolo istituzionale?

“Per quanto riguarda le linee guida, enunciate dall’amministrazione attiva venerdì, sono entusiasmanti per i lavoratori per la dichiarazione dell’assessore Scilabra dell’intendimento del Governo di ritornare alla legge regionale n. 24/76. Questo significa per noi lavoratori ripristino delle garanzie occupazionali. Ma non solo. Significa anche il pagamento diretto degli stipendi ai lavoratori, il ripristino della legalità per i fabbisogni formativi di cui al Decreto legislativo n.13 del 16 gennaio 2013, in applicazione dell’art. 4 della legge n.92 del 28 giugno 2012 e giusto Regolamento del Consiglio dei Ministri del 8 marzo 2013. Sono atti che restituirebbero dignità al lavoro che svolgiamo e consentirebbero di rendere un servizio utile all’utenza siciliana. Inoltre, lo snellimento della burocrazia e delle procedure amministrative è necessaria per noi lavoratori che ne subiamo i ritardi. Infatti, un mandato di pagamento arriva al destinatario dopo sessanta o novanta giorni. queste dichiarazioni hanno dato fiducia nei lavoratori e ciò ha determinato l’apertura di un grande credito nei confronti dell’amministrazione Crocetta e dell’assessore Scilabra”.

L’assessore Scilabra intende tornare alla legge regionale 24/76, secondo Lei ci sono i tempi per garantire la prosecuzione delle attività formative, tenuto conto che a giugno scade la prima annualità dell’avviso 20/2011?

“La riforma, qualora arrivasse in porto nel breve periodo, potrà essere attuata per l’anno venturo, ma occorre intervenire immediatamente. Ci sono due questioni prioritarie ed urgenti: la prima è fare arrivare a qualunque titolo emolumenti e pagamenti al personale attraverso la velocizzazione dei mandati di pagamento del 25% e dell’ulteriore 30% dovuti agli Enti di formazione per le spettanze al personale già maturate La seconda è attivare il fondo di garanzia regionale che, per sua finalità, è uno strumento di sostegno del reddito dei lavoratori e non ci serve tra qualche mese, ma subito. E poi per risponderle, diciamo che è essenziale la prosecuzione delle attività formative, in quanto nella riunione del 15 marzo e da fonti parlamentari (richiamate anche in un vostro articolo) è emerso che la bozza di bilancio regionale non prevede, ad oggi, nei capitoli dell’Avviso n. 20/2011 i fondi a copertura del decreto di finanziamento. Quindi, le attività dal 8 giugno 2013 (o dalla data di conclusione del progetto della prima annualità) verranno presumibilmente sospese e gli Enti di formazione potrebbero avviare i tavoli di licenziamento del personale, con l’evidente distruzione del sistema formativo in Sicilia e con un innumerevole contenzioso da parte di Enti di formazione e del personale (rimasto senza incarico) contro la Regione siciliana. Quindi occorre finanziare con i fondi comunitari o in alternativa con i fondi regionali la seconda annualità dell’Avviso 20/2011, intanto procedere alla riforma da attuare dall’anno formativo 2014. Il sistema deve funzionare ed amministrare significa fare funzionare la pubblica amministrazione con responsabilità: non come al fatto il Trio LAC. E infine, vi è un’altra questione che preme ai lavoratori: occorre verificare, da subito, le motivazioni in base alle quali l’Inps regionale non ha ancora sbloccato i fondi della Cassa integrazione che non consente ai lavoratori di potere percepire l’integrazione all’indennità di Cigd maturata dai lavoratori”.

 


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